Genitori: primi testimoni, primi guardiani di una vocazione

Concluso ieri, a Praga, il Congresso vocazionale europeo promosso dalla CCEE. 65 partecipanti e numerose testimonianze di vescovi, coniugi, consacrati e operatori pastorali

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Dal 6 al 9 Luglio 2015 si è svolto a Praga il XXVI° Congresso Vocazionale Europeo sul tema: “Come accompagnare i giovani al sacerdozio e alla vita consacrata nella famiglia oggi”. L’evento è stato promosso dalla Commissione per le Vocazioni Sacerdotali del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE) – European Vocations Service (EVS),  in collaborazione con il Servizio Nazionale per le Vocazioni della Repubblica Ceca, nelle vesti di Paese ospitante. 

Sono stati 65 i partecipanti ai lavori, in particolare i Vescovi responsabili della pastorale vocazionale (9), i Direttori degli Uffici Nazionali per la Pastorale Vocazionale, e alcuni rappresentanti degli organismi vocazionali europei.  L’evento, di grande spessore pastorale,  ha  permesso il conseguimento di un duplice obiettivo: a)  favorire, tra gli addetti al lavori, il confronto sulle differenti realtà vocazionali nelle rispettive nazioni (19, compresi gli Stati Uniti d’America), la condivisione di fatiche ed ostacoli, la preghiera per le vocazioni;  b) il suggerimento di criteri e orientamenti per il servizio vocazionale.

Ma, soprattutto, è emerso nel Congresso il desiderio di poter  offrire alcun input di riflessione, da far pervenire ai Padri Sinodali, in vista del prossimo Sinodo della Famiglia, indetto da Papa Francesco, sul tema: “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo d’oggi”. I giorni del Congresso  hanno conosciuto  momenti di condivisione e riflessione, ma anche spazi di distensione e respiro culturale quali la visita alla città di Praga (con la celebrazione eucaristica presso la Chiesa della Vergine Maria gloriosa, che ospita il Gesù Bambino di Praga) e il concerto di violoncello proposto dai quattro giovani musicisti del “Praha Cello Quartet”.

Il primo giorno  –  dopo i saluti iniziali di mons. Josef Kajnek, Vescovo delegato per le Vocazioni a nome dall’Episcopato della Repubblica Ceca; di Jan Wolf, consigliere della Città di Praga per la Cultura e le Belle Arti e rappresentante del Magistrato della Città di Praga; di mons. Oscar Cantoni, presidente della Commissione della CCEE – EVS; di don Michel Remery, Vice Segretario Generale della CCEE e di Mons. Nico Dal Molin, Segretario della Commissione  CCEE – EVS – ha avuto luogo una testimonianza di fede e di vita  di un giovane presbitero Ceco, don Kamil Skoda, insieme ai suoi genitori, raccontando la loro esperienza: “ Quale influenza può avere la famiglia sulla vocazione sacerdotale”.

Anche il secondo giorno è stato contrassegnato da alcune testimonianze significative:  don Jan Balik, Direttore Nazionale per la pastorale giovanile della Repubblica Ceca, si è focalizzato sul “servizio della Chiesa ai giovani nel periodo comunista e la pastorale giovanile nel periodo consumista”, in particolare presentando l’esperienza dei centri per giovani nati per diocesi;  don Filip Hacour,  direttore nazionale per la Pastorale delle Vocazioni del Belgio (area fiamminga), ha offerto una riflessione sulla realtà “della famiglia, dei giovani nel contesto della secolarizzazione:  lo stile della pastorale nella Chiesa del Belgio?”. Un’ultima testimonianza  sulla vocazione alla vita consacrata, è stata proposta nell’ultimo giorno del congresso, da parte di fr. Krystof Javurek e Sr .Judith Tulejova.

Oltre alle testimonianze, sono state essenziali alcune proposte di riflessione. I coniugi Attilio Danese e Giulia Paola Di Nicola, entrambi saggisti e docenti presso l’Università di Chieti, hanno proposto una  “lettura della situazione socioculturale della famiglia in Europa: criteri e orientamenti per un’educazione alla fede ed un’accoglienza vocazionale”. 

A partire dai alcuni dati sociologici e antropologici, essi hanno individuato le ragioni soggiacenti all’attuale crisi del matrimonio e dell’istituzione familiare cosicché, individuate le cause, i giovani possano essere aiutati a ripensare al matrimonio nella qualità  e nelle motivazioni di questa scelta.

Una seconda relazione – “Come accompagnare i giovani al Sacerdozio e alla Vita consacrata a partire dall’attuale contesto familiare?” – è stata introdotta mercoledì da mons. Jorge Carlos Patròn Wong, segretario per i Seminari della Congregazione per il Clero.

L’intervento di Mons. Patròn Wong si è articolato in tre passaggi: a) il legame fra pastorale familiare e pastorale vocazionale; b) ciò che  è richiesto come contributo alla pastorale giovanile;  c) l’accompagnamento personale ed ecclesiale dei giovani.  Per quanto attiene specialmente il primo aspetto, Mons. Wong ha ripreso un passaggio della Familaris Consortio (n. 53) di san Giovanni Paolo II, secondo cui si può fare molto per aiutare le famiglie a divenire “il primo e il miglior seminario della vocazione alla vita di consacrazione al Regno di Dio”. 

Su questo aspetto, é stato evidenziato  un orientamento fondamentale per la pastorale vocazionale: “I genitori non sono promotori della vocazione dei figli, né progettisti di essa, ma ne sono i primi testimoni, i primi guardiani che vegliano, che incoraggiano e che confermano. Può anche succedere che non siano cristiani,  o che resistano, o che non siano d’accordo con la vocazione dei propri figli. Questi atteggiamenti sono la ragione per la quale noi, come animatori della pastorale vocazionale, dobbiamo avere una grande cura del legame con i genitori e con le famiglie dei giovani che incontriamo”.

L’esperienza vissuta ha permesso non solo di parlare della famiglia ma anche di vivere insieme una “atmosfera di famiglia”, fatta di preghiera e relazioni fraterne, di comunione e stima della bellezza delle varie vocazioni, nel ricordare le proprie famiglie di origine e nel rimandare alla grande famiglia, che tutti raccoglie ed unisce, che è la Chiesa.

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ZENIT Staff

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