Geova a Messa

Confronto tra cattolicesimo e geovismo sulle Letture di venerdì 15 agosto 2014 – Assunzione di Maria: messa del giorno (ciclo A-B-C)

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Prima Lettura Ap 11,19a; 12,1-6a.10ab

“19 Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca (…) 12,1 Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi (…) 5 Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, ….

§§§ Nella figura di questa “donna vestita di sole” la nostra Chiesa ha visto adombrata sia la Madonna (ed è per questo che la Liturgia ha scelto questa lettura per l’odierna celebrazione) sia la Chiesa stessa che, come la donna, “partorisce” in certo senso Cristo e, come Maria ai pastori e ai Magi, lo offre ai fedeli. Di più, sempre analogamente a Maria, la Chiesa, con la preghiera e i sacramenti, aiuta i fedeli a farli crescere fino alla statura di Cristo in santità. Maria è vista e venerata anche come Madre della Chiesa perché né è il modello nella fede (“beata colei che ha creduto”) nell’obbedienza (“fate quello che vi dirà”), nella sua funzione di trasmettere la grazia assistendo le membra di Cristo (“ecco tuo figlio”) e tante altre cose. Purtroppo non possiamo qui neanche abbozzare uno schema di mariologia. Per questo rimandiamo sia al cap. 8 della Lumen Gentium del Vaticano II (Costituzione sulla Chiesa) sia all’enciclica Marialis Cultus, per conoscere il pensiero ufficiale della Chiesa su Maria Vergine. Il geovismo, in questo emulo del protestantesimo, non riconosce a Maria la funzione speciale che le deriva dall’essere Madre di Dio e perciò dall’essere stata la conditio sine qua non dell’incarnazione. Non crede né alla sua immacolata concezione, né alla sua perpetua verginità e meno che meno alla sua assunzione in anima e corpo al cielo (impedito in ciò anche dalla negazione dell’esistenza dell’anima spirituale). §§§ Qui notiamo solo qualche particolare curioso. La “donna” in cielo è “la simbolica moglie di Geova” cioè l’Organizzazione celeste dei santi angeli. “Il figlio maschio destinato a governare con scettro di ferro” non è figlio di quella “donna celeste” ma è figlio della nuova Gerusalemme che consiste nei 144.000 Unti ed è la simbolica “sposa di Cristo”. Egli però non è Gesù ma “è piuttosto la nascita effettiva del Regno di Dio nel 1914 con Gesù [copia ricreata di Michele arcangelo! – Nd.r.] – che era già in cielo da quasi 19 secoli – intronizzato ora quale re.” (da Rivelazione, il suo grandioso culmine è vicino! pp. 177-181) Viene oculatamente evitato di affermare che è il figlio maschio Gesù-Michele a governare, perché il suo governo celeste prevede i 144.000 “sottosacerdoti” che sono “coregnanti” con lui.

Seconda Lettura 1Cor 15,20-27a

Fratelli, 20 Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. 21 Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. 22 Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. 23 Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. 24 Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla …

§§§ “E’ risorto”: nella NM diventa “è stato destato” per il solito motivo che a Gesù non viene riconosciuta la divinità. §§§ “alla sua venuta quelli che sono di Cristo”: in questo versetto il geovismo ci vede la discesa (invisibile) sulla terra di Gesù, dopo la guerra che scoppiò in cielo e con la quale Cristo assunse il potere e cacciò Satana dal reame dei cieli confinandolo sulla terra (o lì vicino). Tale discesa sarebbe avvenuta nel 1918 e in quell’ano Cristo avrebbe “risuscitato” (cioè ricreato in copia onforme) gli Unti morti dalla Pentecoste a quella data e li avrebbe assunti in cielo a “coregnare con Cristo”. Fatto interessante, tra questi Unti è compresa Maria SS.ma che ha ricevuto l’unzione durante la Pentecoste, mentre vi è escluso sia il suo sposo S. Giuseppe perché ritenuto morto prima di tale evento, e così pure vi sono esclusi sia Giovanni Battista che Elisabetta nonostante che la Bibbia dica lei “colmata di Spirito Santo” e lui santificato dallo Spirito “sin dal grembo di sua madre”. §§§ “a Dio Padre”: diventa “al suo Dio e Padre”. Per il geovismo Gesù non è Dio ma solo il Figlio di Dio (da intendersi poi come “figlio putativo” giacché non sarebbe stato generato come avviene per i Figli naturali ma creato come tutti gli altri angeli “figli di Dio”. Quindi Gesù-Michele non ha nulla di più, quanto a natura, di quello che hanno tutti gli altri angeli suoi fratelli. La sua deputazione a Figlio con la F maiuscola gli è stata data da Geova in base alla sua servizievolezza e obbedienza durante i molti secoli di servizio nel Reame dei cieli, prima che fosse decisa quella che la nostra Chiesa chiama “l’incarnazione” e che il geovismo ritiene il mero “trasferimento nell’utero della vergine Maria della forza vitale angelica di Michele”, riciclata come “forza vitale umana”. 

