Funerali… con nome alternativo

Fino a che punto si può venire incontro ai desideri dei parenti di un defunto?

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Invece di chiamare il rito “messa funebre”, vedo con sempre maggiore frequenza annunci di messe funebri chiamate, ad esempio, “celebrazione della vita” o simili. In particolare, ho incontrato varie famiglie che richiedevano proprio di omettere la parola “funerale” nell’annuncio, di norma perché la parola veniva ritenuta troppo cupa. È corretto ed opportuno dare ai riti funebri (che si tratti di una veglia, una Messa o una sepoltura) un nome alternativo per venire incontro alle sensibilità dei familiari del defunto? — J.W., Washington, D.C. (USA)

Ecco la risposta formulata da padre Edward McNamara L.C., professore di liturgia e decano di teologia presso il Pontificio Ateneo “Regina Apostolorum” di Roma, alla domanda presentata da un nostro lettore negli Stati Uniti.

***

I funerali vanno sempre affrontati con delicatezza e – se sono ragionevoli –  bisogna tenere in considerazione i desideri della famiglia del defunto.

Tuttavia, le richieste personali non dovrebbero compromettere la natura dei funerali cattolici, che intercedono per l’anima del defunto e confortano con la luce e la forza della fede coloro che rimangono.

Se una richiesta da parte di una famiglia non è ragionevolmente ammissibile, un sacerdote dovrebbe comunque cercare di spiegarne con gentilezza i motivi e, se possibile, a partire da essi cercare di mostrare come le verità che costituiscono la base dottrinale dei riti della Chiesa offrono una consolazione molto più oggettiva e durevole di qualsiasi fugace commemorazione.

Un’alternativa comune alla messa esequiale è la “messa di sepoltura cristiana”, nome che descrive meramente quello che effettivamente sta per accadere. Dice infatti in che cosa consiste fondamentalmente un funerale: il termine deriva infatti dalla parola latina per corda,  funis, con la quale il defunto veniva calato nella sua tomba.

Ad alcuni forse non piace venga loro ricordata questa realtà, ma le preghiere della Chiesa non indietreggiano davanti ad essa. Il patrimonio spirituale della Chiesa incoraggia i cattolici ad affrontare con serenità la realtà della morte, come parte integrante di una sana crescita spirituale.

Posso capire che in una società multiculturale in cui un defunto cattolico può avere amici di varie fedi o persino atei, una famiglia desideri includere una sorta di “celebrazione della vita”. Può essere accettabile in alcune circostanze non liturgiche, ad esempio una veglia o un ricevimento durante il quale il defunto viene ricordato e lodato da amici e parenti. Ma non nel contesto della Messa.

Un funerale cattolico non è una canonizzazione anticipata ma, piuttosto, una preghiera di intercessione per l’anima del defunto. Nell’omelia della messa esequiale di san Giovanni Paolo II, il futuro papa Benedetto XVI suggerì che il defunto pontefice polacco stesse già alla finestra della casa del Padre, vedendoci e benedicendoci. Eppure, al momento della sepoltura lo stesso cardinale Joseph Ratzinger pregò che Karol Wojtyła potesse esser liberato dal potere delle tenebre, che Dio nella sua bontà gli perdonasse i suoi peccati, accettasse le sue buone opere, ricevendolo nella sua dimora di pace e di luce, e concedendogli la beatitudine della compagnia dei santi.

Molte diocesi hanno emanato norme che affrontano la questione. Come esempio offriamo alcuni estratti delle norme promulgate nel 2004 dall’arcidiocesi irlandese di Cashel e Emly.

Nell’introduzione il testo afferma:

“Queste linee guida vi aiuteranno a conservare la natura essenziale religiosa delle nostre liturgie funebri, e incoraggiare tutti noi a concentrarsi sul raccomandare i nostri defunti alla misericordia di Dio e rendendo grazie a Dio per le benedizioni che hanno ricevuto nella vita.

“[Le linee guida] garantiranno che la celebrazione della liturgia funebre sia un’esperienza dignitosa, devota e consolante per le persone in lutto e per tutti coloro che partecipano alle cerimonie funebri. Esse sono state compilate per aiutare tutti coloro che hanno il compito di fare i preparativi necessari per la sepoltura cristiana di uno dei fedeli […]. La morte di un membro della famiglia è un’esperienza particolarmente triste e dolorosa. Anche quando aspettata, la morte di una persona cara lascia sempre un senso di shock e smarrimento. Tuttavia, la liturgia funebre della Chiesa è una ricca fonte di consolazione e di speranza in questo momento difficile.

