Grazie Santo Padre Benedetto XVI

Una preghiera che suona come una lode

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Grazie Santo Padre Benedetto XVI per averci insegnato ad amare la Chiesa, soccorrendola come un Figlio la propria mamma; per essere stato il parafulmine che l’ha protetta; perché, pur denunziandone la sporcizia, ci hai indotto ad amarla; per averci insegnato ad essere operai umili nella vigna del Signore; per l’umiltà che ti ha portato a scegliere di farti da parte perché la servissero forze più giovani. 

Per averci insegnato a chiedere perdono ed aver amministrato misericordia per essere immagine e somiglianza del creatore; per averci scossi con la notizia della tua scelta, ma di non averci mai abbandonati; per aver scelto di restare sulla croce in modo diverso insegnandoci che ci sono varie possibilità per assomigliare al Maestro.;

Perché l’umiltà di seppellirti nel silenzio ci fa capire la ricchezza della preghiera.

Perché hai saputo “esorcizzare” l’immagine che erroneamente si aveva di te facendo prevalere la tua mitezza e la tua bontà; perché, nonostante la tua alta ed arguta intelligenza teologica, hai saputo elevarci alla grandezza di Dio senza farci venire le vertigini e, senza, lasciare indietro qualcuno.

Perché ci hai ricordato di evitare “la dittatura del relativismo etico” senza scandalizzarti dinanzi alle ferite morali del mondo; perché ci hai insegnato con “la cattedra del congedo” ad essere liberi e sereni dinanzi al prestigio dei ruoli rivestiti. 

Perché ci hai ricordato e rimesso al centro la condizione che nella Chiesa il potere è il servizio e il farsi servo di tutti; perché toglierai le scarpe “firmate” e calzerai quelle del pellegrino al crepuscolo della vita; perché hai trasformato il tempo di una rinuncia, dolorosa e sofferta, in potente grido di futuro; perché ti congedi senza clamorema con serenità consapevole e umiltà docile e servizievole. 

Perché scegli di andare altrove senza sbattere la porta; perché non fai un passo indietro ma uno avanti; per l’ultima enciclica non scritta, ma dettata con l’eloquenza dei gesti, dei modi garbati e della profezia messianica. 

Perché hai scelto ed indicato ad altri una pietra su cui poter fondare il futuro ed aprire nuovi orizzonti; perché hai saputo vestire con sontuosità per il decoro liturgico, ma hai vestito di sobrietà ogni parola, anche quelle della condannae hai condito di misericordia ogni scelta e ispirato alla speranza il cammino di ogni uomo.  

Perché confessando la tua mancanza di vigore fisico hai irrobustito la nostra fede; perché ci hai introdotti alla scuola di Cristo che guida la sua Barca ed è presente in mezzo al suo popolo anche quando la navigazione è difficile; perché ci hai chiamati amici e hai trasfuso la “Cioia” nei nostri cuori. 

Grazie, Benedetto perché sei stato colui che ci ha donato il Padre e ci stai insegnando a pregare per il tuo successore.  

Grazie, Benedetto che ti immergi nella preghiera come Mosè sul monte con le braccia levate al cielo per intercedere; e noi, come segno del nostro amore filiale, ti promettiamo, che, quando sarai stanco, reggeremo  le tue braccia come colonne di sostegno perché tu possa elevare al Padre la lode dell’umanità ed attirare su di essa il suo sguardo di benevolenza,  proprio come fecero Aronne e Cur con Mosè stanco. 

Permettici il dono di una carezza da donarti: confida in noi perché ti vogliamo bene!

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Benito Giorgetta

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