Guarire il matrimonio dai problemi di controllo e fiducia

Intervista allo psichiatra cattolico Richard Fitzgibbons

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di Genevieve Pollock

WEST CONSHOHOCKEN (Stati Uniti), venerdì, 29 gennaio 2010 (ZENIT.org).- Sempre più coppie e famiglie sono interessate in questo periodo da problemi di controllo e fiducia, afferma Richard Fitzgibbons, ma attraverso i sacramenti e la pratica delle virtù questi problemi possono essere superati.

E’ stato questo il tema di un seminario recente inserito in una serie di incontri promossa dall’Institute for Marital Healing (Istituto per la Cura Coniugale), che offre risorse per le coppie, i consulenti e il clero su aspetti fondamentali della genitorialità, della vita familiare e del matrimonio.

Fitzgibbons, direttore dell’Istituto, ha lavorato con migliaia di coppie e ha parlato e scritto molto su questi temi. Nel 2008 è stato anche nominato consulente della Congregazione vaticana per il Clero.

In questa intervista rilasciata a ZENIT, parla delle cause moderne delle questioni relative alla fiducia, della distinzione tra essere forte ed essere una persona che tende a esercitare un controllo e delle virtù che forniscono un antidoto a questi problemi.

Lei dice che la sezione più popolare del suo sito web è quella sul controllo del coniuge o del parente. Perché, secondo lei, questo argomento interessa così tanto?

Fitzgibbons: Ci aspettavamo che la parte più consultata fosse quella del coniuge o del parente irritato, e all’inizio siamo rimasti sorpresi dall’accoglienza riservata alla sezione dedicata al controllo coniugale.

Visto che pensavo e pregavo su questo aspetto, sono giunto a una comprensione più profonda dei seri fattori personali e culturali che contribuiscono alla tendenza a dominare o a non fidarsi degli altri, da cui deriva la necessità di esercitare una forma di controllo.

Potrebbe descrivere brevemente alcune della caratteristiche di una persona che tende a esercitare il controllo?

Fitzgibbons: La debolezza più grave della persona che tende a esercitare una forma di controllo, e può accadere a tutti noi qualche volta, è il fatto di trattare il coniuge, che è un dono di Dio, con mancanza di rispetto.

La persona che controlla si ripiega in se stessa e quindi non riesce a vedere il bene nel coniuge.

L’altra grande debolezza è abbandonarsi rapidamente a un’ira eccessiva. II coniugi e i parenti che esercitano il controllo sono irritabili e spesso tristi perché non si può controllare chiunque, visto che tutti abbiamo la dignità e la forza dei figli di Dio.

Le tendenze di controllo, inoltre, danneggiano un matrimonio sano e di donazione e rafforzano l’egoismo, una delle cause principali dei comportamenti di controllo.

Che danni possono derivare dal controllare coniugi o parenti?

Fitzgibbons: I comportamenti basati sul controllo danneggiano l’amicizia coniugale, l’amore romantico e l’amore tra fidanzati, tre settori fondamentali della donazione coniugale che Giovanni Paolo II ha descritto in “Amore e Responsabilità”.

La mancanza di rispetto porta il coniuge a sentirsi triste, irato, diffidente e insicuro. Se questo conflitto non viene affrontato in modo corretto, possono svilupparsi seri problemi, tra cui malattie depressive, disordini legati all’ansia, abuso di sostanze, infedeltà, separazione e divorzio.

Nella nostra società in rapida trasformazione, in cui alla gente è richiesto di controllare o gestire tanti aspetti della propria vita – finanze, salute, lavoro, famiglia, ecc. –, una natura che porta al controllo non è più che altro un beneficio, perfino una necessità per sopravvivere? Vede un aspetto positivo in questo tipo di personalità?

Fitzgibbons: La fiducia e la forza sono tratti di personalità positivi che ci permettono di rispondere alle tante sfide nel grande sacramento del matrimonio e della vita familiare.

La crescita quotidiana nella virtù è tuttavia necessaria perché un coniuge non passi il limite diventando una persona che tende a controllare.

Le virtù fondamentali per bilanciare il dono della forza sono la gentilezza, l’umiltà, la mitezza, l’abnegazione e la fede.

Un grande successo del matrimonio è essere forti e sicuri, ma non controllare. Esorto molti mariti forti a pregare San Pietro perché li protegga, aiutandoli a non diventare leader che controllano in casa propria.

Secondo lei, alla base di una personalità che tende a controllare ci sono questioni legate alla fiducia. Potrebbe spiegare meglio questa affermazione?

Fitzgibbons: Una delle cause principali della tendenza a controllare o a dominare è il risultato di un danno alla capacità della persona di avere fiducia o di sentirsi sicura nell’infanzia.

