Pope John Paul II greets young pilgrims during WYD 2000

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Francesco ricorda Giovanni Paolo II, "il Papa della famiglia"

Al termine dell’Udienza generale, il Pontefice ha incontrato diversi ammalati, atleti disabili e un gruppo di giovani studenti impegnati in un progetto editoriale per i bambini iracheni

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“Il Papa della famiglia”: così Francesco ha ricordato Giovanni Paolo II alla vigilia della sua memoria liturgica, rinnovando ai fedeli presenti all’Udienza generale l’invito a pregare per i Padri impegnati in questi giorni nei lavori del Sinodo. “Siate suoi buoni seguaci nella premura per le vostre famiglie e per tutte le famiglie – ha incoraggiato il Santo Padre – specialmente quelle che vivono nel disagio spirituale o materiale. La fedeltà all’amore professato, alle promesse fatte e agli impegni che derivano dalla responsabilità siano la vostra forza. Per l’intercessione di San Giovanni Paolo II preghiamo che il Sinodo dei Vescovi, che sta per concludersi, rinnovi in tutta la Chiesa il senso dell’innegabile valore del matrimonio indissolubile e della famiglia sana, basata sull’amore reciproco dell’uomo e della donna, e sulla grazia divina”.

Parlando ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli, il Pontefice ha poi aggiunto che la testimonianza di vita di Wojtyla “sia di esempio per il vostro cammino; cari ammalati, portate con gioia la croce della sofferenza come egli ci ha insegnato con l’esempio; e voi, cari sposi novelli, chiedete la sua intercessione perché nella vostra nuova famiglia non manchi mai l’amore”.

In tema di amore e di accoglienza familiare, al Papa, a fine Udienza, è stato presentato Patric, giovane congolese che appena nato era stato gettato nella spazzatura nella periferia di una città. A salvarlo è stato un missionario che lo ha fatto curare nell’ospedale romano Bambino Gesù, dove un’infermiera e suo marito lo hanno adottato. Patric – che ora, informa L’Osservatore Romano, sta facendo terapie per migliorare la deambulazione e il linguaggio, sostenuto dalla comunità delle suore di carità dell’Assunzione – ha incontrato Francesco, nel giorno del suo 18° compleanno.  

Al Papa è stata poi illustrata l’attività della Caritas ungherese per accogliere i migranti dal direttore nazionale monsignor Gábor Écsy, il quale, mostrando un album fotografico, ha assicurato “il proseguimento dell’opera di solidarietà, silenziosa ma efficace”. Inoltre il cardinale Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo, ha presentato al Papa una folta delegazione della comunità ebraica venuta appositamente dal Brasile per celebrare i 50 anni della Nostra aetate. “Questa presenza — ha spiegato il cardinale — è il segno della nostra piena collaborazione e della loro attenzione alla testimonianza del Pontefice soprattutto sul dialogo interreligioso e la pace”. Sempre dal Brasile sono arrivati a Roma i responsabili della fondazione Terra attiva, dal 1984 nello Stato di Pernambuco.

Con particolare affetto, poi – riferisce ancora il quotidiano vaticano – Francesco ha abbracciato quattro gemelli costretti sulla sedia a rotelle per una asfissia neonatale che ha procurato loro, al momento della nascita, una serie di problemi anche motori. Si tratta di Kevin, Thomas, David e Jonathan Meola, che hanno 12 anni, venuti da Montemiletto, in provincia di Avellino, accompagnati dai loro genitori.

Il mondo dello sport, in particolare, ha testimoniato in piazza San Pietro tutto il suo carico di valori solidali. E così il ciclista Alessandro Vanotti, compagno di quadra di Vincenzo Nibali e Fabio Aru all’Astana, è partito sabato 17 dalla sua Bergamo percorrendo 600 chilometri, con altri dieci pedalatori, e facendo tappa nel carcere minorile di Pontremoli, nella casa di riposo di Campansi a Siena e nella casa di accoglienza San Lazzaro di Acquapendente. 

Accanto al gruppo bergamasco c’erano gli atleti disabili di Cremona che gareggiano con la handbike e che, il 18 ottobre, hanno portato a termine, a Milano, il Giro d’Italia. Inoltre a raccontare a Francesco il loro originale stile di correre le maratone sono venuti i podisti dell’associazione Amici di Diego. Dal 2004 questi atleti percorrono i 42 chilometri e 195 metri della gara spingendo un loro amico disabile sulla sedia a rotelle, con lo slogan “corriamo per un sorriso”.

Presenti anche numerosi anziani e ammalati di tumore, venuti a Roma nell’ambito del pellegrinaggio delle opere fondate nel bresciano da don Pierino Ferrari: la comunità Mamre, la comunità del Cenacolo e la cooperativa Raphael. E anche gli alunni i della scuola media di Zagarolo, vicino Roma, impegnati nella pubblicazione di un libro di racconti e poesie per “regalare un sorriso ai bambini dell’Iraq”. I ragazzi hanno consegnato infatti al Santo Padre i diritti d’autore (500 euro) perché arrivino ai loro coetanei in Medio Oriente.

 

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ZENIT Staff

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