Gentiluomini e sediari: un lavoro che può diventare apostolato

Nelle due udienze di stamane, il Papa ringrazia per il servizio alla Chiesa, esortando a non “macchiarlo” con atteggiamenti di mondanità

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Gentilezza, cordialità, umiltà, servizio e gratitudine: sono queste le caratteristiche che contraddistinguono la figura dei gentiluomini di Sua Santità e dei sediari pontifici. Attenzione, però, a non “macchiare” però questo bel lavoro da “alcun atteggiamento di mondanità”. Così Papa Francesco si è rivolto ai gentiluomini e siediari, ricevuti stamane, in due udienze ravvicinate, insieme ai loro familiari. 

Ai primi, il cui compito è accompagnare le personalità in visita alla Sede di Pietro, il Papa ha ricordato lo spirito con cui svolgere il loro compito: “Come dice il vostro nome, servono a questo scopo doti di gentilezza e cordialità utili a mettere a proprio agio le persone. Queste qualità umane trovano la loro più autentica radice in una vita animata dalla fede, che dà testimonianza di coerenza evangelica senza macchiarla con alcun atteggiamento di mondanità”. 

Giunti al termine del tempo di Natale, ha proseguito il Pontefice, siamo tutti toccati “dalla meraviglia del Dio fatto bambino nella grotta di Betlemme”. Bisogna peranto conservare questo stupore: “Stiamo attenti e preghiamo – ha esortato il Santo Padre – perché questa luce interiore non si dissolva e possiamo portare nella nostra vita quotidiana, familiare e professionale, la gioia della fede, che si esprime nella carità, nella benevolenza, nella tenerezza”.

Anche ai sediari pontifici, Francesco ha ribadito l’invito a contemplare il mistero della nascita di Gesù, il quale “ci chiama a testimoniare nella nostra vita l’umiltà, la semplicità e lo spirito di servizio” insegnatoci dal Signore. Se il lavoro viene vissuto “con questo atteggiamento interiore può diventare apostolato”, e soprattutto “se teniamo vivo il dialogo con il Signore”, ha detto il Papa, esso può diventare un mezzo per trasmettere “la gioia di essere cristiani”.

“In questi mesi mi sono reso conto degli ideali che animano il vostro lavoro”, ha poi ammesso il Pontefice: “l’amore alla Chiesa, la cordialità accogliente, la pazienza, la pacatezza e la serenità del comportamento”. Tutte caratteristiche che “costituiscono un bel biglietto da visita per quanti accedono al Palazzo Apostolico per incontrare il Successore di Pietro”.

“Di tutto questo vi ringrazio cordialmente, davvero!”, ha concluso il Santo Padre, aggiungendo: “Vi ringrazio cordialmente e mi sento in debito verso di voi. Anche ringrazio la tenerezza con la quale prendete i bambini per portarmeli alle udienze pubbliche. Io ho chiesto ad uno di voi: ‘Ma tu, quanti bambini hai? Perché tu li sai portare, eh? Si vede!'”. (S.C.)

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ZENIT Staff

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