Geova a Messa

Confronto tra cattolicesimo e geovismo sulle Letture della Liturgia di domenica 2 marzo 2014 – VIII Domenica del T.O. (anno A)

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Prima Lettura: Is 49,14–15

Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato,
il Signore mi ha dimenticato».
Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
Anche se costoro si dimenticassero,
io invece non ti dimenticherò mai. 

Quanta tenerezza! Il Signore vuole dirci che ci ama più di nostra madre. E come dubitarne se è Lui stesso che si è inventato la maternità per farci venire al mondo? E come non ricordare che ha voluto una Madre mai sfiorata dal male sin dalla sua concezione? Ha scritto Michel Quoist: “Eppure so che cosa significa essere portati dagli angeli. Beh, credetemi, non valgono le braccia di una Madre!” (cf in Preghiere). E il pensiero va di rimbalzo a Gesù che ha detto “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito per esso” (….) e dicendo “chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me” ci ha rivelato che il Figlio di Dio era lì presente e che chiedendo tale amore non poteva che dirlo nella piena coscienza di essere anche lui Dio in persona, ben distinta ma equivalente in divinità al Padre.

Le perplessità (per non dire altro) sorgono spontanee quando i nostri fratelli TG ci propongono un Geova-Dio del quale – dimenticando stranamente che anche per la figura del Padre dovrebbero pensare che con Gesù c’è stata una luce di rivelazione e comprensione crescente nella Bibbia – un Dio del quale viene costantemente presentato il volto di un controllore esigente, una sorta di Zeus prossimo lanciafulmini. Ecco cosa mi disse l’ex TG Nicola T. riguardo al concetto che si era fatto di Geova. “L’ho sempre temuto. Pensa che ci veniva insegnato che se ad Armaghedon io vedessi mio padre o mia madre increduli distrutti da Geova e avessi per questo un moto di compassione, verrei distrutto anch’io per non aver condiviso in tutto la volontà di Geova nei loro riguardi.” 

Seconda Lettura: 1Cor 4,1-5

Fratelli, ognuno ci consideri come servi di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Ora, ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele.
A me però importa assai poco di venire giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, io non giudico neppure me stesso, perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore!
Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, fino a quando il Signore verrà. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno riceverà da Dio la lode. 

Quindi umiltà per tutti. Chi sta in piedi badi di non cadere… prima della pagliuzza altrui controlliamo se abbiamo una trave nell’occhio… lasciamo il giudizio sulla colpevolezza interna a Dio che unicamente scruta cuore e reni, ecc… Il richiamo ci è di occasione per ribadire ai fratelli TG che, in quanto GRISsini, nel momento che critichiamo il geovismo critichiamo appunto la dottrina che riteniamo sbagliata, sia nell’interpretazione che la WT propala sia nella sua pretesa base biblica, essendo costruita su un testo artefatto. Ma non giudichiamo la colpevolezza interna delle persone che la propalano perché questa dipende dalla consapevolezza di seminare l’errore. Perciò si può e deve supporre che la quasi totalità dei TG, che non formulano la dottrina ma la ricevono con fiducia dai loro dirigenti, saranno giudicati benevolmente dal Signore anche se propagano una dottrina biblicamente falsa (quanto ai pilastri fondamentali, giacché per certi aspetti corrisponde alla Bibbia, come vi corrispondono aspetti di ogni denominazione religiosa che dice di rifarsi alla Bibbia). Tolleranza e benevolenza dunque, anche se resta fermo che Gesù è venuto affinché abbiamo la verità e in abbondanza perché “il Padre cerca adoratori in spirito e verità” e quindi è giusto far sì che tutti possano godere della pienezza e purezza del vero messaggio biblico custodito e predicato da sempre dalla nostra Chiesa. E questo lo si faccia, all’occorrenza “dicendo e dimostrando che una certa religione è falsa”, come ammette lo stesso CD dei TG  “Dire e dimostrare che un’altra religione è falsa non è una forma di persecuzione religiosa per nessuno… Smascherare pubblicamente la falsa religione… è un servizio di pubblica utilità, anziché persecuzione religiosa”. (Torre 15/61964 p. 368) 

Vangelo: Mt 6,24-34

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena». 

“Non potete servire Dio e la ricchezza… non preoccupatevi…”. I Testimoni sono esortati ad uno stile di sobrietà e di rinuncia ma il motivo fondante viene loro additato nella convinzione che tra poco finirà “questo sistema di cose” e, dopo la battaglia di Armaghedon, godranno di ogni ben di Dio (ohibò, definito “bottino di guerra”). Noi la pensiamo un po’ diversamente… e quanto alla parola ebraica “mammona”, che nell’originale non viene tradotta, siamo anche informati che la traduzione con “ricchezza” è riduttiva perché in realtà comprende tutto ciò su cui si fa stabile affidamento. In pratica equivale ai vari “idoli” che quando non si vuole servire Dio e affidarsi alla sua provvidenza ciascuno si fabbrica e coltiva con determinazione. 

