"Ho respirato a pieni polmoni una grande testimonianza di carità"

Visita di monsignor Luigi Negri all’Arcispedale S. Anna di Ferrara

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Dopo le visite alle Case di Riposo, Mons. Luigi Negri non ha voluto che passasse il suo primo Natale in Diocesi senza recarsi all’Arcispedale S. Anna di Ferrara (Cona). Benedetta la “prima pietra”, la stessa già benedetta da Papa Giovanni Paolo II nel 1990, il Vescovo ha ricordato la necessità di essere aperti al dialogo e al confronto. Ciò è possibile in quanto esiste una radice comune, il valore della persona umana, diventata irriducibile, e il rispetto di essa. La vita fisica non è un valore assoluto in sé, lo è nella misura in cui partecipa all’assolutezza della persona.

L’ospedale ha una funzione profetica nella vita della nostra società, se vissuto come ospitalità e se proclama il rispetto del valore della persona umana, in qualsiasi condizione si trovi: “Credo che il rispetto costituisca la fonte etica comune che tutti dobbiamo sentirci impegnati a recuperare. La Chiesa, che difende il valore della vita da sempre, si affida a voi, cristiani e laici che lavorate in uno spazio di ospitalità come questo, perché l’animus di questi luoghi, di questo vostro incontrarvi tra di voi e con i malati, sia un’espressione significativa e notabile di quel rispetto su cui solamente si può fondare un’autentica società che sia a misura d’uomo”.

Il Direttore Generale, Dott. Gabriele Rinaldi, ha ricordato che la tecnologia è uno strumento e non può mai essere un fine. Il valore lo diamo con la nostra capacità di conoscenza e mettendola a servizio di color che ne hanno bisogno.

L’Arcivescovo si è poi recato nelle unità di Nefrologia e Polispecialistica e, in Pediatria, ha potuto fare visita ad un bambino in fase terminale, evento che ha ricordato con commozione durante l’omelia della Messa in cui ha sottolineato di aver “respirato a pieni polmoni una grande testimonianza di carità, ciò che rende l’ospedale un luogo di ospitalità”. Nel suo senso più compiuto la Chiesa è il buon samaritano che va alla ricerca dell’uomo lasciato quasi morto sulle strada del mondo, perché ammalato o perché nessuno gli ha spiegato qual è il senso della sua vita. Due “quasi morti” altrettanto terribili; ai primi rispondiamo con la nostra capacità di carità, ai secondi la nostra capacità di carità si evidenzia nella proposta di una vita nuova. La mattinata del Vescovo a Cona è terminata con una visita personale ai pazienti dell’Oncologia e della Geriatria.

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ZENIT Staff

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