"Gustare questo mistero che è la sintesi della fede cristiana"

Spunti per l’omelia a cura della Congregazione per il Clero per la Solennità del Corpus Domini. Preghiera dei fedeli

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CITAZIONI:

Gen 14,18-20: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9a10len.htm    
1Cor 11,23-26: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9bdrzwk.htm     
Lc 9,11b-17: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9arbcfi.htm     

Il tempo pasquale è ormai terminato con la domenica di Pentecoste, ma la Chiesa ci permette di avvertire ancora la sua atmosfera gioiosa e festante con alcune solennità che ne perpetuano non solo il ricordo, ma ci consentono di approfondire il grande mistero di Cristo che nella Pasqua di resurrezione ha avuto il suo culmine.

Tra queste solennità, primeggia quella del Corpo e Sangue del Signore, molto sentita nella pietà popolare, e che intende farci avvertire sempre più il grande mistero di amore di Dio che è stato riversato sugli uomini divenendo addirittura cibo per tutti noi.

La solennità fu istituita dal Papa Urbano IV, che la estese nel 1264 alla Chiesa universale, in seguito allo straordinario miracolo eucaristico di Bolsena.

Il prodigioso evento, in realtà, fu semplicemente di stimolo, quasi provvidenziale provocazione, che fece emergere ciò che da tempo era maturato nella coscienza del popolo cristiano, ossia l’intimo bisogno:

― di esprimere lo stupore di fronte a questo dono ineffabile di Dio: la Santissima Eucaristia;

― di soffermarsi in profonda meditazione, per gustare questo mistero che è la sintesi della fede cristiana;

― di manifestare nella forma più solenne la gioia per la realtà della presenza reale e sacrificale di Cristo;

― di proclamare la piena accoglienza di Colui che, per mezzo del Sacrificio eucaristico, ha voluto prendere stabile dimora presso di noi, ha voluto farsi cibo per alimentarci nel difficile cammino della vita e quindi saziarci di quella fame di Dio, che tutti in fondo avvertiamo.

La pietà cristiana ha avvertito la necessità di una manifestazione gioiosa e solenne di fede verso Gesù eucaristico. E dato che non si può realizzare una tale dimostrazione nel Giovedì Santo – giorno in cui fu istituita l’Eucarestia, ma anche apre al grande giorno della Passione – oggi la Chiesa nella sua universalità esplode in un inno di gioia, portando Gesù Eucaristia per le strade e rendendoGli pubblicamente quell’onore e quell’adorazione che Gli è dovuta, in quanto Egli ha donato Se stesso come stabile viatico, alimento vivo per le nostre anime.

A queste conclusioni ci portano le letture della liturgia della Parola di oggi, presentandoci il mistero eucaristico nel segno di quel pane e di quel vino che vengono offerti e trasformati per la salvezza degli uomini.

La prima lettura richiama una delle prefigurazioni più significative del mistero eucaristico. Infatti, nel racconto della Genesi, è Melchisedek, re di giustizia e di Salem (cioè di pace), che offre pane e vino ad Abramo, l’uomo delle promesse di Dio, accompagnandoli con una duplice benedizione, ad Abramo e a Dio.

Si intravede, nel racconto, il segno della realtà finale: Cristo, re di giustizia e di pace, offre Se stesso al popolo nuovo della promessa e offre giustizia e pace, i due beni primari dell’uomo, che nel Nuovo Testamento sono soprattutto doni spirituali ed escatologici, senza escludere i risvolti storici.

Nel tempo nuovo l’offerta del pane e del vino è l’Eucarestia, cioè lode e ringraziamento al Padre da parte dell’unico ed eterno Sacerdote, Gesù Cristo, il quale con l’offerta di Se stesso realizza anche l’ultima ed efficace benedizione dell’uomo.

È il segnale di quella nuova ed eterna alleanza siglata con il Padre celeste e che porta alla salvezza. Perché, cibandosi del suo Corpo, si realizza la vita eterna.

Nel racconto evangelico, san Luca intravede, nel miracolo nella moltiplicazione dei pani e dei pesci, un segno del nuovo pane. Gesù compì quel miracolo per compassione della folla che lo seguiva da diversi giorni, affamata della Sua parola e dimentica persino del cibo materiale. Il Signore, quindi, offre un cibo abbondante per saziare la loro fame. Possiamo affermare che Gesù aveva già nel cuore il disegno di dar loro un pane diverso, un pane cioè che poteva ristabilire e definire una intimità più profonda di Dio con gli uomini; un pane che poteva offrire libero accesso a Dio di penetrare nel nostro corpo e amalgamare la nostra carne con la Sua carne, il nostro sangue con il Suo.

San Luca, quasi a confermare questo progetto, narra il miracolo menzionando gli stessi gesti che Gesù compirà poi durante l’ultima cena.

Infine san Paolo, nella seconda lettura, ricorda le parole di Gesù e ci invita a che questo memoriale sia ripetuto fino alla venuta del Signore, permettendo così che si possa esprimere tutta la nostra fedeltà alla volontà di Cristo:

― fedeltà che è memoria, perché rappresentazione sempre attuale del mistero di Cristo: della Sua morte e resurrezione;

― fedeltà che è comunione, perché mangiando del Suo Corpo ci poniamo in comunione con il Risorto realizzando in terra quel legame con Cristo, simile a quello che avviene tra il Padre e il Figlio;

― fedeltà che è speranza, in quanto nutrendoci con l’Eucarestia è Gesù stesso che ci assicura la vita eterna.

*

PREGHIERA DEI FEDELI  

Introduzione del sacerdote

Ci rivolgiamo a Gesù che ci raduna in questa Eucaristia, si offre a noi come pane di vita e cammina con noi.

1.    Signore Gesù, Tu accompagni il popolo cristiano nel cammino della vita; donaci il pane dell’Eucaristia che sazia la nostra fame, rende lieta la speranza e forte la fede,

Ti preghiamo: SIGNORE ASCOLTA LA NOSTRA PREGHIERA 

2.    O Signore, Ti preghiamo per la tua Chiesa, che tu raduni ogni domenica nella Messa; rendici uniti e fedeli attorno a te ogni domenica, insieme con i nostri pastori e in comunione con tutti fratelli cristiani

Ti preghiamo: SIGNORE ASCOLTA LA NOSTRA PREGHIERA 

3.    Verso la conclusione di quest’anno pastorale e dell’anno catechistico domandiamo la grazia della fede e della fedeltà per le nostre famiglie e i ragazzi, per un’estate lieta e una vita buona

Ti preghiamo: SIGNORE ASCOLTA LA NOSTRA PREGHIERA

4.    Signore, accompagna con la tua grazia la nostra nazione e tutti i popoli. Sostieni il desiderio di bene, il bisogno di fraternità, la speranza di pace per tutto il mondo,

Ti preghiamo: SIGNORE ASCOLTA LA NOSTRA PREGHIERA 

Conclusione del sacerdote

Domandiamo o Signore Gesù che la grazia della tua presenza nell’Eucaristia ci stringa a te, Pastore e nutrimento del tuo popolo. Donaci unità, pace, fraternità.

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ZENIT Staff

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