Brother Roger's tomb in Taizé

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Freré Roger, il fondatore di Taizé che capiva i giovani, amava i poveri e costruì ponti tra cristiani

Il messaggio del Papa alla comunità ecumenica che da domani celebra tre ricorrenze: i 75 anni dalla fondazione, il centenario della nascita e il decennale della morte del monaco svizzero, di cui esorta a mantenere vivo il messaggio a “scegliere di amare”

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Un “testimone instancabile del Vangelo della pace e della riconciliazione, animato dal fuoco di un ecumenismo della santità”. Usa le parole di Benedetto XVI, Francesco, per tratteggiare l’indimenticabile figura di frère Roger Schutz, il fondatore della comunità ecumenica di Taizé di cui ricorre il centenario della nascita e il decennale della morte. Due ricorrenze che il Pontefice ricorda in un messaggio inviato al priore frère Alois e a tutta la comunità che, da domani, si appresta a vivere una settimana di celebrazioni in occasione anche del 75° anniversario della fondazione, avvenuta il 20 agosto 1940. Ad esse sarà presente, come delegato pontificio, il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei cristiani.

Nel suo messaggio, il Papa, ribadendo l'”affetto” per tutti i membri, esorta a tenere vivo il messaggio del fondatore ma soprattutto a non spegnere quel fuoco che spinse il giovane monaco svizzero a fondare, in piena guerra mondiale, una comunità di dialogo e pace in minuscolo villaggio semi-abbandonato nel cuore della Borgogna, terra d’origine della madre. Una comunità che oggi – scrive il Pontefice – “può essere considerata una vera ‘parabola di comunione’ che, finora, ha svolto un ruolo così importante per costruire ponti di fraternità tra i cristiani”. 

“Cercando con passione l’unità della Chiesa, Corpo di Cristo – aggiunge il Santo Padre – frère Roger si è aperto ai tesori custoditi nelle diverse tradizioni cristiane, senza tuttavia compiere una rottura con la sua origine protestante. Con la perseveranza di cui ha dato prova durante la sua lunga vita, ha contribuito a modificare le relazioni tra cristiani ancora separati, tracciando per molti un cammino di riconciliazione”. 

A nutrire Schutz era la Sacra Scrittura, soprattutto “l’insegnamento dei santi Padri della Chiesa”. A queste “fonti cristiane” egli “attingeva” e “sapeva renderle attuali tra i giovani”. Lui, sottolinea Bergoglio, “capiva le nuove generazioni; aveva fiducia in loro”, tanto da riuscire a fare di Taizé “un luogo d’incontro dove giovani di tutto il mondo si sentono rispettati e accompagnati nella loro ricerca spirituale”.

Oltre ai giovani, il grande cuore del fondatore batteva anche per “i poveri, i diseredati, quanti, apparentemente, non contano nulla”. A loro egli si è dedicato in più e più occasioni mostrando, “con la sua esistenza e con quella dei suoi fratelli, che la preghiera va di pari passo con la solidarietà umana”. Allora – scrive il Papa – non si può che rendere “grazie a Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, per il dono della vita di frère Roger, fino alla sua morte violenta”, avvenuta il 16 agosto 2005, durante una preghiera pubblica serale, per mano di una squilibrata che, avvicinandolo, lo aggredì e lo uccise con un coltello. 

In particolare, l’auspicio di Papa Francesco è che la Comunità di Taizé possa “mantenere sempre ardenti la testimonianza che ha reso a Cristo risorto” e che non dimentichi l’appello “incessantemente rinnovato” da frerè Roger a “scegliere di amare”. Sempre, chiunque, ovunque. 

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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