I 50 anni del "Gruppo Bangladesh" a Varallo Sesia

Dal 1964 i missionari del Pime sono impegnati a evangelizzare uno dei Paesi più poveri dell’Asia

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I missionari del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere) sono in Bengala (e in India) dal 1855, una delle missioni più difficili che la Santa Sede ci ha affidato. Ancor oggi il Bangladesh, nato nel 1971 dal Pakistan, è una delle nazioni più povere dell’Asia e senza risorse naturali: 160 milioni di abitanti, quasi tutti musulmani, in un territorio che è meno della metà di quello italiano, con una minoranza indù, cristiana e buddista del 5%. Il reddito medio pro-capite annuale è di 678 dollari (quello italiano 36.000). Il primo annunzio di Cristo è rivolto soprattutto alle minoranze tribali di religione animista (santal, oraon) e alle basse caste indù; annuncio che genera un discreto numero di conversioni.

Mezzo secolo fa, quando si celebrava il Concilio Vaticano II (1962-1965), il popolo e la Chiesa italiani si erano appassionati alla “fame nel mondo”, i missionari erano spesso sulle prime pagine dei giornali e i “gemellaggi” all’ordine del giorno. Nel marzo 1964 nasceva al Pime Mani Tese e pochi mesi dopo don Ercole Scolari, assistente diocesano dei giovani di Azione cattolica di Novara, veniva a Milano proponendo un “gemellaggio” fra le diocesi di Novara e Dinajpur, che iniziava con la costruzione della “Novara Technical School” di Suihari, alla periferia di Dinajpur, oggi diretta da fratel Massimo Cattaneo del Pime. Oggi è una delle opere più apprezzate della Chiesa cattolica per il popolo bengalese, non solo per le migliaia di giovani e ragazze che ha formato, ma per l’esempio concreto che ha proposto (era la prima scuola di questo genere) di come avviare i contadini alle professioni produttive industriali. La scuola ha suscitato un seguito di opere, fra le quali la Scuola tecnico-professionale di Rajshahi, gemella di quella di Dinajpur.

Domenica 6 aprile 2014 sono stato a Varallo Sesia (provincia di Vercelli e diocesi di Novara) per celebrare il 50° anniversario del “Novara Centre” e del “Gruppo Bangladesh”. Alla Messa solenne del mattino, con la chiesa strapiena e alla presenza delle autorità cittadine, il presidente dell’associazione Giorgio Brunetti ha presentato il volumetto sui 50 anni di solidarietà. 1964-2014 Novara-Dinajpur e il rapporto fraterno che si è creato tra il Bangladesh e Varallo, dove don Scolari è stato parroco per 32 anni (1966-1998) e dove è nato il “Gruppo Bangladesh”, che coinvolge con diverse iniziative i cittadini di Varallo e la diocesi di Novara.

Nell’omelia ho detto che oggi, nella crisi di fede e di vita cristiana che stiamo vivendo, le missioni ci vengono in aiuto e il primo dono è Francesco, il Papa missionario che viene “dall’altra parte del mondo” e sta riformando la Chiesa universale con spirito, metodi e contenuti in uso dove il primo annunzio di Cristo è ancora attuale. Il rapporto col Bangladesh è ottimo, ma deve mobilitarci tutti non solo per continuare ad aiutare le opere sociali-educative in Bangladesh, ma soprattutto per seguire con fede e amore Papa Francesco, che vuole riportare a Cristo ciascuno di noi, le nostre famiglie, la nostra società italiana. Il Papa propone a tutti la conversione del cuore a Dio e al prossimo, specie quello più povero e abbandonato. Solo così la crisi della nostra Italia di cui tutti soffriamo, che non è solo economica e politica, ma prima di tutto religiosa e morale, potrà essere superata. Allora, anche i rapporti e gli scambi con il mondo missionario saranno benefici per tutti.

Alla Messa è seguito il pranzo comunitario dalle Suore di Gesù eterno Sacerdote e al pomeriggio la tavola rotonda nel salone dell’oratorio, con vari interventi. Il parroco don Roberto Collarini e il sindaco Eraldo Botta hanno illustralo i valori educativi che il “Gruppo Bangladesh” ha avuto e ancora ha per la popolazione di Varallo, che si ritrova unita nelle varie iniziative e incontri e manda ogni anno una delegazione a visitare la missione del Pime in Bangladesh. Però quest’anno, a gennaio, questa visita programmata è stata bloccata dallo stato di disordine e scontri anche a fuoco che ha dilaniato il paese, in occasione delle elezioni politiche. Si è poi ricordato don Ercole Scolari, fondatore del gemellaggio Novara-Bangladesh e grande parroco di Varallo, che ha fatto numerose visite al Bangladesh portandovi i suoi parrocchiani perché – diceva – che nulla è più educativo per la nostra vita umana e cristiana che il passare 10-15 giorni a contatto con tanti uomini e donne, bambini e giovani di una povertà e miseria commovente, che ci fanno riflettere sul nostro benessere. È dunque testimone di una Chiesa nascente in cui tutti sono missionari perché apprezzano il dono della fede gratuitamente ricevuto da Dio.

La tavola rotonda è continuata sul tema Non c’è pace senza giustizia, con il mio intervento sul Bangladesh e l’India; suor Chiara Piana, missionaria varallese della Consolata, ha illustrato la situazione in vari paesi africani (Centro Africa, Sud Sudan, Somalia, Ruanda) e don Walter Fiocchi, diocesano di Alessandria, ha parlato della Terrasanta e dei cristiani presenti nel Medio Oriente, con una puntuale descrizione delle ingiustizie di cui sono vittime.

(Fonte: blog ARMAGHEDDO. L’attualità vista da padre Piero Gheddo, missionario-giornalista”. L’indirizzo del sito ufficiale di padre Gheddo è http://www.gheddopiero.it/)

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Piero Gheddo

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