Geova a Messa

Confronto tra cattolicesimo e geovismo sulle Letture di domenica 26 Gennaio 2014 – III Domenica del T.O. (anno A)

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Nelle Letture non c’è nulla di importante da rilevare. Solo brevi accenni dunque: 1) Nella seconda, come di regola ma abusivamente, la NM parla di “palo” in sostituzione della “croce” di Cristo; 2) C’è anche l’invito alla unanimità nella fede; cosa di cui si vantano i TG che criticano la libertà della cristianità che provoca eresie e scismi. Ma chi conosce la storia del movimento sa che ve ne sono stati e ve ne sono tuttora anche nel geovismo. E ci sono anche continue “emorragie” di fedeli che abbandonano appunto per dissenso di dottrina (loro li  accusano tutti di “apostasia” e poi di non essere stati fedeli “alle alte norme morali di Geova”). Quelli che restano non è detto che siano tutti unanimi nel credere, dovrebbero essere esaminati singolarmente per vedere se restano perché convinti o per altri motivi. Molti ex, che soffrono perché sottoposti ad ostracismo, denunciano che è proprio questo il fattore determinante, il timore di perdere le amicizie e l’affetto dei familiari, per cui molti restano nel movimento. Nelle trasmissioni sui TG che Mons. Minuti a Radio Maria ha condotto per oltre 25 anni abbiamo avuto dei collegamenti in diretta con TG che si denominavano “Qui Radio Londra” per poter esprimere il proprio dissenso. Ma presto abbiamo interrotto queste testimonianze, caldeggiate da loro, per il pericolo che, nonostante la falsificazione della voce, gli autori potessero venire individuati e sanzionati; 3) Nel Vangelo si parla di annuncio del Regno dei cieli vicino. Del che i TG si vantano quasi che siano solo loro a parlarne. Ma si potrebbe obiettare che così dicendo dimostrano di non aver mai letto il nostro catechismo per adulti “La verità vi farà liberi” ove si trova appunto tale annuncio ad ogni piè sospinto; e che il loro vanto sarà da loro stessi deprecato quando prenderanno coscienza che il geovismo annunzia un Regno sbagliato: Gesù non ha promesso a nessuno di “vivere eternamente su una terra paradisiaca”, né di dividere i suoi fedeli tra 144.000 Unti destinati a regnare in cielo e tutti i milioni di Altre Pecore destinate alla terra. Gesù ha promesso un regno che è metafora della beatitudine celeste per tutti i buoni. E’ quello che il Vangelo indica con le parole “vieni servo buono e fedele, entra nel gaudio del tuo Signore” e che il Concilio Vaticano II ha indicato come comunione di vita con Dio Trinità. 

Profittiamo dunque in questa Domenica dello spazio che ci avanza (cosa che faremo anche in seguito all’occasione) per offrire una iniziale conoscenza del gergo in uso presso i TG, quello che si potrebbe definire… 

IL GEOVESE

Unti: alias consacrati, santi, classe di Geremia, classe di Giovanni, famiglia reale, Schiavo fedele e discreto, ecc… (i titoli si sprecano). Sarebbero 144.001 persone (l’unesimo è Gesù loro Re), elette da Geova come suoi figli adottivi; anche Gesù fu adottato nel momento del suo battesimo! (1) Gli Unti sarebbero dunque i veri “fratelli” di Cristo di cui Gesù parla nel giudizio universale. I soli a cui Cristo ha comandato alle Altre Pecore di dare sostegno (sia economico che di forza lavoro), cioè di esercitare la CARITAS (non è un caso che il geovismo non abbia creato nessuna struttura assistenziale, né per “quelli di fuori” né per i suoi adepti, ma esorta a mandare offerte a Brooklyn). Questi Unti sarebbero quasi tutti approdati al “Reame dei cieli” a partire dal 1918. In quell’anno sarebbero stati risuscitati (leggi, riprodotti in copia conforme) tutti gli Unti defunti dalla Pentecoste al 1918. L’unzione sarebbe iniziata alla Pentecoste e perciò sono stati esclusi dalla categoria i giusti dell’antichità e perfino Giovanni Battista e Giuseppe sposo di Maria, ma non Maria che, unta alla Pentecoste, è in cielo e sarà eternamente separata dal suo sposo. I giusti pre-pentecostali saranno resuscitati come principi sulla terra paradisiaca del dopo Armaghedon. Quanto agli Unti ancora in vita (detti anche Unto Rimanente) essi verrebbero immediatamente assunti in cielo “senza dormire nella morte” ricevendo per la bisogna un “corpo spirituale” di tipo angelico, l’unico adatto per abitare in detto Reame. 

Degli Unti-Sposa di Cristo si può e si deve parlare molto per vari motivi.

