Sunlight filtering through the leaves of a tree

Pixabay CC0

Guardando le foglie

Disponibili al “vento”, concordi fra loro: è l’armonia

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Le tenui foglioline che colorano di verde gli alberi a marzo, dicono a tutti che la primavera ha acceso e fatto esplodere la vita. É proprio una resurrezione; una pasqua. Il verde della foglia è vita; la sua vibrazione un canto.
Le foglie che in autunno vedo abbondanti sulla strada, mi dicono anzitutto la generosità dell’albero che ha donato tutto: fiori a primavera, frutti in estate; in autunno tutte le foglie; tutte…proprio tutte, fino all’ultima; d’inverno, la sua legna per riscaldarci e per l’utilità dell’uomo.
La foglia che cade danzando leggera, mi invita a invecchiare con gioia, nella consapevolezza che, staccandosi dal ramo, si va a finire nei pressi della radice che ci segnala la profondità delle origini e la solidità della roccia su cui è fondata la vita.
Attraversando un bosco in autunno, quel turbinio di foglie staccate dal vento, non ti pare che siano un segno di festa al tuo passaggio? Non sono quelli i coriandoli di Dio?  E quel tappeto variopinto di foglie, frusciante e canoro sotto i tuoi piedi non l’ha forse steso chi, nella sua fantasia da innamorato, ti voleva ancora una volta segnalare quanto sei importante per Lui? E voleva anche dirti che, come Lui ti tratta da figlio, così tu tratterai da fratello chi ti vive accanto.
D’inverno, camminando sulla neve, ho notato un particolare molto significativo: una foglia gialla, secca, ritenuta già morta, caduta sulla gelida neve, ha avuto ancora la generosità di sprigionare l’ultima sua caloria attorno a sé, tanto da sciogliere quel po’ di neve su cui è arrivata. Mi richiama alla mente le parole di Giovanni della Croce: “Se dove cadi trovi solo il freddo della neve, sprigiona senza esitazione tutto il tuo calore, anche se ti sembra poco, e attorno a te donerai tepore e scioglierai la neve”.
Si dice, che la foglia “cade”; ma è più vero che, finito il suo servizio sul ramo, si stacca per correreipararla dal gelo invernale. La foglia ama la radice tanto che decomponendosi, sciogliendosi, si fa concime, nuovo alimento dell’albero che, anche grazie a lei, frutterà nella nuova primavera, nuovi fiori, nuove foglie e nuovi frutti. Questo annullarsi per amore è adorazione.
E che dire di quella foglia che solitaria è stata sollevata in alto, in alto dal vento, quasi rapita dal cielo a formare la nota più alta d’un coro. Su quel rigo, oltre le nubi, si snoda un concerto formato da altre foglie che assieme a lei e in momenti diversi, si sono concesse a quel “soffio”.
Preziosa e rara disponibilità! Disponibili al “vento”, concordi fra loro: è l’armonia.
Ciao da p. Andrea
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Andrea Panont

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