“4. Accoglienza della salma alla Chiesa. Questo rito significa il passaggio dall’espressione privata del dolore personale della famiglia a casa alla più pubblica espressione liturgica del sostegno orante della comunità parrocchiale locale per i defunti e parenti. […]

“5. La Messa funebre. La Messa funebre è la celebrazione liturgica centrale per i defunti. Parenti e amici sono invitati a partecipare attivamente alla celebrazione della Messa. Tale partecipazione attiva alla Messa include la lettura della Scrittura, la recita delle preghiere dei fedeli e la presentazione dei doni. Tuttavia, i parenti in lutto non devono sentirsi obbligati a partecipare in azioni pubbliche in una occasione tanto triste.

Parola di Dio / Omelia. L’omelia, tenuta dal sacerdote o diacono, si focalizza sulla fede del cristiano nella risurrezione, offrendo in questo modo speranza e consolazione alle persone in lutto e ai fedeli in generale. Anche se l’omileta può fare riferimento agli sforzi del defunto di vivere la vita cristiana, l’omelia non è un elogio.

Preghiere dei fedeli. Nelle preghiere dei fedeli la comunità cristiana chiede a Dio di portare conforto alle persone in lutto e mostrare misericordia al defunto. Familiari o amici che desiderano comporre queste preghiere dovrebbero consultarsi con il celebrante della Messa per garantire che queste intercessioni siano conformi alle norme liturgiche.

“6. Presentazione dei doni. È auspicabile che parenti o amici del defunto presentino il pane e il vino per la celebrazione eucaristica. Non è opportuno presentare in questo momento altri emblemi della vita e degli interessi del defunto. Come menzionato precedentemente (cfr. n° 4 qui sopra) tali emblemi possono, se necessario, essere presentati avanti al momento dell’accoglienza della salma alla Chiesa o prima dell’inizio della Messa funebre.

“7. Musica e canti. Musica e canti appropriati rendono la liturgia funebre più sentita e sono consigliati. Molte parrocchie hanno cori e organisti disponibili a partecipare alle messe funebri. Nella scelta di canti e musica adatta alla liturgia funebre i familiari del defunto devono consultarsi con il celebrante e/o l’organista e il coro della parrocchia. Questo è particolarmente importante quando ad animare la musica e i canti nella liturgia funebre sono musicisti o cantori esterni. Non c’è posto per canzoni profane nella sacra liturgia della Chiesa. Occasionalmente, una appropriata musica profana, soprattutto la musica strumentale, può rendere la liturgia funebre più sentita. Riguarda l’appropriatezza di tale musica il giudizio tocca al celebrante e/o organista della parrocchia.

“10. Discorso. Qualora un parente o un amico del defunto desideri tenere un discorso in occasione di un funerale sono disponibili varie opzioni: il discorso, che è una sintesi e un omaggio alla vita e realizzazioni del defunto, viene più opportunamente tenuto al cimitero dopo la sepoltura. Quando i parenti desiderano un discorso in chiesa valgono le seguenti disposizioni: I) Il discorso, che dev’essere breve, può essere pronunciato sia alla fine della cerimonia di accoglienza della salma del corpo, prima della Messa funebre, sia alla conclusione dell’ultima raccomandazione dopo la Messa esequiale; II) I sentimenti espressi in un discorso pronunciato in chiesa devono essere in sintonia con l’ambiente sacro della casa di Dio e della liturgia funebre; III) Perciò, la persona che tiene il discorso d
eve parlarne con il celebrante in anticipo; IV) Non è opportuno tenere un discorso durante la celebrazione della Messa”.

Queste linee guida esprimono sani principi liturgici. Tuttavia, di solito ogni diocesi ha le sue proprie norme per adattarsi a particolari usanze locali.

[Traduzione dall’originale inglese a cura di Paul De Maeyer]

***

I lettori possono inviare domande all’indirizzo liturgia.zenit@zenit.org. Si chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Fr. Edward McNamara

Padre Edward McNamara, L.C., è professore di Teologia e direttore spirituale

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione