“Ho visto Dio passeggiare per il mio paese”

Esperienze delle Giornate nelle Diocesi

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di Nieves San Martín

MADRID, mercoledì, 17 agosto 2011 (ZENIT.org).- Più di 130.000 giovani di tutto il mondo sono giunti in Spagna, prima dell’inizio a Madrid della Giornata Mondiale della Gioventù, per trascorrere giornate di convivenza con giovani spagnoli nelle Diocesi, 65 delle quali – incluse Gibilterra e la francese Bayonne – hanno accolto i pellegrini di 137 Paesi dei cinque continenti.

Il programma di queste giornate è variato da un luogo all’altro. I pellegrini francesi accolti nella Diocesi di Oviedo hanno visitato il santuario di Covadonga. La delegazione italiana ha visitato questo santuario mariano e anche Santiago de Compostela.

A Valladolid si sono svolte attività spirituali, di volontariato sociale e gastronomiche. Oltre a iniziare alla degustazione di “tapas” pellegrini provenienti da Tanzania, Filippine, India e Canada, tra gli altri Paesi, è stata offerta ai presenti una Via Crucis organizzata dai giovani di Fresno del Viejo.

A Guadalajara i pellegrini hanno partecipato a un Festival di Carismi e sono stati accolti nelle famiglie della Diocesi, molte delle quali formate da partecipanti ad altre Giornate Mondiali. Patricia e Jorge, con un figlio, hanno accolto tre pellegrine della California: “Noi abbiamo partecipato alla GMG di Roma del 2000 e abbiamo vissuto le Giornate nelle Diocesi con una famiglia di Imola. La GMG è un’opportunità per restituire ciò che abbiamo ricevuto dieci anni fa”.

Coloro che provengono da Paesi con maggiori difficoltà economiche hanno garantita la gratuità. A Ciudad Real sono giunti 230 haitiani, parte dei 2.000 pellegrini accolti nella Diocesi.

La Castiglia, terra di santi

Ávila ha comunicato la sua grande ricchezza spirituale ispirandosi a Santa Teresa, con il ritiro “Teresa di Gesù: radicata ed edificata in Cristo”.

La Diocesi di Burgos ha accolto più di 2.000 pellegrini di 18 Paesi con un’Eucaristia solenne in onore di Santa Maria Maggiore, patrona della città. Presieduta dall’Arcivescovo, è stata concelebrata da sei Vescovi – delle Diocesi di Montpellier, Carcassonne, Perpignan, Nîmes, Saint John e Halifax – e più di 200 sacerdoti.

“Conoscere la ricchezza spirituale della Diocesi di Burgos attraverso i suoi santi più rappresentativi” è stato l’obiettivo della veglia di preghiera “Burgos, terra di santi”, alla quale hanno partecipato circa 3.000 persone, tra pellegrini e volontari.

Nell’abbazia benedettina di Santo Domingo de Silos, i giovani sono scesi in strada fino ad arrivare alla porta della città, e all’arco di Santa Maria un montaggio di luci e suono ha aiutato a conoscere la vita di San Rafael Arnáiz, il santo più giovane di Burgos e patrono della GMG.

In Plaza Castilla, la veglia di preghiera è terminata con fuochi d’artificio dopo aver conosciuto gli ultimi coraggiosi testimoni di Cristo di Burgos: il fratello marista assassinato nello Zaire nel 1996 Servando Mayor e altri tre modelli: Julián Campo, Santino Manzano e Marta Obregón.

Nella Diocesi di Orihuela-Alicante sono stati accolti più di 2.500 giovani. Elche, Torrevieja, Pilar de la Horadada, Alicante, Villena, Albatera e Aspe hanno accolto pellegrini del Cammino Neocatecumenale di Australia, Repubblica Dominicana e Stati Uniti. Il Vescovo ha presieduto la Messa di invio di 2.000 giovani il 15 agosto nella concattedrale di San Nicolás ad Alicante.

Seminaristi iracheni a Córdoba

A Córdoba, il Vescovo Demetrio Fernández, nella festa dell’Assunzione, ha presieduto una celebrazione internazionale con migliaia di giovani nello stadio del Fontanar.

“Nei prossimi giorni, alla GMG di Madrid, possa tu incontrare Maria, possa incontrare Gesù. Dio ti conceda la grazia di credere che, con il suo aiuto, la vittoria è possibile. Questa vittoria che oggi vediamo compiuta in Maria, assunta in corpo e anima in cielo”, ha detto il Vescovo nell’omelia.

Tra i pellegrini accolti a Córdoba c’era un gruppo di iracheni. Il Vescovo ha incontrato i Vescovi e i seminaristi della Diocesi di Mosul.

“Siamo in presenza di una Chiesa che è perseguitata. Sono testimoni della fede cristiana”, ha sottolineato monsignor Fernández. I 18 seminaristi del seminario Sant’Efrem di Mosul, insieme all’Arcivescovo siro-cattolico di Yohanna Petrus Mouché e al Vescovo emerito George Casmoussa, hanno incontrato il Vescovo nel palazzo episcopale.

L’Arcivescovo di Mosul ha spiegato che nel nord dell’Iraq ci sono attualmente circa 40.000 cattolici e un totale di 24 sacerdoti, oltre a vari Ordini religiosi misti che provengono da diversi riti ma la cui obbedienza è pontificia.

I due Vescovi iracheni hanno detto che dal 2003 più del 50% dei cristiani è emigrato all’interno dell’Iraq o all’estero. La Chiesa non esorta questa emigrazione, ma lo fanno fatti come il terrorismo e la guerra, hanno dichiarato.

L’11 agosto un gruppo di 40 australiani è arrivato a Pedro Abad, accolto nella chiesa delle Ancelle del Sacro Cuore da un nutrito gruppo di fedeli e membri della corporazione municipale. I giovani si sono poi distribuiti nelle famiglie di accoglienza e nella residenza delle religiose e hanno seguito una Messa bilingue.

La parrocchia di San Sebastián ad Añora ha accolto un gruppo della Corea del Sud, mentre a Cabra sono arrivati 120 pellegrini dall’Italia.

Ho visto Dio camminare per Camas

Un sacerdote di Siviglia ha offerto una testimonianza su questi incontri diocesani e sui sentimenti che hanno suscitato in lui.

“Ho visto i giovani arrivare in anticipo e le case e i cuori aprirsi generosamente. Ho visto mille problemi, e per tutti è stata trovata una soluzione. Ho visto giovani piangere nel confessionale parlando della propria vocazione, adorare dalle cinque del pomeriggio, ora di massima calura, stanchi e sfiancati, il Santissimo Sacramento dell’Altare, e tutto con la gioia di avere Cristo davanti. Ho sentito come Dio amava, ci amava in prima persona.

Ho visto il salone del Comune trasformato in spazio per Dio, la generosità del paese e tutti che davano ciò che avevano.

Ho visto l’indifferenza dei miei giovani, quelli che conosco e quelli che non conosco, quelli che mi salutano e quelli che passano in fretta per non salutare il sacerdote. Ho visto che tutti si interrogavano, criticavano anche, ma nessuno restava del tutto indifferente.

Ho valorizzato i giovani della mia parrocchia come un dono prezioso di speranza e capacità di donazione.

(…) Ho visto la mia parrocchia donarsi. Volti stanchi, nervosi, che ci portano a chiedere perdono per il tempo in cui devono lavorare. Ho visto un’oasi a Camas, in pieno agosto, quando non c’è vita o la vita si nasconde per paura del caldo. Ho visto il sorriso e la bellezza di Dio in tante ore di donazione e sacrificio, e tutti hanno sperimentato di aver fatto, semplicemente, ciò che dovevano fare. Si sono sentiti appagati.

Ho visto Dio camminare per Camas, fino ad arrivare alla piazza che in questi giorni ha fatto onore al suo nome: il trionfo. Dio trionfa in Maria, la sempre giovane, e in chiunque apre il suo cuore a Cristo. Ho visto la comunione nelle confraternite, tra i gruppi che si mettevano a servire, ho visto le mie limitazioni personali e quelle dei miei fratelli, ma semplicemente le abbiamo amate, accettando il fatto che arriviamo fin dove possiamo.

Ho visto la comunione tra i sacerdoti di vari paesi e la condivisione dell’esperienza del presbiterato, la ‘diocesaneità’. Ho visto l’universalità della Chiesa, e la grandezza del ministero sacerdotale.

“Ho visto la notte riempirsi di festa cristiana”

Ti ho visto, Signore, e di nuovo hai confermato la mia fede. Grazie per i miei fratelli, grazie per questi momenti, continua a prepararci per essere comunità missionaria. Per la tua Parola, Signore, sempre per la tua Parola, nel tuo nome getteremo le reti.

Ho visto recitare il rosario come preghiera d
i integrazione e la gente inserirsi nel gruppo perché era bello. Era difficile non emozionarsi nel pregare davanti all’icona della Madonna di Guadalupe.

Ho visto la notte riempirsi di festa cristiana senza bisogno di ricorrere a nulla di strano per divertirsi.

Mi sono visto sorpreso, io che ho vissuto tanto, che tante volte sono caduto e mi sono rialzato, mi sono visto sorpreso, evangelizzato e pieno di speranza. Dio sempre nuovo!

E’ stato un sorriso continuo quello che abbiamo visto, il sorriso amabile di Dio che si manifesta nei fratelli, il sorriso dello Spirito Santo che si diffonde.

Vi ho visti pensare, pregare, restare in silenzio e ascoltare… e in mezzo a tutto la domanda sempre diretta: e noi, che dobbiamo fare?”.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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