© Archivio Don Orione

Giordania: eretta la nuova parrocchia 'Regina della Pace' a Zarqa

La parrocchia, fortemente voluta dal patriarca di Gerusalemme uscente, Fouard Twal, è stata affidata agli orionini

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Da tempo il Patriarca di Gerusalemme aveva individuato il bisogno di costituire una nuova parrocchia nella vasta zona di Zarqa Nuova che affiancasse nella cura pastorale l’unica parrocchia cattolica della città di un milione di abitanti. Dopo due anni di contatti e accordi con i Superiori della Congregazione di Don Orione, proprio allo scadere del suo mandato, il patriarca Fouad Twal, ha comunicato a don Flavio Peloso, anch’egli al termine del suo servizio di superiore generale, la costituzione della Parrocchia territoriale Maria Regina della Pace in Zarqa Nuova. Primo parroco sarà padre Hani Al-Jameel Plus Yono FDP e vicario parrocchiale Padre Antonio Ursillo, FDP.
La presenza della congregazione orionina ha il suo baricentro nel Don Orione Center che manterrà la sua fisionomia di luogo di pastorale educativa, caritativa e parrocchiale accanto anche al Santuario Regina della Pace che conserva, per il maggior bene del Popolo di Dio, la sua identità e attività proprie di Santuario mariano diocesano. Presente anche il Centro professionale Saint Joseph degli orionini. La Scuola è oggi frequentata da oltre 600 giovani, in gran parte mussulmani, con poco più un centinaio di cristiani.
“La nuova parrocchia – racconta il neo parroco – costituisce un evento importante dello sviluppo della presenza orionina in Giordania ove si possono curare pastoralmente i cristiani ma non predicare la fede cristiana. Ma si può praticare la carità verso tutti. Lo spirito orionino è andato creando simpatia e buona convivenza. Anche a Zarqa è entrato il costume del Gahua arabìa, una specie di “caffè di Don Orione”. Ci sono già numerosi laici che usano il “noi orionini” e soprattutto vibrano sui temi e progetti orionini di Provvidenza, di carità, di poveri e profughi”.
“Sono circa 600 – prosegue Padre Hani Al-Jameel Polus Yono – le famiglie cristiane con cui siamo in contatto”, riferisce il confratello Padre Hani. “Poco più di un centinaio sono cattoliche. Ma qui le diversità di rito e di storia sono molto sfumate e i cristiani si uniscono volentieri agli altri cristiani anche se di diversa denominazione. Si è creato un bel clima di familiarità”.

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ZENIT Staff

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