Guerra e pace nel nome di Dio. Esperti a confronto a Roma

Dal 3 al 5 dicembre, presso l’università Roma Tre, un Convegno nazionale organizzato dall’Accademia di Scienze Umane e Sociali

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Moschee profanate e incendiate, cristiani perseguitati, violazione delle libertà religiose, episodi sempre più diffusi di fondamentalismo e terrorismo. È un panorama vastissimo e complesso quello che sarà indagato nel corso del Convegno nazionale “Religioni e conflitti – Conoscere la divisione per progettare l’incontro in un mondo in guerra nel nome di Dio”, in programma a Roma dal 3 al 5 dicembre presso l’Aula Volpi dell’università degli Studi Roma Tre (via Milazzo, 11/B), organizzato dall’Accademia di Scienze Umane e Sociali di Roma, con il patrocinio dell’università Roma Tre, della facoltà di Filosofia dell’università di Roma Tor Vergata e della sezione italiana di Religions for Peace.

Il Convegno, che è accreditato presso il MIUR, prevede gli interventi di docenti universitari ed esperti di teologia, scienze politiche, relazioni internazionali, filosofia della religione e antropologia filosofica, oltre alle testimonianze di esponenti di associazioni e movimenti espressione delle diverse fedi, ma accomunati dall’impegno per la promozione del dialogo interreligioso.

Il primo giorno (3 dicembre dalle 15 alle 19), la riflessione sarà dedicata alle possibili soluzioni ai conflitti religiosi che insanguinano il pianeta, a partire dalla dichiarazione del Concilio Vaticano II sulla libertà religiosa Dignitatis humanae, affrontando poi i binomi “monoteismo e conflitti” e “integralismo e laicismo”, il monoteismo radicale e infine i fondamentalismi religiosi, quali modi distruttivi di intendere la fede.

Il secondo giorno del Convegno (4 dicembre dalle 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 19) consentirà una mappatura delle violenze a motivo religioso, continente per continente. Si inizierà dall’America, trattando fra l’altro il fondamentalismo evangelical degli Stati Uniti e la religiosità mesoamericana divisa fra tradizione indigena e cristianesimo. Riguardo all’Europa, si rifletterà sui nuovi scenari del confronto interreligioso e sulla secolarizzazione, con approfondimenti sugli scontri in Irlanda del Nord e sul genocidio armeno. Si passerà quindi alla situazione in Medio Oriente, trattando i temi della jihad, della crisi siriana e del conflitto arabo-israeliano. Poi l’Asia, dai capisaldi del buddhismo tibetano, al fondamentalismo religioso in Sri Lanka, all’induismo. Infine l’Africa, con i conflitti nella regione subsahariana, le uccisioni religiose in Nigeria, la guerra tra hutu e tutsi, l’islam radicale in Mali.

Il terzo e ultimo giorno (5 dicembre, dalle 9.30 alle 13) sarà dedicato al contributo che le diverse religioni possono offrire al dialogo e alla pace, con la partecipazione di rappresentanti, tra gli altri, della Comunità di Sant’Egidio, del Movimento dei Focolari, della Comunità Religiosa Islamica Italiana (Coreis), dell’American Jewish Commitee, dell’associazione Amicizia ebraico-cristiana, di Religions for peace, della rivista Confronti, della John Cabot University Interfaith Initiative.

Il Convegno “Religioni e conflitti” sarà concluso dagli interventi del filosofo Gaspare Mura, presidente dell’Accademia di Scienze Umane e Sociali di Roma e di David Meghnagi, docente presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre.

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ZENIT Staff

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