Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II: grandi testimoni per il nostro tempo

La riflessione di mons. Ireneusz Skubiś, caporedattore del settimanale cattolico polacco “Niedziela”, a pochi giorni dalla doppia canonizzazione

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Oggi, in special modo per quanto sta accadendo in Ucraina, chiediamo misericordia e pace rivolgendo il nostro pensiero verso il cielo, con fiducia in Giovanni Paolo II. Un Papa che è stato grande e unico per tutte le nazioni del mondo. Amato da milioni di persone, come testimone della misericordia di Dio, e rispettato per la forza del suo messaggio missionario.

Giovanni Paolo II è il Papa che ha annunciato al mondo la pace e la forza della divina misericordia. E per questa misericordia prega oggi il mondo intero. Gli uomini portano le preghiere a Dio misericordioso chiedendo aiuto quando la pace è minacciata. Preghiamo tutti pieni di ansia, perché nel 1917 Nostra Signora di Fatima, tanto amata da Giovanni Paolo II, ha chiesto di pregare per la conversione della Russia.

E oggi dobbiamo ancora girare gli occhi a Dio misericordioso e chiedere una scintilla di misericordia per il mondo intero. Si prega affinché questa scintilla sia luce di Dio per quelle nazioni che sono particolarmente coinvolte in una situazione di conflitto. E così sia luce per l’Ucraina e perla Russia. Chiediamo a Dio la luce per l’Unione Europea, affinché riusciamo a capire come mantenere le nostre identità e come sviluppare un progetto di solidarietà ed equità tra tutti i Paesi dell’Ue. Per i politici, che sono così spesso pieni di buoni propositi, affinché siano in grado di assumersi la responsabilità di fare i fatti. Nei giorni della canonizzazione di Giovanni Paolo II ricordiamo che i politici devono prendersi cura del mondo, dando valore ai Paesi dei quali sono guide e responsabili.

Il presto santo Giovanni Paolo II è il Papa che ha mostrato all’uomo moderno il segno della presenza di Dio, la presenza della legge di Dio nella natura umana. Giovanni Paolo II ci ha testimoniato l’importanza della civiltà basata sulla difesa della vita e sull’amore. Immagini che si oppongono alla cultura della morte, di cui è portatrice la civiltà della guerra.

E quando oggi siamo minacciati dalla guerra. Quando la vita di tante persone è minacciata, Giovanni Paolo II indica all’uomo la via per salvare e allo stesso tempo capire la profondità della sua vocazione e realizzazione. Giovanni Paolo II ci ricorda che l’uomo non può comprendersi senza Cristo. Questo grande Papa mostra all’uomo moderno – in Polonia, in Europa e nel mondo – che Cristo è la via dell’uomo, e in Lui ogni uomo può trovare se stesso, trovare la fonte della vita e dell’esistenza.

In questo spirito oggi ci rivolgiamo a Giovanni Paolo II. E l’indicazione per la nostra strada le troviamo in numerosi documenti da lui firmati. Sono sicuro che lo spirito del Concilio Vaticano II è molto presente in tutta l’azione e l’insegnamento del grande pontificato di Giovanni Paolo II. Significativo che il 27 aprile saranno canonizzati insieme due papi legati al Concilio Vaticano II: Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.

Giovanni XXIII convocò il Concilio Ecumenico Vaticano II, dando speranza di aprire la Chiesaall’uomo; Giovanni Paolo II riferisce tutta la sua attività al Vaticano II. Ricordo bene il giorno in cui Giovanni XXIII annunciò il Concilio Vaticano II. Papa Giovanni ha voluto che la Chiesafosse fresca, allegra, aperta. Per me il Concilio Vaticano II è stato l’inizio della primavera della Chiesa. Così, quei due grandi papi canonizzati nello stesso giorno – la Domenica della Divina Misericordia – diventano patroni per il mondo e per tutta la Chiesa. Sono, tutti e due, spirito vivificante per l’umanità. E sono anche un segno di apertura della Chiesa per la pace nel mondo. Basta ricordare in tal senso la grande Enciclica di Giovanni XXIII Pacem in Terris. Possa questa pacem in terris realizzarsi oggi, che siamo coperti dalla scintilla della misericordia di Dio rivelata da Cristo.

Ricordo bene e porto nel mio cuore i santi papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Bisogna anche ricordare che il nome Giovanni Paolo II contiene il nome di Giovanni XXIII. Secondo me la canonizzazione di Giovanni Paolo II e Papa Giovanni XXIII è un rinnovamento della Chiesa. È un segno della Chiesa dopo il Concilio Vaticano II: una Chiesa rinnovata, una Chiesa della Nuova Evangelizzazione. Èla Chiesache cerca ogni uomo, che cerca nuovi metodi di Evangelizzazione. I due papi, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, sono i veri testimoni della Chiesa del Concilio. Questi papi hanno evidenziato il dinamismo della Chiesa, la vitalità della comunità ecclesiale e il dinamismo della fede. Quando sarà il momento della canonizzazione penserò alla Chiesa, ma anche al nostro mondo. Penserò che ancora oggi l’uomo cerca la via verso Cristo.

Giovanni Paolo II è senza dubbio uno dei più grandi papi nella storia della Chiesa e del mondo, col quale la Chiesa è cresciuta e si è sviluppata. Giovanni Paolo II è stato il Papa che ha capito molto bene per l’evangelizzazione la necessità della comunicazione e dei mass media. Una sera, durante una cena nel Palazzo Apostolico, Giovanni Paolo II mi diede un telefono cellulare. Questo è stato un segno non soltanto della vicinanza di Giovanni Paolo II alla mia persona, ma anche la dimostrazione che Giovanni Paolo II avesse capito l’importanza della comunicazione moderna. Oggi, quel gesto rappresenta per me il simbolo del fatto che dobbiamo usare le opere di comunicazione in modo responsabile, con grande amore e gentilezza verso gli altri. Anche perla Poloniadi oggi Giovanni Paolo II ha la più grande autorità. Egli ci parla ancora. Essendo il Padre del cristianesimo è anche il Padre della nostra nazione. In un certo senso, in Giovanni Paolo II, nella sua persona, troviamo il santo patrono della nostra patria. Preghiamo oggi in Polonia, papa Giovanni Paolo II sarà uno dei principali patroni della Polonia, accanto a Sant’Adalberto e a San Stanislao.

In collaborazione con don Mariusz Frukacz

Mons. Ireneusz Skubiś, sacerdote nella diocesi di Czestochowa dal 1961. Come seminarista ha partecipato a Cracovia nel 1958 all’ordinazione vescovile di Karol Wojtyła. Mons. Skubiś dal 1981 è il caporedattore del settimanale cattolico “Niedziela”.

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Ireneusz Skubiś

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