Francesco scoprì il tesoro che è Cristo

Il Ministro Generale dell’Ordine Francescano Frati Minori Cappuccini indica la conversione di Francesco come esempio di vita nuova

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del Rev. P. Mauro Jöhri

CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 14 ottobre 2012 (ZENIT.org) – Riportiamo di seguito l’intevento del Rev. P. Mauro Jöhri, O.F.M. Cap., Ministro Generale dell’Ordine Francescano Frati Minori Cappuccini, alla Settima Congregazione Generale del Sinodo dei Vescovi, svoltasi venerdì 12 ottobre 2012.

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Gli Ordini mendicanti contribuiranno alla nuova evangelizzazione nella misura in cui sapranno rinnovarsi a contatto con il carisma dei loro fondatori e in attento ascolto delle complesse situazioni del nostro tempo. Ci viene richiesta una fedeltà creativa come in fondo la seppe vivere in modo esemplare – faccio 1’esempio che più mi è vicino – San Francesco d’Assisi. In che senso si può parlare di Francesco come di “uomo veramente nuovo”?

Sento di poter dire che Egli fu uomo veramente nuovo perché seppe riproporre in modo forte e convincente Gesù Cristo e il suo Vangelo. Egli non si mise al posto di Cristo: questo proprio no. Francesco scoprì Cristo, vero Dio e vero uomo, come si scopre il tesoro nascosto nel campo. Una volta scoperto il tesoro che è Cristo, Egli motivò e accompagnò tutte le scelte della vita di Francesco.

E per entrare in pieno possesso di questo tesoro, per essere profondamente trasformato dal contatto con la persona di Cristo, Francesco lasciò tutto, ruppe con la famiglia, assunse un’ esistenza errabonda, rinunciò ad ogni forma di contestazione per dare inizio ad uno stile di vita allora del tutto inedito. Pose Cristo al centro della sua vita e per fargli realmente posto lo serviva nei lebbrosi, si ritirava volentieri a vivere negli eremi, andava per le piazze a predicare la penitenza.

Noi religiosi siamo chiamati decisamente a mettere Cristo al centro della nostra vita; e questo comporta di avere il coraggio di testimoniarlo apertamente. Non dobbiamo aver paura di dire che è per Lui e per Lui solo che abbiamo scelto di abbracciare la vita religiosa e di vivere in reciproca dipendenza in fraternità. Siamo invitati a dire che è da Lui che attendiamo la ricompensa per le nostre rinunce e che la parte migliore deve ancora venire.

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ZENIT Staff

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