Geova a Messa

Confronto tra cattolicesimo e geovismo sulle Letture della Liturgia di domenica 30 marzo 2014 – IV Domenica di Quaresima – “Laetare” (ciclo A)

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I testi della Liturgia odierna nelle tre Letture: Prima: 1Sam 16,1.4.6-7. 10-13; Seconda Ef 5,8-14; Vangelo: Gv 9,1-41     

Se avessimo un interlocutore desideroso di conoscere la nostra spiritualità liturgica, in questa IV Domenica di Quaresima, gli additeremmo e tratteremmo:

–          La tematica del “laetare” (alliètati)con cui si inizia il testo liturgico additando la prossima Pasqua, salvezza, liberazione, risurrezione, felicità;

–          quella della consacrazione battesimale (di cui quella di Davide è prefigurazione) che ci dona regalità, ci rende principi, figli del Re dei cieli;

–          quella del lavacro di rigenerazione battesimale che dona la grazia e ci fa figli adottivi innestandoci nel Corpo del Figlio di Dio naturale;

–          quella della illuminazione (luce e acqua sono simboli divini) ricordata da Paolo agli Efesini che ci riporta anche alla spiritualità del Natale, festa degli “illuminati”, di coloro che “vedono” la realtà così com’è cioè con gli occhi della fede;

–          occhi della fede che, come per il cieco nato, progrediscono nella comprensione del mistero di Cristo vedendolo: come uomo, come l’inviato di Dio, come profeta, come il Figlio dell’uomo, come il Signore da adorare e seguire.

Ahimé, nulla di tutto questo può interessare il nostro amico Testimone di Geova. Ma va anche detto che, dal punto di vista dottrinale, non riscontriamo in nessuna delle Letture cose di rilievo quanto alla diversità di traduzione biblica. Il che ci offre occasione – come altre volte ma questa volta suggeritaci dalla tematica della illuminazione – di parlare di un punto fondamentale della dottrina geovista: quello della “verità” e più precisamente di quella che nel geovismo è definita “verità crescente”. Siamo dunque di nuovo al…

GEOVISMO IN PILLOLE

La luce-verità crescente

Questo concetto rappresenta l’ultima spiaggia su cui il proclamatore TG crede di trovare rifugio per non naufragare di fronte alle contestazioni – documentate! – circa le profezie sbagliate e i grandi cambiamenti di dottrina che il geovismo ha operato e continua a fare nella sua relativamente breve storia. Cambiamenti che, logica vuole, mettano in dubbio la veridicità della “verità” geovista, quanto alla sua pretesa di essere divina, e/o, se si vuole, la competenza della dirigenza geovista nel cavarla dalla Bibbia. Messo davanti alla contraddizione del fatto che il Corpo Direttivo dei TG (o Watchtower che dir si voglia) ha dato per certe determinate dottrine e in seguito le abbia o ritoccate o del tutto abbandonate e sostituite con altre perfino di segno contrario, il TG ritiene di poter giustificare tale manovra e di dover dare comunque fiducia a chi gli insegna la nuova dottrina dicendo che Geova adopera per il suo popolo il sistema della “luce crescente”.

Il passo biblico che la WT invoca per farsi credere autorizzata a tali cambiamenti sarebbe quello di Proverbi 4,18 che suona: “Ma il sentiero dei giusti è come la fulgida luce che risplende sempre più finché il giorno è fermamente stabilito.” (NM). Passo che noi vediamo impertinente al discorso giacché, pur adoperando una metafora che parla di luce che cresce, allude non alla dottrina ma al progresso spirituale nel comportamento virtuoso; ma soprassediamo….

Ci viene però d’obbligo una distinzione: anche nella teologia cattolica esiste un concetto di progresso, o di luce di verità che cresce, ma esso non va riferito a nuove rivelazioni (che non esistono perché Dio ha chiuso la sua rivelazione perfezionandola in Gesù e quindi con la morte di S. Giovanni ultimo agiografo della Bibbia) né tantomeno a cancellazioni di verità già insegnate, bensì solo alla nostra comprensione e approfondimento del dogma-fede di sempre. Ovvero ciò che può cambiare non è la rivelazione di Dio ma la nostra comprensione di essa che, anche se certa, può sempre migliorare in arricchimento di intuizioni, di applicazioni e profondità. Ciò è dovuto a vari fattori (progresso degli studi biblici, conoscenza ulteriore delle lingue semitiche, dei generi letterari, scoperte archeologiche, intuizioni suggerite dallo Spirito Santo, acume della ricerca esegetica e teologica…) sia dalla diversa attualizzazione del messaggio in rapporto ai tempi storici che si vivono e ai segni dei tempi che permettono di comprendere le tendenze verso cui procede la storia. (1)

Ma, pur non negando tale ovvia progressività presente anche nel geovismo, non è questa la concettualizzazione di “luce crescente” che viene insegnata al TG da parte della dirigenza della sua Congregazione. Per essi luce crescente significa, come abbiamo detto, possibilità da parte di Geova di… cambiare le carte in tavola quanto a verità precedentemente insegnate; verità che si ritengono da Lui rivelate. Il che, per la comprensione che noi abbiamo della divinità come Perfezione sussistente che, dice il catechismo “non può né ingannarsi né ingannare” (2), è una eventualità assurda. la luce crescente geovista è sinonimo di verità attuale, verità ora promulgata, cioè verità relativistica che dura finché può. E’ insomma la controfigura di quella che in italiano si chiama “opinione”.

Cosa dire dunque al nostro caro fratello Testimone che non si rende conto di come la cosa non stia in piedi se si pretende che tale concetto sia applicato anche a ciò che Dio rivela? Come far capire che non solo non è credibile una tale dottrina, ma è da rigettare espressamente come falsa? Ecco dunque alcune osservazioni sulle quali suggeriamo far leva per indicare i motivi della nostra ferma opposizione al concetto della cosiddetta “luce crescente” proposta dal CD dei TG come rientrante tra le cose da credere.

1)- Anzitutto scegliere tra le varie “verità” cambiate quelle che si ritengono più scioccanti. Se ne può ricavare un buon elenco dal sito www.infotdgeova.it che invitiamo a consultare;

2)- Si può soprattutto ricordare che Russell, fondatore del movimento, ha parlato espressamente di luce crescente ma ne ha dato un intendimento corretto e accettabile. Usò l’esempio della aggiunta di lampade in una stanza poco illuminata. Man mano che la luce cresce ovviamente vengono alla luce nuovi oggetti e nuovi particolari prima non visibili. Ma questo – è sempre lui ad averlo detto – non può mai far accadere che la nuova luce distrugga l’esistenza di cose (=dottrine) viste precedentemente anche con la poca luce, che anzi non potrà che confermarle. E questo lo disse premettendo che alludeva alla dottrina rivelata, dicendo espressamente che sarebbe ben diverso se si trattasse di luce umana imperfetta, nel qual caso sì, una successiva ricerca poteva modificare un precedente intendimento. Si trattava quindi di accreditare la dottrina geovista come proveniente da Dio;

3)- In relazione al punto precedente si tenga presente lo schema del cosiddetto “Canale di comunicazione” che Geova adoprerebbe per guidare il suo popolo. Esso, illustrato a pag. 16-17 di “Rivelazione il suo grandioso culmine è vicino!“, si compone di Geova stesso che spedisce il raggio di luce (intendi, dottrina e direttive) a Gesù, il quale lo spedisce agli angeli, i quali lo spediscono allo Schiavo Fedele e Discreto (che, si insegna, essere rappresentato dal Corpo Direttivo) il quale lo distribuisce ai fedeli. Tale struttura permette alla WT di parlare di “gestione teocratica” della congregazione e di esigere che tutti devono accettare in silenzio e obbedienza quanto viene trasmesso. Ma comporta anche (lo si gradisca o no) che, qualora vi siano delle variazioni e/o rinnegamenti, non essendo accettabile che sia il settore “celeste” a sbagliare, sarà per forza lo snodo terreno del Canale a non funzionare bene, o, più logicam
ente, ad essere lui, il CD, a fabbricare le precedenti verità sulle quali ha poi opportuni e obbligati ripensamenti;

4)- Si può anche criticare la teoria del “bordeggio” con cui il CD cerca di giustificare i ripensamenti. Come il navigante a vela – si dice -, laddove il vento cambi direzione, provvede procedendo a zig zag ma sempre verso la meta prefissata, così sarebbe il caso dell’insegnamento geovista. Questo non è accettabile se è vero che è Geova a trasmettere le verità. Nel caso del navigante abbiamo che tutta la scelta del dove andare dipende da lui, cioè da scelte dettate da oculatezza umana e condizionata da fattori esterni, ma nel caso geovista si pretende che sia Dio stesso a indicare una certa direzione e poi a correggerla e non che sia l’uomo a procedere per tentativi;

5)- Se il TG sostenesse che Geova non sbaglia mai sia se dice “A” sia se in seguito lo cambi in “non A”, e quindi il fedele TG si pone in una situazione che egli ritiene “logica” ma è razionalmente “illogica”, si potrà forse utilmente far riferimento a testi della Scrittura che suonano “Dio è la roccia” (qualcosa di stabile si spera!), o “Io sono Dio, non un uomo, io non muto”, egli è “il Padre della luce presso il quale non vi è ombra di cambiamento” etc… Facendo riferimento a quel curioso titolo del libro citato in nota n. 2 , si potrebbe anche chiedere… “Ma tra le cose nelle quali è impossibile che Geova menta non dovrebbero rientrare di diritto quelle il cui rinnegamento stravolge la vita dei suoi fedeli deludendoli per aver sofferto invano, per aver atteso con ansia un evento che poi non era vero aspettarsi? Geova poteva mentire su queste cose?” E si potrebbe esemplificare citando la celebrazione del Natale poi rinnegata come pratica pagana; la venerazione della croce poi vista come aberrante culto idolatrico; la scoperta nel 1935 della terra paradisiaca e delle Altre Pecore come seconda classe di salvati quando per mezzo secolo la Bibbia avrebbe insegnato che esisteva solo la speranza della salvezza celeste riservata a 144.000 Unti ecc…

6)- Si potrebbe anche chiedere: “Ma ciò che dice ora il CD (o Geova che sia) va preso sul serio? Va creduto o va ritenuto ipotetico, suscettibile sempre di futuro cambiamento? E se è così, come si fa a chiamare “verità” ciò che viene detto ora (e fu detto e rimangiato ieri) e non piuttosto “opinione, veduta, ipotesi, probabilità ecc…? Il rispetto della verità non comporta anche l’uso esatto del senso dei vocaboli?” E ancora: “Come si pone Geova di fronte a quei fedeli ai quali avrebbe imposto il sacrificio della vita per credere a una dottrina non vera? E la WT che l’ha insegnata come proveniente da Lui (il che è anche in contraddizione con la teoria del “bordeggio” che dipende dai propri tentativi e dallo “studio” da cui la dirigenza ritiene di prendere luce) cosa ha fatto e farà? Risarcirà le vittime? E in futuro? dirà forse come il personaggio di un famoso fumetto di Schultz ai tempi del ’68, “Non seguitemi, mi sono perso anch’io”?

7)-  Continuando con l’arte maieutica di Socrate potremmo chiedere: “Che coerenza c’è nel pretendere obbedienza e fede, quando si sa di comunicare, come divine,  cose che si dubita lo siano davvero? E’ accettabile la scusa avanzata dai dirigenti nel protestare che essi non sono né ispirati né perfetti? Che cosa c’entra tirare in ballo la perfezione o l’ispirazione quando si è detto “è così” o “non è così”? Forse che se io dico 2 più 2 fa 4 non basta a dire che dico un risultato certo? Cosa gli aggiungerebbe quanto ad essere “vero” il fatto che io sia anche infallibile e perfetto? Cosa potrebbe togliergli, sempre quanto a valore di “verità”, il fatto che io protesti che non sono infallibile, non sono ispirato e sono imperfetto? Potrebbe essere che quel risultato diventi davvero incerto per questo?” Se fossimo davanti a un soggetto che capisce il valore della filosofia, che riesce ad additare anche certezze incontrovertibili, gli ricorderemmo che qui siamo ricollocati esattamente a “l’essere è il non essere non è” di parmenidea memoria. Ma trattandosi di un TG, a cui la filosofia è stata presentata come trovata demoniaca, ricorreremo all’equivalente biblico “dite SI’ se si tratta di SI’ e NO se si tratta di NO, il di più viene dal maligno”; sì viene proprio dal maligno anche quando si presenta sotto forma di una pretesa verità indiscutibile ma… avverbizzata per lasciarsi una via di fuga, e danneggia!;

8)- Si può far riflettere anche al fatto che la dottrina sui trapianti smentisce pienamente l’idea di luce crescente. Questo insegnamento ondivago che disse dapprima che erano leciti, poi che erano vietati, e infine che erano di nuovo leciti, mostra chiaramente – e a questo punto dovrebbe essersi reso evidente, se il nostro interlocutore ha conservato almeno quel minimo di logica che possa far sperare ad un recupero pieno della razionalità – che la teoria della “luce crescente made in geovismo” non può sussistere. Nel caso dei trapianti abbiamo infatti il fenomeno del ritorno dell’ultima luce che smentisce la luce “cresciuta” della seconda fase e torna alla “pochissima luce” o alle tenebre della prima fase… E il tutto senza chiedere scusa a chi si è fatto soffrire inultilmente nel frattempo e anzi, addirittura – e questo sembra proprio atroce! – colpevolizzando chi, soffrendo e perdendoci anche la vita, ha avuto fede in quella che era stata prospettata come luce crescente dal 1968 al 1980. “Alcuni cristiani potrebbero credere che…” dice il testo, ovvero sarebbe stata colpa loro, dei sudditi, a sbagliare avendo fede in ciò che era stato apertamente insegnato! E’ proprio il caso di leggere la documentazione di tutti e tre i momenti. (3)

9)- E se si passa dalle varie dottrine alle profezie della prossima fine del mondo, tutte regolarmente smentite dai fatti, ed ora minimizzate, basterà far leggere al TG quanto è scritto nella sua stessa Bibbia:”Comunque, il profeta che ha la presunzione di pronunciare in mio nome una parola che io non gli ho comandato di pronunciare o che parla nel nome di altri dèi, quel profeta deve morire. E nel caso che tu dica nel tuo cuore: “Come conosceremo la parola che Geova non ha pronunciato?”  quando il profeta parla nel nome di Geova e la parola non avviene o non si avvera, quella è la parola che Geova non ha pronunciato. Il profeta la pronunciò con presunzione. Non ti devi spaventare di lui’. (Deuteronomio 18,20-22 – NM) Per quanto a questo riguardo si resta davvero senza parole al sentire la dirigenza geovista che protesta di non aver mai profetizzato “il giorno e l’ora” della fine, come se questo valesse a nascondere che ne ha profetizzato però il mese (ottobre) e l’anno (1914, 1925, 1975, 2000 al minimo!).

10)- Che senso hanno, che fine fanno, accettando questo tipo di “luce crescente”, le raccomandazioni geoviste di essere bereani, critici, esigenti nell’accertamento delle prove e della documentazione ecc… Non divengono tutte una beffa? Infine, ci si rende conto che chi si fa promotore di una verità relativistica è un serpente che si morde la coda perché una tale “verità” distrugge se stessa, cioè rende non solo non certa ma certamente dubitabile  ognuna delle affermazioni che fa? E sarebbe questa la “buona notizia”, sarebbero queste dottrine posticce e spesso grossolanamente paradossali e grottesche, ciò che voi proponete a chi ha già un Magistero che dall’inizio della predicazione apostolica ad oggi non ha cambiato mai nessuna delle verità basilari della fede cattolica e ha pagato con il sangue la sua conferma davanti a chi la voleva screditare o modificare?

*

NOTE

1) E’ cosa di sempre ma è bello sentire tali cose riconfermate da papa Francesco in “Evangelii gaudium” ai nn. 40-41. Vi si legge: “La Chiesa, che è discepola  missionaria, ha bisogno di crescere nella sua interpretazione della Parola rivelata e nella sua comp
rensione della verità. Il compito degli esegeti e dei teologi aiuta a maturare «il giudizio della Chiesa» [e qui c’è il riferimento  al Vaticano II, Dei Verbum n. 12]. In altro modo lo fanno anche le altre scienze…”; “… gli enormi e rapidi cambiamenti culturali richiedono che prestiamo una costante attenzione per cercare di esprimere le verità di sempre in un linguaggio che consenta di riconoscere la sua perenne novità.”

2) Buffo al riguardo è il titolo di un’opera geovista che suona: “Cose nelle quali è impossibile che Dio menta“. Non sembra dire che ve ne sono altre riguardo alle quali – non il nostro Dio che non lo può mai in nulla, ma… – il Geova dei testimoni potrebbe mentire?

3) Ecco le coordinate sui trapianti: a) “non pare che vi sia implicato alcun principio o legge scritturale. E’ quindi una cosa che ognuno deve decidere da sé… nella propria coscienza” (Torre 15/3/1963, p. 192; b) “Quelli che si sottopongono a tale operazione si sostenteranno quindi della carne di un altro uomo. Questo è cannibalesco…. Geova Dio non diede agli uomini il permesso di cercar di perpetuare la propria vita mettendo cannibalescamente nei loro corpi carne umana, sia masticandola che nella forma di interi organi o parti del corpo tolte da altri.” (Torre 15/3/1968, p. 190); c) Il trapianto di un tessuto o di un osso umano da un uomo all’altro è una questione che ciascun testimone di Geova deve decidere in base alla propria coscienza . Alcuni cristiani potrebbero pensare che introdurre nel proprio corpo qualsiasi tessuto o parte del corpo di un altro uomo sia cannibalismo.” (Torre 1/9/1980, p. 31)

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Sandro Leoni

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