Geova a Messa

Ottobrata geovista: Domeniche XXVIII, XIX, e XXX del T.O. (ciclo A) (Seconda parte)

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Abbiamo qui tre documenti, impegnativi ma adatti a mostrare la finezza a cui si spinge la dirigenza geovista pur di far dire alle citazioni di Autori o della Bibbia ciò che non dicono o di non far loro dire ciò che dicono. Giudichino i lettori se è facile contrastare certe insinuazioni… Il GRIS (Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-religiosa) è nato per aiutare sia i propri fratelli di fede cattolica sia i TG che sono le prime vittime delle “invenzioni” della Società Torre di Guardia.

5. UN GESUITA CONTRO LA TRINITA’ O FORSE UN’ABILE POTATURA?

Il seguente testo dimostra come il CD dei TG si sia avvalso di una regola sintattica dell’inglese per attribuire falsamente al biblista John L. McKenzie una posizione critica a favore della concezione monopersonale di Dio, contro “le definizioni trinitarie” elaborate dalla Chiesa. Esse sarebbero illegittime sia per aver usato nella loro formulazione “termini filosofici greci” sia perché sorte come “risultato di lunghe controversie”. Ecco il testo:

“Nel suo Dizionario Biblico il gesuita John L. McKenzie dice: “La trinità delle persone all’interno dell’unità di natura è definita in termini di ‘persona’ e ‘natura’, che sono termini filosofici greci; essi infatti non appaiono nella Bibbia. Le definizioni trinitarie sorsero come risultato di lunghe controversie nelle quali questi termini, e altri come ‘essenza’ e ‘sostanza’, furono erroneamente applicati a Dio da alcuni teologi”. – Cittadella Editrice, 1973, p. 1009.” (Ragioniamo p. 404)

Il testo, riportato con esattezza da Ragioniamo, fa pensare che quei termini “erroneamente applicati a Dio da alcuni teologi” sia da capire come “indebitamente applicati” e le “lunghe controversie” fanno pensare a soluzioni di compromesso nonostante il disaccordo di vedute. Invece storia attesta che le lunghe controversie furono causate dal diverso concetto di “persona” e di “natura” che si avevano in Oriente e in Occidente. Perciò esse si risolsero in pieno accordo quando fu condiviso lo stesso concetto preciso per entrambi i termini. Quanto allo “indebitamente” si deve notare che l’espressione del testo originale del dizionario del McKenzie, scritto in inglese, dicendo “were erroneously applied” era sintatticamente obbligato, in quanto l’avverbio deve essere collocato tra l’ausiliare “were” e il participio “applied”. Ma traducendolo di peso in italiano ne viene fuori un testo ambiguo, non distinguendosi appunto se si parla di applicazione indebita o di applicazione errata perché sbagliata nel modo. Ma la verità della possibilità, e quindi legittimità, di usare quei termini filosofici greci, risulta chiara dal prosieguo del testo del dizionario (ohibò, potato dal CD al punto giusto!) che dopo “… da alcuni teologi”  dice: “L’affermazione definitiva di trinità di persone e unità di natura fu dichiarata dalla chiesa come l’unico modo corretto in cui si potessero usare questi termini”. Ovvero il McKenzie non sostiene, come il CD vuole farci credere, che fu un errore usare quei termini per elaborare definizioni trinitarie (intelligibili e non contraddittorie) utilizzando termini desunti dalla filosofia greca. Dice invece che furono usati in maniera sbagliata “da alcuni teologi” ma che esisteva il modo di usarli correttamente. Tra l’altro è noto che le capacità espressive del greco erano molto maggiori e più precise rispetto alle modeste capacità espressive dell’ebraico. Ed è per questo che la Chiesa ha deciso di utilizzare la filosofia greca come “ancilla theologiae” (serva della teologia).

6. GESU’ UNA “COSA” TRA LE “ALTRE?

Nella NM dei TG in Colossesi 1,16-20 si trova stampato per cinque volte che il Figlio di Dio è relazionato non a “tutte le cose” come recita la versione CEI e forse tutte le altre versioni, ma sarebbe relazionato a “tutte le [altre] cose” (gr. ta pànta) Lo [altre] tra parentesi quadre è nella NM! Ciò sembra proprio escogitato a servizio dell’idea geovista affermante che il Figlio sarebbe Michele Arcangelo, cioè una creatura (e non persona trinitaria) e sarebbe la prima ed unica creatura creata direttamente da Geova che poi, con Cristo, avrebbe creato quindi “tutte le [altre] cose”. Non è un sospetto malevolo ma l’intento dichiarato che leggiamo in questo altro testo. Dopo aver indicato (ma impertinentemente!) dei passi biblici ove il “panta=tutto” è unito ad “altri-altre”, si conclude applicando lo stesso criterio al passo di Colossesi dicendo : “In armonia con tutto ciò che la Bibbia dice riguardo al Figlio, NM attribuisce a panta lo stesso significato in Colossesi 1:16, 17, traducendolo così: “Per mezzo di lui tutte le altre cose furono create. . . Tutte le altre cose sono state create per mezzo di lui e per lui”. Viene così indicato che anch’egli è un essere creato, parte della creazione di Dio.” (Ragioniamo facendo uso delle Scritture 1985, p. 406)

