Francia e Gran Bretagna pronte ad attaccare l'Isis via cielo

Annunciati da entrambi i paesi raid aerei contro le postazioni dello Stato Islamico in Siria. In corso il confronto diplomatico sulla crisi siriana tra Usa e Russia

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Francia e Gran Bretagna sono pronte a scendere in campo contro il sedicente Stato Islamico. Sia il presidente Francois Hollande che il premier britannico David Cameron hanno annunciato infatti attacchi aerei contro le postazioni dell’Isis in Siria.

Secondo quanto confermato da fonti ufficiali – riprese dal Sunday Times e da L’Osservatore Romano – Cameron attende di ottenere il via libera del Parlamento ai raid in una votazione che dovrebbe tenersi nei primi di ottobre, in modo che Londra potrebbe dunque rafforzare le azioni aeree della coalizione internazionale guidata dagli Usa, già attiva nell’area.  Per stabilizzare la situazione nel Mediterraneo occorre “una Siria in pace” ha fatto eco il cancelliere George Osborne, a margine del vertice finanziario del G20 ad Ankara. Per giungere a questo obiettivo, ha aggiunto, si deve “andare alla radice del problema” intervenendo non solo contro “i terroristi dell’Is” ma anche contro “il regime di Bashar Al Assad”.

Da parte sua Hollande ha ordinato invece voli di ricognizione sulla Siria, finalizzati a “condurre dei raid” contro le milizie dello Stato islamico. “Ho chiesto al ministro della Difesa che da domani possano essere condotti voli di ricognizione sulla Siria”, ha detto in conferenza stampa il capo di Stato, “questi permetteranno di preparare attacchi contro Daesh (l’acronimo arabo di Isis), preservando la nostra autonomia di azione e a livello decisionale”. Escluso qualsiasi intervento di terra, ha annunciato Hollande, confermando che la Francia accoglierà 24mila rifugiati.

Intanto in queste ore si sta svolgendo il confronto diplomatico sulla crisi siriana tra Washington e Mosca, che discutono da alcune settimane della possibile costituzione di una grande forza internazionale contro l’Isis. Tuttavia, mentre la Casa Bianca pone quale precondizione essenziale di ogni intervento l’uscita di scena di Assad con l’apertura di una fase di transizione politica, il Cremlino invece sostiene che non si possa escludere un ruolo di Assad.

Ieri il dipartimento di Stato americano ha poi reso noto che i russi stanno rafforzando la loro presenza militare in Siria. “Se le informazioni sono precise – si legge in una nota ufficiale – queste azioni porteranno a un’escalation del conflitto in Siria, con conseguente aumento del numero di morti innocenti e di rifugiati che scappano. Aumenterebbero anche i rischi di uno scontro con la coalizione anti-Isis che sta operando in Siria”.

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ZENIT Staff

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