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"Frastornati, ma felici". I profughi africani arrivano nel convento di Gualdo Tadino

Provenienti da Senegal e Gana, i giovani tra i 18 e i 35 anni saranno assistiti dai Frati Minori dell’Umbria

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Sono giunti ieri pomeriggio al convento della S.ma Annunziata di Gualdo Tadino, accompagnati dagli operatori e dalla direttrice della Caritas diocesana sr. Elisa Carta, i dodici profughi provenienti da Senegal e Gana. L’accoglienza è avvenuta alla presenza del Ministro Provinciale M.R.P. Claudio Durighetto, del guardiano del convento p. Mario Misseri e del sindaco di Gualdo Tadino Massimiliano Presciutti.
Il Ministro ha ribadito l’impegno dell’intera Fraternità provinciale nei confronti della difficile realtà dei profughi che costituisce una parte importante di quelle periferie esistenziali a cui papa Francesco così spesso fa riferimento.
I profughi sono molto giovani, la loro età va dai 18 ai 35 anni; la maggior parte di essi ha lasciato il proprio Paese alla ricerca di un futuro migliore in Europa e in particolare nella parte settentrionale del nostro continente. In molti casi infatti la loro permanenza in Italia sarà temporanea e costituirà solo una tappa che li ricongiungerà ai familiari ormai stabiliti in altri Paesi europei o li porterà a cercare in essi un lavoro dignitoso.
Nonostante il comprensibile stato di confusione in cui alcuni di essi è parso si trovassero, legato probabilmente al lungo e difficile viaggio affrontato, i giovani – scrivono i francescani in una nota – “sono sembrati contenti della nuova sistemazione nella struttura del convento la cui splendida collocazione a qualcuno è parsa persino ricordare i paesaggi della propria terra. Segno, forse, di una nostalgia che già abita il cuore di queste persone”.
Soprattutto però “i giovani sono sembrati animati da un forte desiderio di iniziare una nuova vita. Certo, le difficoltà non mancheranno: a cominciare dal vivere assieme tenendo conto del diverso credo religioso che li caratterizza, vi sono infatti tra di loro sia cristiani che musulmani, e dall’occupazione da trovare. Oltre che dai problemi di integrazione a cui dovranno far fronte a partire dai prossimi giorni”. “A noi – si legge nel comunicato – il compito di sostenerli sia con le opere di carità che con la preghiera perché la loro vita possa essere vissuta con dignità. La dignità di ogni essere umano”.

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ZENIT Staff

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