Vangelo Lc 1,39-56

“39 In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta  verso la regione montuosa, in una città di Giuda.

40 Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. 41 Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42 ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43 A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? … ».

Di questo splendido brano di lode a Dio (che lasciamo a competentissimi autori spirituali) il taglio del commento di nostra competenza ci suggerisce di rilevare soltanto i particolari utili al confronto dottrinale, contestativi rispetto alla dottrina geovista. Osserviamo perciò che: 1) Elisabetta fece la sua esclamazione “sotto ispirazione” perciò in modo infallibile; 2) Il “mio Signore” a cui Elisabetta si riferisce non poteva essere, nella di lei mente, che Dio. Quindi Elisabetta, sotto ispirazione, ci garantisce che Maria, in quanto Madre di Gesù, è Madre di Dio; 3) Le parole che essa disse, messe insieme a quelle del saluto dell’arcangelo Gabriele, sono state all’origine della preghiera dell’Ave Maria. Precisamente: a) Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te (prese da Gabriele); b) benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo (da Elisabetta) c) Madre di Dio (deriva da Madre del mio Signore); d) Gesù (da Gabriele); Prega per noi ecc… sono la richiesta di intercessione formulata dalla pietà religiosa della Chiesa come conseguenza del riconoscimento del ruolo eccezionale che Maria svolge nel… Reame dei cieli.*

* E su questo punto il geovismo realizza una grande incongruenza rifiutandosi di pregare Maria, come mediatrice presso Dio. Essa infatti è ritenuta Unta e quindi viva nel reame dei cieli, e, come San Paolo ci insegna, offrendo preghiere e richiedendole dai fratelli di fede, la Bibbia riconosce la legittimità e il valore delle preghiere di intercessione scambievoli tra i seguaci di Gesù. Per completezza notiamo la distinzione tra la nostra preghiera rivolta a Maria e quella rivolta a Gesù. Non hanno la stessa valenza perché Gesù è pregato direttamente in quanto Dio e la Madonna solo come interceditrice. Ma per il geovismo neanche Gesù può essere prega
to giacché si ritiene che “la preghiera fa parte della nostra adorazione e per tale ragione dovrebbe essere indirizzata esclusivamente a Geova” (La Verità che conduce alla Vita Eterna, p. 152). Tuttavia a Gesù è riconosciuto un ruolo di mediazione, non nel senso però che possa essere pregato direttamente, ma solo nel senso che “le preghiere devono essere rivolte a Geova nel nome di Gesù”. Non è questo che noi pretendiamo si faccia anche con Maria, da parte dei nostri fratelli TG che non recepiscono come noi la co-mediazione di tutti i membri del Corpo di Cristo. Diciamo solo che essi, per essere coerenti con la loro fede, dovrebbero trattare Maria, e tutti gli Unti in cielo (che sono vivi!), come Paolo trattava con i suoi fratelli di fede quando era sulla terra: pregare reciprocamente affinché Geova doni il suo “spirito santo” che aiuti in tutti i bisogni della vita. 

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Sandro Leoni

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