Gioia Tauro: tornano visibili le corone in oro benedette da Wojtyla

Le opere furono realizzate dal maestro Carmelo Raco e portate a San Giovanni Paolo II nel maggio 1999

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Con grande entusiasmo, don Antonio Scordo, parroco del duomo di Gioia Tauro (RC), parrocchia di Sant’Ippolito martire, ha riscoperto le corone in oro realizzate dal Maestro gioiese Carmelo Raco e benedette da San Giovanni Paolo II nel maggio del 1999.
La sua intenzione è farle riscoprire anche al popolo gioiese ed a tutti i fedeli in occasione della conclusione del mese mariano di maggio. Le Corone sono state realizzate, allora, grazie alle offerte dei fedeli che hanno voluto offrire gli ori necessari (successivamente fusi) per la realizzazione delle stesse.
Le due corone sono state realizzate affinché venisse incoronata la statua della Madonna del SS. Rosario col Bambino (opera lignea del 1914 conservata all’interno del Duomo di Gioia Tauro).
Qualche nota storica e tecnica può essere utile affinché si comprenda bene ed al meglio l’importanza delle stesse. La prima corona ad essere realizzata è stata quella del Bambinello che ha un diametro di 12 cm per un’altezza di 18 cm.
Il primo elemento è il Crocefisso – sempre al centro della fede – incastonato nell’anello portante, vero capotraccia per le altre figure che si susseguono ai lati con la rappresentazione in forme stilizzate delle pie donne piangenti, le quali riproducono il dramma della tragedia in tutta la sua esasperazione. Nei loro gesti si congiungono i due passaggi dell’evento determinante di Cristo, la morte e la resurrezione.
Altra figura predominante della corona è l’Angelo. Esso rappresenta un anello di congiunzione fra il mondo terrestre e quello celeste. Librante in aria con ali ponderose spianate in volo, con il braccio teso verso lo spettatore, passa la Sindone, il Sacro Lenzuolo. Infine gli Apostoli, accostati da vibranti piani avvolgenti che chiudono la composizione cilindrica delle figure bibliche cariche di energia che esprimono appieno il dramma della passione. Essi sono testimoni del tempo e, con il gesto di accogliere dall’Angelo la Sindone, si assumono la responsabilità di trasmettere fedelmente i fatti storici accaduti.
La seconda corona, più grande, è quella della Madonna, con dimensioni di 18 cm di diametro alla base e di 20 cm di altezza.  La stessa è composta da ben nove figure incastonate in un complesso sistema di piani ed aste ritte e concentriche che esprimono dinamismo ed energia vitale al contesto figurativo, rendendo evidenti i segni di giubilo.
Le prime figure realizzate sono state l’Arcangelo e la Madonna, figura esile di ragazza adolescente. Essa è investita dall’enorme dovere divino per bocca dell’Arcangelo Gabriele, impaurita e tremolante di fronte alla figura angelica. Maria, fiduciosa della grazia di Dio, non esita ad accogliere in se il frutto del grande evento. Segue la Sacra Famiglia e la figura imponente di Dio che comanda all’incaricato Messaggero, l’Arcangelo Gabriele, di portare il grande Annuncio all’ancora adolescente Maria.
Per finire con il gruppo inscenato dell’assunzione in cielo della Vergine accompagnata dal Figlio. Quando tutto si è compiuto per volere di Dio, tutto si placa, è giubilo! Alla dimora del Padre, ritorna Maria coronata di stelle, portata dal Figlio.
Con le seguenti parole San Giovanni Paolo II, nell’udienza del maggio 1999, in piazza San Pietro, ha benedetto le due corone presentategli da Mons. Francesco Laruffa (allora parroco del Duomo della Città di Gioia Tauro): “Ho il piacere di benedire le corone auree della Parrocchia di Sant’Ippolito di Gioia Tauro che saranno imposte all’Effigie della Madonna con Bambino dal Cardinale Moreiera”.
Le corone riportate a Gioia Tauro e custodite in eleganti cofanetti, furono esposte in piazza Duomo, a Gioia Tauro, il 30 maggio dello stesso anno. Il cardinale Lucas Moreiera Neves, allora prefetto della Congregazione dei Vescovi, celebrò nell’occasione la solenne cerimonia dell’Incoronazione, alla quale parteciparono l’allora Arcivescovo Metropolita di Reggio Calabria, mons. Vittorio Mondello, l’allora vescovo della diocesi di Oppido-Palmi, mons. Domenico Crusco, oltre ad altre autorità civili, militari e religiose.
La prima delle corone che venne imposta nel corso della solenne cerimonia, dalle mani del cardinale Moreira Neves, fu quella del Bambino, a cui venne dedicato il titolo di Piccolo Bambino eterno, Dio Salvatore del mondo, successivamente quella della Madonna con il titolo di Regina della famiglia modello del genio femminile.
La riscoperta delle corone ha fatto emergere nell’attuale parroco del Duomo di Gioia Tauro, don Antonio Scordo, la ferma volontà di realizzare un’opera che possa testimoniare la generosità dei fedeli e la devozione alla Vergine Santa ed al Bambino. Nello stesso tempo, l’itinerario teologico impresso in oro dall’abilità del Maestro Raco permetterà di iniziare un percorso d’arte e fede.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Domenico De Angelis

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione