Card. Reinhard Marx

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Grecia. Card. Marx: "Dopo la crisi serve riconciliazione, non divisione"

In un testo a nome dei vescovi europei, il presidente di Comece ringrazia “tutti coloro che si sono battuti a favore del progetto d’integrazione europea” 

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“Ci siamo lasciati alle spalle i lunghi giorni e le lunghe notti delle snervanti trattative. La crisi greca delle ultime settimane è stata motivo di preoccupazione non soltanto per i nostri leader politici, ma anche per ogni singolo cittadino europeo, che ha vissuto nell’incertezza di sapere se la crisi sarebbe finita con un risultato positivo. Vorrei esprimere la mia gratitudine verso tutti coloro che si sono battuti a favore del progetto d’integrazione europea”. 

Inizia così la dichiarazione scritta a nome dei vescovi europei sulla difficile situazione in Grecia, a firma del cardinale tedesco Reinhard Marx, presidente della Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece).

Nel testo – diffuso su diverse testate, tra cui l’agenzia Sir – il porporato afferma che “nonostante i presagi sfavorevoli, tutte le parti coinvolte – i funzionari delle istituzioni europee, i capi di Stato e di governo dell’Eurozona e i ministri delle Finanze – non hanno abbandonato la ricerca di una soluzione europea comune”. Un risultato positivo, questo, “frutto di singoli individui il cui impegno personale merita un riconoscimento”. 

Ora, però, dice il cardinale, dobbiamo guardare avanti e pensare insieme a una soluzione comune: “Il lavoro che ci aspetta è impegnativo e può essere attuato soltanto dalla Grecia con il sostegno dei suoi partner europei. La stragrande maggioranza dei greci vuole restare nell’Ue e nell’Eurozona. Inoltre, anche gli altri Stati membri vogliono mantenere la Grecia nell’Ue”. 

“Che la soluzione rappresenti un classico ‘compromesso all’europea’ – evidenzia poi Marx – è dimostrato dal fatto che in tutti i Paesi dell’Unione l’accordo è stato sia ben accolto che contestato. Tutti hanno interessi legittimi per un miglioramento della situazione economica della Grecia e perché lo sforzo comune europeo possa andare avanti. Risulta quindi essenziale che tutti gli europei si concentrino sui compiti e gli obiettivi comuni; è indispensabile che lavorino per raggiungerli insieme”. 

Quindi, il compito più urgente consiste adesso nel “ripristinare la fiducia perduta negli ultimi mesi”. “Gli Stati e i governi devono potersi fidare l’uno dell’altro” è l’auspicio del cardinale, “i pregiudizi classici e i luoghi comuni che caratterizzano il dialogo tra i popoli europei, acutizzati dall’atmosfera surriscaldata degli ultimi mesi, devono essere decostruiti e superati”. In tal senso, “è essenziale che tutte le parti in causa si adoperino per ripristinare la fiducia e ricreare un clima più sereno in Europa, esplorando un approccio comune più costruttivo che guardi al futuro”. 

Parlando a nome della Chiesa, il presidente di Comece assicura che essa “ha sempre seguito il processo di unificazione europea con benevolo interesse”. Esprime quindi la sua “profonda soddisfazione” per il fatto che “una soluzione a livello europeo sia stata raggiunta dai capi di Stato e di governo e che né l’Unione europea allargata, né l’Eurozona rischino il collasso”. 

Rimangono tuttavia molti interrogativi: “Il pacchetto di soluzioni proposte risulta praticabile? La Grecia sarà in grado di camminare di nuovo con le proprie gambe dopo aver soddisfatto i requisiti imposti? Come possiamo non perdere di vista le necessità dei poveri e degli svantaggiati?”. Il cardinale Marx incoraggia pertanto “tutti i cittadini europei a impegnarsi per raggiungere il successo vedendolo come un’impresa comune. Ci sono enormi sfide che richiedono una strategia a lungo termine, e possono essere affrontate soltanto grazie a soluzioni coraggiose e creative. Fino ad ora – soggiunge – non è stato compiuto alcun serio tentativo di affrontare le cause strutturali della crisi. Occorre ammettere che c’è ancora molta strada da fare: ridurre la disoccupazione tra i giovani, condividere la preoccupazione per la sorte dei rifugiati, perseguire insieme la pace in Europa (si pensi all’Ucraina) e nelle immediate vicinanze (ad esempio nel Vicino e Medio Oriente)”. 

È essenziale, perciò, “che impariamo la lezione degli eventi delle ultime settimane e che traiamo alcune conclusioni dalla crisi”, perché “l’Unione europea da sola non può affrontare la vasta gamma di questioni che rientrano nelle competenze dei capi di Stato e di governo”. “Gli Stati membri dell’Ue – afferma Marx – devono portare avanti un lavoro più approfondito sui fondamenti della nostra unione economica e monetaria, mentre l’Europa ha bisogno di un coordinamento politico più forte nei settori della politica economica, finanziaria e sociale”.

Di qui l’appello a proteggere e condividere l’originario progetto dell’integrazione e dell’unità europea che “ha portato ai suoi popoli pace, sicurezza e prosperità”. “L’Europa è un progetto di riconciliazione, non di division – scrive il porporato -, Quello che oggi è richiesto è che tutti gli europei si uniscano in modo da portare avanti questo progetto europeo mano nella mano”. Dunque, “non si tratta soltanto della questione dell’euro” ma “di ravvivare l’ideale europeo fissando nuovi obiettivi, nel contesto di un rinnovato impegno”.  E “come cristiani ci impegniamo a cooperare per trasformare questo progetto in realtà, e lo facciamo con profonda convinzione”.

 
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ZENIT Staff

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