"Giovani universitari di Garissa uccisi anche dall'indifferenza dell'Occidente"

Valentina Colombo e Alberto Gambino, docenti alla UER, lanciano un manifesto di solidarietà

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“Il silenzio assordante di intellettuali, università, professori e uomini di cultura davanti al massacro al Garissa University College lascia davvero sgomenti”. Lo dichiarano in una nota il prof. Alberto Gambino, direttore del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università Europea di Roma e la prof.ssa Valentina Colombo, docente di Cultura e geopolitica dell’islam nel medesimo ateneo.

“In pochi riescono a comprendere che l’obiettivo della mattanza degli studenti cristiani ha di mira il diritto universale all’educazione e all’istruzione, unico strumento in grado di emancipare i popoli dalle povertà e dall’ignoranza”.

“L’odio razziale – proseguono i due docenti – si fonda infatti sull’ignoranza, ha paura dell’istruzione e del pensiero critico, uccide gli studenti pur definendosi movimento dei ‘giovani’ (shabab)”.

“E l’Occidente, con le sue radici illuministiche, che fa? Resta silente anziché urlare la solidarietà nei confronti delle minoranze religiose e sociali, cristiani, donne che sono stati uccisi a Garissa solo perché considerati inferiori”, concludono i professori e lanciano “la necessità di un manifesto in solidarietà di tutti quei giovani che hanno perso la vita perché stavano cercando di costruire un futuro migliore studiando e perché chiunque uccida i luoghi del sapere e chi li frequenta è un nemico dell’umanità e del nostro futuro”.

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ZENIT Staff

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