1) Per il loro numero arbitrariamente ricavato da Apocalisse 7,4 che parla di 144.000 persone, numero interpretato dal CD come reale mentre gli esegeti della cristianità, e con forti argomenti, lo ritengono simbolico (2);

2) Per il modo con cui Geova recluterebbe gli Unti moderni rispetto a quelli del primo secolo (nel primo secolo si ritiene che tutti i cristiani fossero Unti). Lo farebbe con una semplice mozione interiore insindacabile suscitata dallo “spirito santo” nello spirito umano (cf Romani 8,16) e pazienza se qui la forza vitale viene identificata con uno spirito intelligente!;

3) Per la loro individuazione. Il segnale esterno che permette alle Altre Pecore di contarli sarebbe l’assunzione degli “emblemi”, il pane e vino rosso distribuiti offerti e rifiutati da tutte le Altre Pecore durante la “commemorazione della morte di Cristo” che avviene il 14 Nisan (quasi sempre il nostro Giovedì Santo). Solo gli Unti avrebbero diritto ad obbedire al “prendete e mangiate” di Gesù perché solo con loro Gesù avrebbe stipulato “un patto per un regno”;

4) Per il loro collegamento in rapporto alla “fine di questo sistema di cose”, ovvero come segnale che Armaghedon sta per scoppiare. Ciò sarebbe avvenuto non appena il loro numero fosse ridotto a una manciata di soggetti, che avrebbero avuto il compito di fare da istruttori, dopo il massacro, per i nuovi governanti del Nuovo Mondo sulla terra paradisiaca, governanti formati dai giusti dell’antichità risuscitati e dai moderni Anziani dirigenti delle Congregazioni (ma è una dottrina che recentemente è stata modificata);

5) Per la loro netta separazione dalla massa dei TG definita Altre Pecore o Grande Folla, che è stata individuata solo nel 1935, dopo oltre 50 anni in cui il “Canale di Geova” aveva predicato l’esistenza solo della salvezza celeste riservata appunto a 144.000 soggetti;

6) Per il loro numero altalenante, quando si è detto e ribadito che il loro numero doveva costantemente diminuire (cosa talmente ingestibile che ha motivato una recentissima rivoluzione relativa agli Unti in rapporto al Corpo Direttivo);

7) Per la loro eclatante assenza nei secoli che vanno dalla fine del primo secolo al diciannovesimo cioè in pratica in tutto l’arco della storia cristiana;

8) Per la loro rivendicata funzione di “Canale di Geova” che in realtà non è stata mai esercitata perché avocata a sé dal Corpo Direttivo che risiede a Brooklyn e ha sempre imposto dottrina e direttive sia ai TG normali che alla classe degli Unti sparsi per il globo;

… E per altri motivi ancora che toccheremo quando il commento ai testi ce ne offrirà l’occasione. Intanto ricordiamo che chiunque voglia approfondire questi aspetti o chiederne documentazione riceverà soddisfazione iscrivendosi al nostro forum: www.grisroma.org

*

NOTE

(1) E questa è una cosa strana se si parla di lui già considerato “Figlio” di Geova-Dio, con il nome di Michele arcangelo, nel Reame dei cieli. Ma forse è anche esatta – anche se involontariamente – perché, come abbiamo sempre notato, tra il Gesù uomo e il Michele celeste non esiste continuità di persona in quanto ciò che fu “trasferito dal Reame dei cieli e spedito nell’utero di una vergine ebrea di nome Maria” non fu la persona di Michele. Fu trasferita solo la sua “forza vitale angelica” opportunamente modificata in “forza vitale umana”. E, si badi bene, la forza vitale nel concetto geovista è una semplice energia, non è personale giacché è identic
a in ogni vivente. Questa concezione torna utile al geovismo per sostituire la forza vitale all’anima, per sostenere che alla morte esso svanisce nel nulla. Per noi della cristianità l’anima (o spirito) espleta le funzioni vitali ma è anche distinta dal corpo e perciò immortale perché non attaccabile da ciò che può disgregare il corpo. Nel geovismo l’uomo non è composto di anima e corpo ma di corpo e forza vitale (detta anche equivocamente spirito) e siccome questa è solo energia, si comporta come si comporta l’energia calore presente in una candela accesa o in un motore di macchina nel momento che questa si spegne: svanisce nel nulla. 

(2) La prova del simbolismo è palese. Il 144.000 deriva dal numero 12 che simboleggia le tribù di Israele, cioè tutto l’odierno popolo di Dio. Da ogni tribù si ricavano 12.000 persone perché il numero 1000 indica simbolicamente l’universalità. Quindi 12.000 x 12 = 144.000. Al TG bisognerebbe chiedere come possa ricavarsi un numero reale moltiplicando tra loro due numeri simbolici. E se non fosse convinto del simbolismo dovrebbe risolvere le aporie della tesi geovista rispondendo al perché il CD, in questo come in altri casi ove le cose non tornano, adopera doppio peso e doppia misura (che “sono qualche cosa di detestabile a Geova”! Proverbi 20,10. 23 ). Infatti si adopera il criterio letterale per il numero 12 ma non per la notazione (anch’essa biblica!) che sono “tribù di israeliti” quando gli Unti riconosciuti dal geovismo sono presi da Stati e da etnie le più disparate. E poi è un fatto che il numero del 12 riferito alle tribù dei figli di Giacobbe (che nelle varie enumerazioni che si trovano nella Bibbia non sono sempre elencate totalmente) nell’elenco che troviamo in apocalisse non cita i nomi di Dan ed Efraim che porterebbero il totale dei figli di Giacobbe a 14! Sono tutti problemi suscitati dal letteralismo. Si dovrebbe anche spiegare perché mai, sempre nel Cap. 7 di Apocalisse (libro che nel geovismo si chiama Rivelazione) anche la Grande Folla, cioè i TG normali, quelli “passati attraverso la grande tribolazione” è presente in cielo davanti al trono di Dio quando la loro dottrina li vuole relegati sulla terra.

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Sandro Leoni

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