Gli spagnoli chiedono al Governo coerenza sul tema dell'aborto

Migliaia di manifestanti hanno sfilato sabato scorso a Madrid per chiedere all’Esecutivo di mantenere le promesse elettorali

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In Spagna la società civile ha battuto sabato scorso, 22 novembre, un importante colpo. Migliaia di persone hanno attraversato le strade di Madrid per una grande manifestazione, indetta dal Forum per la famiglia, in difesa della vita e contro l’aborto. I manifestanti hanno chiesto al presidente del Governo, Mariano Rajoy, di mantenere la promessa elettorale di “sradicare” l’aborto dalla legislazione spagnola.

Promessa che aveva iniziato a prender forma nel dicembre 2013, quando il Governo aveva presentato una riforma della legge sull’aborto approvata nel 2010 dall’Esecutivo del socialista José Luis Rodriguez Zapatero e che consente l’interruzione di gravidanza nelle prime quattordici settimane.

Tuttavia, a causa delle forti pressioni di alcuni gruppi d’interesse e dei timori di perdere consenso elettorale, a fine settembre il presidente Rajoy aveva deciso di ritirare il progetto di riforma, atto a restringere la possibilità di aborto. Alle polemiche seguite a questa decisione si erano aggiunte anche le dimissioni del ministro alla Giustizia, Alberto Ruiz-Gallardón, primo firmatario della riforma.

Il tema torna oggi, dopo la manifestazione di sabato scorso, di strettissima attualità. Le stime sul numero di partecipanti discordano alquanto – 1milione e 400mila per gli organizzatori, 60mila per la polizia -, ma indipendentemente da ciò l’effetto mediatico dell’evento è stato un successo. Tra i manifestanti, anche il sindaco di Madrid, Ana Botella.

Benigno Blanco, presidente del Forum per la famiglia, ha affermato dal palco al termine dell’iniziativa a proposito della riforma prima approvata e poi ritirata dal Governo: “Anche se i cambiamenti approvati sono insufficienti, sarebbero un passo in avanti”. Pertanto, Blanco ha avvertito l’Esecutivo che “la società civile saprà ricompensare con il voto” la scelta di abrogare l’attuale legge sull’aborto. Nel caso non si avranno segni in questo sensi, le associazioni hanno già annunciato che si saranno nuove mobilitazioni.

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ZENIT Staff

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