Pregnant woman

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Francia: Femministe schierate contro l'utero in affitto

Il 2 febbraio 2016 si terrà a Parigi l’Assise per l’Abolizione universale della maternità surrogata, che “riduce la donna a strumento e la sua vita a un mezzo”

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La data che le femministe francesi hanno cerchiato sul calendario è quella del 2 febbraio 2016. L’appuntamento è a Parigi, dove si raduneranno non più per reclamare velleità di presunta emancipazione e per esibirsi in gesti da trivio come accadeva nei decenni passati. Stavolta, la ragione che ha spinto numerose intellettuali francesi (e non) a mobilitarsi è la volontà di alzare un coro di dissenso nei confronti dello sfruttamento del corpo femminile legato all’utero in affitto.

L’annuncio è stato dato nel corso di un’intervista ad Avvenire da Sylviane Agacinski. Filosofa di estrazione progressista e attiva in passato nei movimenti femministi, moglie dell’ex primo ministro socialista Lionel Jospin, la Agacinski ha iniziato ad occuparsi di utero in affitto in tempi non sospetti. Nel 2009 ha dato alle stampe Corps en miettes (Corpi lacerati), nel 2014 il volume è stato arricchito di altri dati ed è stato presentato dall’autrice con le seguenti parole: “Bisogna lottare contro la disinformazione e l’enorme propaganda sulle madri surrogate, che una nuova pratica sociale vorrebbe far diventare le schiave del mondo moderno. Soprattutto le donne devono resistere”.

La Agacinski riconosce che talvolta il progresso della tecnica “significa abdicare al diritto, all’etica e alla dignità della donna”. La pratica dell’utero in affitto – aggiunge a FranceInfo – “riduce la donna a uno strumento, la sua vita a un mezzo. La donna è una persona, non una femmina riproduttrice”.

Questi concetti, la Agacinski insieme ad altre donne proveranno a farli penetrare nel Parlamento e nella società civile francesi il 2 febbraio 2016, con l’Assise per Abolizione universale della maternità surrogata (Assises pour l’Abolition universelle de la Gpa, ndr). Come spiega lei stessa ad Avvenire, “vi parteciperanno ricercatori, parlamentari francesi ed europei e associazioni femministe”.

Secondo la filosofa, quest’appuntamento rappresenta un’occasione storica. “Se indietreggiamo davanti alla potenza dei mercati e cediamo alle pressioni in vista di una regolamentazione – spiega – abbandoneremo le donne alla legge della domanda e dell’offerta e precipiteremo in società di mercato che riconosceranno solo i valori mercantili e nient’altro”. Prospettiva che non esita a definire “terribile”.

La speranza della Agacinski è che si arrivi a una legge che protegga “tutte le donne dicendo che la loro carne non è una mercanzia” e che punisca tutti i professionisti che alimentano questo mercato umano: “avvocati, medici, agenti e intermediari”, e anche “i clienti”. Del resto, questi ultimi “appartengono alle classi sociali più agiate e ai Paesi più ricchi, comprano i servizi delle popolazioni più povere su un mercato neo-colonialista”. Di qui la conclusione della Agacinski per cui l’utero in affitto poggia su “relazioni economiche sempre diseguali”.

In Francia attualmente l’utero in affitto non è consentito dalla legge, e il presidente della Repubblica François Hollande ha escluso categoricamente una futura legalizzazione. Dove non arriva il potere legislativo, prova però a intervenire quello giudiziario. Nel luglio scorso la Cassazione ha emesso due sentenze congiunte che hanno autorizzato la trascrizione all’anagrafe francese di due bambine partorite quattro anni fa in Russia da donne locali che, dietro compenso, hanno accettato di cedere le neonate a una coppia omosessuale francese.

I giudici hanno chiesto alle autorità transalpine di iscrivere allo stato civile le due bambine come figlie del padre biologico e delle donne russe che le hanno partorite. La sentenza ha suscitato diversi pareri negativi, tra i quali quello di Aude Mirkovic, docente di Diritto privato all’Università di Evry e portavoce dell’associazione Giuristi per l’infanzia. Quest’ultimo ha rimproverato il Governo perché “avrebbe potuto e dovuto presentare un ricorso a Strasburgo”.

L’assise del 2 febbraio 2016 ha proprio l’obiettivo di svegliare le coscienze ed evitare, in futuro, che dinanzi a questa pratica l’ignavia o la connivenza prevalgano.

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Federico Cenci

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