“Il Padre vostro celeste”. Gesù sta parlando al popolo, si è rivolto a tutti qualificandoli come figli di Dio. Non esiste nel suo insegnamento una categoria di “figli” (i 144.000) e di “nipoti” (il resto dei TG) come insegna il geovismo, dicendo a loro riguardo: “Sulla terra è ancora un rimanente di figli spirituali. Insieme a loro è sin dal 1918 d.C. una crescente folla di uomini di buona volontà. Anche questi possono rivolgersi a Geova come al “Padre nostro”, poiché, nel regno millenario di Cristo, diverranno i figli terrestri del datore di vita Cristo Gesù e sono quindi legalmente in grado di divenire “nipoti” di Dio. Nella Scrittura il nonno è spesso chiamato padre.” (Sia Dio riconosciuto verace, p. 159) Conferma: “Il secondo Adamo [Gesù – Ndr], comunque, è divenuto spirito vivificante. Come tale può adempiere la profezia di Isaia e divenire il “Padre eterno” della progenie del primo Adamo, che egli riacquista e adotta allo scopo di restituirle la vita umana perfetta su una terra paradisiaca. In tal modo il Padre celeste  di Gesù Cristo diverrà il celeste Avo della ristabilita famiglia uman
a.” (Sicurezza mondiale sotto il Principe della pace, p.169) 

GEOVISMO IN PILLOLE 

Geova (la Persona)

L’aspetto severo di Geova, notato nel commento alla prima Lettura, ci offre l’occasione per elencare altre caratteristiche di questo Dio dei Testimoni che essi dicono di comprendere dalla Bibbia.

Iniziamo con la severità. Nella NM del 1967 Geova è definito una “vigorosa persona di guerra” (Deuteronomio 15,3). In quella del 1986 c’è un ritocco sconcertante. Vi si legge che è “una virile persona di guerra” e quel “virile” non è inteso in senso metaforico giacché, per affermare che egli abbia creato e non generato il Figlio si dice: “Ebbene, c’era dunque qualche persona di sesso femminile in cielo da cui Geova Dio generasse il suo unigenito Figlio?” (Cose nelle quali è impossibile che Dio menta p. 123) Quindi Geova non solo ha un “corpo spirituale di forma ben definita” (Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca  p. 36) con tanto di “cervello” (ivi) ma detto corpo è attrezzato “con sensi di vista, udito ecc.” (Accertatevi p. 204) E non solo è spaziato, in forza della sua “forma” ma “deve avere un luogo in cui vivere” (Potete p. 36), un luogo che lo contiene e lo rende “non onnipresente” (Accertatevi p. 204). Quanto alla sua cosiddetta onniscienza, sembra proprio che essa non sia “onni” giacché vi sono cose, come certi comportamenti dell’uomo, che egli sa solo se decide di osservarli; nel caso del futuro di Adamo ed Eva, ad esempio, avrebbe deciso di non osservarlo (cf Ragioniamo p. 101). Inoltre il fatto che Geova sia circoscritto da un luogo avrà al massimo una conoscenza derivata degli eventi umani e cosmici; si osserva infatti che egli se vuole “può inviare il suo spirito, la sua forza attiva, a compiere qualsiasi cosa egli voglia anche in luoghi lontanissimi” (Potete p. 37), tale strumento servirà non solo per fare ma anche per raccogliere informazioni desiderate su eventi non scrutati direttamente da Geova. In altri casi, per conoscere il futuro delle azioni umane Geova deve ricorrere all’esame di segni, magari quelli offerti dalla composizione genetica delle persone (cf Ragioniamo p. 102) o dal comportamento previo delle persone (ivi, p. 100). Ma se non dispone di nulla perché i soggetti ancora non sono nati allora non può prevedere nulla, come dicono che sia accaduto nella scelta dei futuri Unti che non sono stati scelti individualmente da Geova ma solo come gruppo, come classe che lui avrebbe formato (Ragioniamo p. 103); questo infatti, a parere del CD, è l’unico modo per evitare che Geova si renda correo delle future (impreviste) decisioni apostate di alcuni Unti da lui scelti. Infine dobbiamo ricordare che Geova prova dei sentimenti nel vero senso della parola e perciò si rallegra e si adira, cambia parere e si rattrista in base ai comportamenti umani come antropomorficamente ci mostra la Bibbia.

Il risultato è insomma un Geova-Dio fatto ad immagine e somiglianza dell’uomo. Il che a quanto ci risulta è esattamente il contrario di ciò che la Bibbia dice chiaramente in Genesi 1,26-27.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Sandro Leoni

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione