Gattegna: “L’ebraismo non avrà un futuro se non esce dall’isolamento”

Il presidente uscente dell’Ucei traccia una ‘via giudaica’ alla cultura dell’incontro

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La laicità dello Stato è un principio ampiamente condiviso anche dagli ebrei. Lo ha ricordato Renzo Gattegna, presidente uscente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei), che il prossimo mese, in occasione delle elezioni per il rinnovo della carica, terminerà il suo mandato, non ricandidandosi.
“Tutte le Costituzioni degli Stati democratici sono ispirate e contengono il principio della laicità, inteso come netta separazione tra lo Stato e le istituzioni e le organizzazioni confessionali”, ha dichiarato Gattegna, durante la riunione del Consiglio dell’Ucei.
Come si attualizza, dunque tale principio in una società sempre più multiculturale? Una risposta sbagliata, secondo Gattegna, sarebbe la pretesa da parte delle singole comunità di rimanere chiuse a difesa di una “totale omogeneità di idee e di comportamenti”, accentuando così i “contrasti” e i “rischi di conflitto”.
Si rendono dunque necessarie regole che garantiscano “la possibilità che tra le varie componenti si svolga un pacifico e produttivo scambio culturale”, di modo che le comunità, escano “fisicamente e psicologicamente dai ghetti”, operando un’integrazione “in senso non retorico e non teorico”.
“L’ebraismo deve conservare le sue caratteristiche originarie di rifiuto di qualsiasi forma di idolatria e di conciliare rigore e flessibilità – ha proseguito il presidente dell’Ucei – lasciando, come il Talmud insegna, ampi spazi alla dissertazione filosofica, alla ricerca scientifica e alla libertà di interpretare e sviluppare il dibattito come valore positivo e irrinunciabile, rispettando le diverse correnti di pensiero, ma conservando sempre la capacità di riportare tutto all’unità”.
La religione ebraica, dunque, avrà un futuro degno delle sue “gloriose e plurimillenarie tradizioni” soltanto uscendo da “qualsiasi forma di isolamento” ed evitando di sottrarsi “all’apertura e al confronto”.
“Per noi è opportuno e necessario uscire dai porti, solo apparentemente sicuri, staccarci dagli ormeggi fissi e statici e affrontare coraggiosamente il mare aperto guidati con prudenza e con saggezza dai nostri Maestri”, ha dichiarato Gattegna.
La forza del popolo ebraico, dunque, sarà nell’indirizzarsi “fuori e lontano dai ruoli contraddittori che chi non ci ama tende da secoli ad attribuirci, di vittime, di sfruttatori, di arroganti e spietati usurpatori”, rigettando “il fascino insidioso della demagogia ideologica e verbale” oltre che dell’“estremismo” e della “demagogia”, entrambi “figli della paura”, ha proseguito il presidente Ucei.
“Appare ogni giorno più evidente quali siano le drammatiche conseguenze che derivano dal rifiuto dei principi di democrazia e di laicità dello Stato, i soli che possono assicurare parità di diritti e dignità fra maggioranze e minoranze, fra credenti e non credenti, fra cittadini e stranieri”, ha poi concluso.

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ZENIT Staff

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