Giuseppe Calasanzio: una vita spesa per il bene dei giovani

Si celebra oggi la memoria liturgica del fondatore degli Scolopi, uno dei precursori dell’istruzione di massa

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Alla fine dell’estate e a poche settimane dall’inizo del nuovo anno scolastico, la liturgia odierna propone alla nostra meditazione la figura di un illustre santo, Giuseppe Calasanzio, il quale ha dedicato la sua vita all’educazione scolastica, umana e spirituale delle nuove generazioni.

Giuseppe Calasanzio nasce a Peralta de la Sal, in Spagna, nel 1558, da una famiglia benestante. Ordinato sacerdote nel 1583, nutre una grande considerazione nell’ambiente ecclesiale della sua diocesi, la quale gli attribuisce diversi incarichi, tra cui quello di recarsi a Roma per alcune questioni da affrontare con la Santa Sede. Giunto a Roma trova una situazione di degrado, abbandono, povertà, ignoranza e criminalità, che coinvolge soprattutto i giovani e gli adolescenti. Questa situazione di disagio e di emarginazione lo spinge quasi naturalmente ad iniziare una opera di predicazione e di educazione scolastica.

Il Concilio di Trento aveva suggerito la nascita di scuole festive di catechismo (affidate alle parrocchie e alle confraternite) per un risveglio morale, culturale e formativo della società. Giuseppe Calasanzio amplia l’orizzonte di questa iniziativa, desiderando avviare i giovani all’apprendimento culturale, alla fede e alla pietà.

La Chiesa di Santa Dorotea a Trastevere diventa la prima scuola dove lui insegna. Molti giovani accorrono per partecipare a questa iniziativa; questa abbondanza di alunni determina l’esigenza di avere a disposizione nuovi insegnanti. Per questa ragione Giuseppe Calasanzio, con l’approvazione di Papa Paolo V, fonda la Congregazione Paolina dei Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie, alla quale partecipano sacerdoti ed educatori laici, impegnati a promuovere, attraverso l’insegnamento e l’esempio, la formazione cristiana, morale e civile dei giovani. Nasce così l’ordine dei cosiddetti Padri Scolopi.

Per facilitare una maggiore espansione di questa iniziativa in Italia e in Europa, papa Gregorio XV eleva gli Scolopi all’Ordine Regolare con voti solenni, conferendole una maggiore autorità, essendo riconosciuta dalla Santa Sede.

Tutto questa espansione vede una brusca frenata. Alcuni uomini di Chiesa attaccano la sua opera educativa e formativa, al punto che il Sant’Uffizio decide di privarlo della sua autorità e di declassare l’Ordine a semplice Congregazione senza voti. Giuseppe Colasanzio viene anche tradito da alcuni suoi figli spirituali ma queste tribolazioni non gli fanno perdere la speranza.

Egli nutre la certezza che il suo Ordine sarebbe risorto ed effettivamente così avvenne.

Muore a Roma il 25 Agosto 1648. Alla sua morte la gente di Roma lo considera già santo e desidera che al più presto inizi la sua causa di beatificazione. Nel 1767 Giuseppe Colasanzio è canonizzato da Clemente XIII, e a poco più di cento anni dalla sua morte, il suo ordine rinasce e si espande in tanti paesi del mondo, come lui aveva predetto quando era ancora in vita.

La vicenda di Giuseppe Calasanzio è un insegnamento attuale anche per i nostri tempi, contrassegnati da una profonda emergenza educativa. I dati statistici ci riportano il triste fenomeno delle nuove generazioni che né studiano nè lavorano.

L’accesso all’università è riservato a pochi a causa degli alti costi di iscrizione e di mantenimento al corso di studio. Tanti altri giovani sono sfiduciati nell’intraprendere il percorso universitario, poiché si intravedono pochi sbocchi al mondo del lavoro e, se sorgono delle opportunità, si è costretti a lasciare la propria terra per emigrare verso paesi lontani.

Per quanto riguarda la scuola media inferiore e superiore si assiste all’esasperazione della trasmissione dei contenuti, disinteressandosi della formazione umana e della coscienza civica dei protagonisti del futuro. Oltre a questa criticità, è preoccupante il tentativo in corso di favorire nelle scuole la diffusione dell’ideologia del gender e di altri costumi contrari alla dignità dell’essere umano.

Davanti a questa situazione di disagio, sarebbe auspicabile la nascita di nuove scuole private cattoliche, accessibili a tutti con costi ragionevoli, popolate di sacerdoti e professori laici, i quali potrebbero impegnare le loro mattinate alla formazione umana, scolastica, sociale e marale dei giovani.

Oggi le chiese si tendono a svuotare e ad essere frequentate principalmente da persone anziane. I giovani vivono fuori dalla vita della parrochia. Andare incontro ai giovani nei luoghi che frequentano tutti i giorni della settimana, è un modo per mettere in pratica l’invito di papa Francesco di essere una Chiesa in uscita, capace di raggiungere i lontani attraverso la vicinanza dei pastori e del popolo di Dio.

Ogni cambiamento efficace nasce sempre dal basso, perchè dalle fondamenta della gioventù si costruisce una nuova società. La storia ci insegna che le più importanti trasformazioni della società hanno sempre coinciso con un processo di inculturazione e umanesimo, nato da una sana e aggiornata istituzione scolastica.

San Giuseppe Calasanzio ci ricorda che davanti a situazioni di povertà, esclusione ed ignoranza, la gratuità della formazione scolastica e spirituale è la chiave per aprire la porta di quella crisi economica e morale che flagella il nostro pianeta.

Calasanzio invita i sacerdoti, i laici, tutti gli uomini e le donne di buona volontà a uscire dallo scoraggiamento e ripartire con entusiasmo e fiducia, comunicando ai giovani il loro sapere, la loro esperienza e quella saggezza cristiana, che è stata sempre nel corso della storia la forza vitale per la costruzione di una società equa e solidale, amica e rispettosa del bene comune.

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Osvaldo Rinaldi

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