Di conseguenza, i coniugi possono essere inconsciamente portati dalla paura a controllare, cioè si sentono sicuri solo quando mantengono il controllo, che ovviamente non hanno mai. Conflitti infantili comuni sono l’alcolismo, gli scontri tra i genitori e l’esperienza di un genitore che tendeva a controllare.

Cause più recenti di gravi danni alla fiducia infantile sono la cultura del divorzio e l’epidemia di egoismo tra i genitori, dovuta in gran parte a una mentalità contraccettiva. Molti uomini insicuri assumono un comportamento basato sul controllo anche nel tentativo di infondere sicurezza alla propria fiducia maschile.

Un importante fattore spirituale che non si dovrebbe tralasciare viene poi descritto nel Catechismo della Chiesa Cattolica: “Ogni uomo fa l’esperienza del male, attorno a sé e in se stesso. Questa esperienza si fa sentire anche nelle relazioni fra l’uomo e la donna. Da sempre la loro unione è stata minacciata dalla discordia, dallo spirito di dominio, dall’infedeltà, dalla gelosia e dai conflitti che possono arrivare fino all’odio e alla rottura” (CCC, n. 1606).

Come si possono affrontare questi problemi, cambiando la natura che tende a controllare? Come si può aiutare qualcuno che viene considerato una persona che controlla?

Fitzgibbons: Il primo passo è scoprire questa seria debolezza coniugale.

Se i coniugi avessero più fiducia nella presenza di Dio nel loro matrimonio, non avrebbero paura a sottolineare questa difficoltà e a chiedere un cambiamento.

Il cambiamento necessario può avvenire con un impegno a crescere nella fiducia in Dio e nel coniuge, con un processo di perdono nei confronti di chi ha danneggiato la fiducia nell’infanzia, decidendo di fermare i comportamenti tendenti al controllo di un genitore, meditando regolarmente sul fatto che è il Signore che controlla, crescendo in tante virtù come il rispetto, la fede, la gentilezza, l’umiltà, la magnanimità e l’amore.

Il ruolo della fede può essere molto efficace nel far fronte a questa seria debolezza caratteriale. Abbiamo visto notevoli miglioramenti nella lotta contro questa caratteristica dannosa attraverso la grazia del sacramento della riconciliazione. Esortiamo i cattolici con una tendenza al controllo a cercare la propria guarigione in questo potente sacramento.

Le mogli che tendono a controllare beneficiano dall’approfondimento della loro relazione con la Madonna, rivolgendosi a lei come modello e acquisendo le sue virtù, descritte da San Luigi di Montfort nel “Trattato della vera devozione alla Santa Vergine”.

I mariti che controllano possono beneficiare dalla meditazione su San Giuseppe, chiedendogli di aiutarli ad essere gentili, protettivi, sensibili, guide dedite del proprio matrimonio e della propria famiglia.

Come psichiatra, quando suggerirebbe di cercare aiuto all’esterno, rivolgendosi a un sacerdote o a un consulente per guarire le ferite emotive della persona?

Fitzgibbons: Raccomando di recarsi da un sacerdote prima che da un consulente, perché troppi professionisti della salute mentale sostengono l’attuale cultura dell’egoismo.

Brad Wilcox, un giovane sociologo cattolico della University of Virginia, ha scritto sull’influenza della salute me
ntale sul matrimonio: “La concentrazione della rivoluzione psicologica sulla realizzazione individuale e la crescita personale ha portato a vedere il matrimonio come un mezzo per un’etica auto-orientata del romanticismo, dell’intimità e della realizzazione”.

“In questo nuovo approccio psicologico alla vita matrimoniale, il primo dovere non era nei confronti della propria famiglia, ma di se stessi; il successo coniugale veniva quindi definito non dal far fronte positivamente ai doveri verso il coniuge e i figli, ma da un forte senso di felicità soggettiva nel matrimonio – da trovare in genere in e attraverso un’intensa relazione con il proprio coniuge”.

Crediamo che un sincero impegno da parte di ogni coniuge a crescere quotidianamente nell’autoconoscenza e nelle virtù possa risolvere il conflitto del coniuge con tendenze al controllo senza bisogno di ricorrere a una terapia matrimoniale. Ad ogni modo, sui siti web dei Terapisti Cattolici e della Psicoterapia Cattolica sono disponibili nuove fonti sul matrimonio fedeli all’insegnamento di Cristo su questo sacramento.

L’intercessione della Madonna alle nozze di Cana ha portato al primo miracolo del Signore per dare più gioia a una giovane coppia. Esortiamo le coppie cattoliche che lottano con conflitti di controllo e di egoismo a rivolgersi a Lei per un altro miracolo per il loro matrimonio.

[Traduzione dall’inglese di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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