Gli eccessi del gioco d'azzardo

Aumentano le preoccupazioni sui costi sociali

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di padre John Flynn, L.C.

ROMA, domenica, 26 aprile 2009 (ZENIT.org).- L’avarizia e il materialismo sono stati oggetto di pesanti accuse nell’ambito dell’attuale crisi economica. Ciò nonostante, gli effetti derivanti dalla scristianizzazione della nostra società continuano a farsi sentire.

Nel bel mezzo della Quaresima, una grande società australiana di scommesse, la Tabcorp, ha annunciato di non voler interrompere l’attività delle scommesse neanche per il Venerdì Santo nei due Stati più abitati dell’Australia, il Victoria e il New South Wales.

Secondo un articolo apparso il 17 marzo sul quotidiano Herald Sun di Melbourne, il direttore della Tabcorp, Robert Nason, ha detto che questa iniziativa rientra nel tentativo di ottenere il permesso per lo svolgimento delle gare in Australia anche il Venerdì Santo.

Mentre quest’anno gli scommettitori non hanno potuto puntare sulle gare locali, infatti, l’iniziativa della Tabcorp consentirà loro di farlo sulle corse che si svolgono all’estero.

La notizia ha suscitato ampia disapprovazione da parte delle Chiese. Il Vescovo Christopher Prowse, ausiliare cattolico a Melbourne, ha scritto il giorno seguente all’Herald Sun accusando la Tabcorp di non tener conto dell’adesione religiosa della maggioranza degli australiani.

Dai dati risulta infatti che lo scorso anno, nello Stato di Victoria, la sola Chiesa cattolica ha visto una partecipazione di più di 250.000 persone alle funzioni religiose del Venerdì Santo.

“Il gioco d’azzardo sta già infliggendo un duro colpo ai rapporti interpersonali nelle famiglie e nelle comunità”, ha aggiunto monsignor Prowse. “Non lasciamo che il consumismo ci rovini uno dei rari giorni di sacralità e di riflessione rimasti nel nostro calendario”.

La propensione degli australiani al gioco d’azzardo era già stata oggetto di allarme. Gli abitanti del Victoria, nell’anno finanziario che si è concluso il 30 giugno 2008, hanno perso 2,6 miliardi di dollari australiani (1,4 miliardi di euro) solo sulle macchine da poker, secondo il quotidiano Age del 7 marzo.

Guadagni astronomici

L’articolo ha citato Charles Livingstone, del dipartimento della salute dell’Università di Monash, il quale si è detto sbalordito di scoprire che alcuni centri riuscivano a guadagnare più di 270.000 dollari australiani (145.000 euro) l’anno per ogni macchina.

Precedentemente, il 29 gennaio, il quotidiano Daily Telegraph aveva riferito che lo scorso anno gli scommettitori nello Stato del New South Wales hanno puntato 500 milioni di dollari australiani (268 milioni di euro) in più rispetto all’anno precedente. Questo aumento ha seguito un aumento delle elargizioni da parte del Governo federale ai cittadini nell’ambito di un pacchetto di sostegno all’economia.

Anche in molti altri Paesi ci si preoccupa degli alti livelli del gioco d’azzardo. In Canada il fenomeno raggiunge un giro d’affari di circa 8,7 miliardi di dollari canadesi (5,3 miliardi di euro) l’anno, secondo un articolo pubblicato dal quotidiano National Post lo scorso 1° novembre.

L’autore dell’articolo, Robert Fulford, ha messo in evidenza i problemi di cui soffre chi gioca pesante e le debolezze che vengono sfruttate sia dall’industria del gioco che dal Governo, entrambi con grandi guadagni.

Negli ultimi anni, gli scommettitori si trovano di fronte all’ulteriore fonte di tentazione che è il gioco on-line, a cui possono accedere comodamente da casa.

Internet

Il mondo dell’azzardo su Internet è stato esaminato in uno studio svolto da Robert T. Wood e Robert J. Williams, entrambi professori dell’Università di Lethbridge, nell’Alberta (Canada). Il rapporto pubblicato a gennaio è intitolato “Internet Gambling: Prevalence, Patterns, Problems and Policy Options“.

L’azzardo su Internet – si spiega nel saggio – è per ora una novità e solo il 3% dei canadesi si avvalgono di questa possibilità, a fronte del 92% che partecipa alle lotterie o del 33,9% che fa uso delle macchine elettroniche da gioco.

Dai sondaggi risulta che gli scommettitori canadesi che giocano su Internet, così come quelli di tutto il mondo, identificano nella disponibilità 24 ore al giorno la principale convenienza del gioco on-line, secondo lo studio.

Ad ottobre 2008 risultavano aperti 2.002 siti Internet dedicati al gioco d’azzardo, di proprietà di 520 società. Il numero è inferiore ai 2.500 siti registrati nell’ottobre del 2006 a causa di un consolidamento del mercato che si è verificato negli anni scorsi. I ricavi sono difficili da determinare, osserva lo studio. Tuttavia si citano dati del Global Betting and Gaming Consultants, che stima il giro d’affari del gioco d’azzardo on-line in 600 milioni di dollari canadesi (366 milioni di euro) nel 1998, 5,6 miliardi (3,4 miliardi di euro) nel 2003 e 16,6 miliardi (più di 10 miliardi di euro) nel 2008. Nell’insieme, il ricavato del gioco on-line nel 2007 ammonterebbe a circa il 4%-5% dell’intero mercato dell’azzardo.

Il ritmo di crescita del gioco su Internet ha visto un rallentamento nel 2007 a causa del divieto di questo tipo di scommesse negli Stati Uniti. Tuttavia, secondo lo studio, si stima ancora una forte crescita a lungo termine, grazie all’espansione dell’uso di Internet.

In Canada i Governi provinciali hanno interpretato la legge nel senso di consentire loro di poter gestire lecitamente un sito da gioco, a condizione di limitare l’utenza ai soli residenti nella provincia, spiega lo studio.

Giocatori problematici

Un risultato interessante della ricerca è che, secondo Wood e Williams, i giocatori on-line hanno una propensione 3 o 4 volte superiore rispetto a quelli non on-line di diventare giocatori problematici.

Chi ha problemi di gioco, infatti, gioca solitamente su Internet, e questo è vero sia in Canada che a livello internazionale, osservano gli autori.

Lo studio afferma inoltre che è quasi impossibile vietare efficacemente il gioco on-line. Questa affermazione è poi utilizzata come argomentazione a sostegno della sua legalizzazione, in quanto è meglio che questa pratica emerga e sia legalmente disciplinata e controllata, cosa che tra l’altro assicurerebbe maggiore tutela per i giocatori.

Ad ogni modo, gli autori identificano una serie di problemi legati al gioco on-line.

Anzitutto, una parte importante dei siti di gioco on-line presenta livelli insoddisfacenti di responsabilità nelle pratiche commerciali e di gioco. Inoltre, non è chiaro come assicurare che questi siti si adeguino agli standard minimi di settore.

Tornando al fatto che una parte significativa dei ricavi del gioco on-line proviene da giocatori problematici, Wood e Williams affermano che è “eticamente disdicevole che i guadagni provengano in modo sproporzionato dai segmenti più vulnerabili della popolazione, soprattutto nei casi in cui il Governo è il principale operatore e/o beneficiario”.

La legalizzazione del gioco su Internet aumenterebbe inoltre la sua legittimazione e la sua disponibilità, cosa che promuoverebbe sia il gioco che il gioco problematico.

Un problema ulteriore è quello dei minori che giocano su Internet. La possibilità per i siti di prevenire questo fenomeno, osserva lo studio, appare piuttosto limitata a causa dell’ampia disponibilità legale di carte di credito e di debito per i minori.

In espansione

A prescindere dai problemi, la diffusione del gioco on-line sembra essere inarrestabile. In Gran Bretagna una società, la Ladbrokes, gestisce da sola circa 150.000 transazioni quotidiane on-line, secondo un rapporto pubblicato il 3 febbraio sul Financial Times.

I dati citati dall’articolo riportano stime del giro d’affari relativo al gioco su Internet più elevate rispetto a quelle dello studio canadese.

Secondo i dati del Global Betting and Gaming Consultants, con base nell’Isola di Man, riportati dal quotidiano, l’azzardo in tutto il mondo genera 370 miliardi di dollari (280 miliardi di euro) di ricavi – l’ammontare che rimane nelle mani degli operatori dopo aver pagato le vincite -, di cui 17 miliardi di dollari (13 miliardi di euro) derivanti dal gioco on-line.

Contrariamente alla Gran Bretagna, che ha deciso di dare il via libera a questa nuova forma del gioco d’azzardo, alcuni Paesi europei come la Germania si oppongono alla legalizzazione delle scommesse su Internet.

Secondo l’articolo, l’Unione Europea sta tuttavia esercitando pressione sui Paesi perché aprano i loro mercati, nonché sull’Organizzazione Mondiale del Commercio in relazione alle restrizioni imposte negli Stati Uniti.

Il 1° aprile, il Corriere della Sera ha pubblicato gli ultimi dati sul poker on-line, il gioco più diffuso su Internet in Italia, secondo cui, nei primi tre mesi del 2009, gli italiani hanno puntato un totale di 463,4 milioni di euro.

Se questa tendenza al gioco on-line dovesse continuare a crescere, con tutti i problemi che comporta, nei prossimi anni potrebbero verificarsi gravi ripercussioni, con pesanti costi per le famiglie coinvolte. La necessità di riscoprire le virtù della prudenza e della temperanza è fondamentale, quindi, non solo per l’economia nel suo insieme, ma anche per il problema spesso trascurato del gioco d’azzardo.

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ZENIT Staff

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