Sono davvero molte le bugie e gli arbitrii usati in questa presentazione. Elenchiamoli: 1) nei tre passi indicati, da cui si sarebbe preso esempio, – che sono Luca 13,2; Luca 21,29; Filippesi 2,21 – si espongono situazioni del tutto differenti da quella di Colossesi; 2) i traduttori della NM ne hanno piena coscienza perché nella stessa NM in quei passi non pongono “altre” tra parentesi quadre. Il che vuol dire che qui in Colossesi non si dà al panta lo stesso significato che ha in quelle citazioni. Se fosse vero si sarebbero sentiti autorizzati a non usare neanche in Colossesi per l’aggettivo “altre” le parentesi quadre che invece vediamo stampate nella NM. 3) come avverte la NMrif a pag. 7 le parentesi quadre non fanno parte del testo originale ma sono “inserite per completare il senso del testo italiano”. Di fatto però qui in Colossesi esse non completano ma cambiano il senso, facendo diventare Gesù una “cosa creata”. Questo l’inganno!; 4) Si noti l’audacia di aver tolto le parentesi quadre all’aggettivo “altre” nella citazione – virgolettata, e che perciò doveva essere fatta di peso! – di Colossesi riportata in Ragioniamo; 5) Nel libro di Mons. Minuti (ai DOC n. 30, 31, 32, 33, 34, 35) sono riprodotte ben sei luoghi di opere stampate dalla WT ove il suddetto passo di Colossesi viene sempre citato senza parentesi quadre, ovvero promuovendo quell’aggettivo, strategicamente studiato, a Parola di Dio.

7. GESU’ DECLASSATO DA “ADORATO” AD “OMAGGIATO”

Si ricorderà che, come già per la preghiera così per l’adorazione, il geovismo dice che la Bibbia esige che siano rivolte esclusivamente a Geova. Senonché nella documentazione del libro di Mons. Minuti si scopre che in Ebrei 1,6 Dio Padre comanda agli angeli (e stranamente qui la NM non dice agli “altri” angeli come, secondo la loro concezione di Gesù Arcangelo Michele, avrebbero potuto e dovuto aggiungere!), comanda di “adorare” il Figlio quando lo spedisce sulla terra. E viene documentato: a) che tale invito esiste sorprendentemente nella stessa NM geovista del 1967 che recita “E tutti gli angeli di Dio lo adorino” (DOC 40); b) che il verbo “lo adorino” esiste da sempre, cioè dalla prima traduzione biblica fatta dalla WT nel 1950 che dice “And let all God’s angels worship him” (DOC 39); c) che evidentemente, accortisi dello svarione, gli “ingegneri” del CD sono ricorsi perfino alla modifica della versione interlineare greca offrendone una doppia versione contraddittoria (e si ricordi, come abbiamo già detto, che la KIT-Interlineare fa da metro di riferimento per la bontà o meno di ogni traduzione). Infatti nella KIT del 1969 sotto al verbo greco proskynesàtosan si rende “let do obeisance toward him all angels theoù”, cioè “gli rendano om
aggio”, mentre in altra versione posta accanto sulla stessa pagina si dice, come nella New World del ’50 “let all God’s angels worship him”, cioè “lo adorino” come se adorare e rendere omaggio significhino la stessa cosa! (DOC 41); d) che in una successiva edizione della KIT, fatta nel 1985, si elimina la contraddizione mantenendo sotto al greco la stessa versione del ’69 uniformandovi anche la versione accanto che dice “let allo God’s angels do obeisance to him” (DOC 42); e) infine Don Minuti documenta che, per rispondere alle varie perplessità provenienti dai TG più acculturati, il CD ha deciso con la NMnrif italiana del 1987 di riconfondere le idee rispedendo i poveri TG in alto mare. Infatti nel testo sacro traduce “gli rendano omaggio” ma in nota spiega “Rendano omaggio”; o, “adorino”. Gr. proskynesàtosan; lat. adorent.

(seguita; la prima parte è stata pubblicata mercoledì 8 ottobre 2014)

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Sandro Leoni

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione