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Francesco in volo verso l'Armenia. Ieri la preghiera a Santa Maria Maggiore

Partito alle 9.20 da Fiumicino il volo Alitalia con a bordo il Papa, che durante il viaggio commenta la Brexit e l’accordo di pace in Colombia

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È partito con un leggero ritardo alle 9.22 di questa mattina, il velivolo dell’Alitalia/A321 che porta oggi Papa Francesco da Roma-Fiumicino ad Yerevan, capitale dell’Armenia, dove si svolgerà il suo quattordicesimo viaggio apostolico internazionale. Viaggio che, come consuetudine, il Pontefice ha affidato alla Salus Populi Romani, l’icona mariana bizantina tanto cara ai romani custodita nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dove Francesco si è recato nella serata di ieri.
Come riferito da padre Lombardi, la visita ha avuto un carattere privato; il Papa “si è trattenuto in preghiera davanti alla immagine della Vergine, Salus Populi Romani, domandandole di benedire il suo prossimo viaggio in Armenia. Come altre volte, i fiori deposti sull’altare in omaggio alla Madonna avevano i colori della bandiera dell’Armenia”. Con questa arrivano a quota 36 le visite compiute dal Santo Padre nella Basilica Liberiana.
Papa Francesco è giunto alle 8.57 all’aeroporto di Fiumicino. Appena sceso dall’auto, a pochi metri dalla A321 dell’Alitalia battezzato Piazza Ducale Vigevano, è stato accolto fra gli altri dal presidente di Alitalia, Luca Cordero di Montezemolo, oltre ad altre autorità civili e militari, con le quali si è intrattenuto cordialmente. Subito dopo il Pontefice, sorridente, con la consueta borsa nera nella mano sinistra, è salito sulla scaletta dell’aereo, e prima di entrare nel velivolo, ha salutato con un cenno della mano i presenti.
L’aereo papale è decollato quindi alle 9.22. Si prevedano circa quattro ore di volo da Roma a Yerevan, durante le quali uk velivolo coprirà una distanza di 2.895 km sorvolando gli spazi di Croazia, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro, Bulgaria e Turchia. L’arrivo all’aeroporto Internazionale “Zvartnots” di Yerevan è previsto alle ore 13.40/14, ora italiana; lì si terrà una cerimonia di benvenuto.
Nel momento di lasciare il territorio italiano, il Santo Padre ha fatto pervenire al presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, un messaggio telegrafico in cui rivolge all’Italia “un incoraggiamento a mantenersi in prima linea nella solidarietà, guardando al futuro con fiducia e speranza”. Inoltre, Bergoglio ricorda nel testo le ragioni del suo viaggio apostolico che ha per meta il paese che per primo, nel 330 d. C., si dichiarò cristiano, ovvero “attingere alla sapienza antica di quella popolazione,confermarla nella fede, sostenere ogni sforzo sulla via della pace e della riconciliazione”.
Pronto la risposta di Mattarella, che scrive: “L’Italia e la comunità internazionale guardano con vivo interesse al profondo significato di questa missione, che insieme all’annunciato Viaggio Apostolico in Georgia e Azerbaijan del prossimo autunno, riveste una valenza storica, anche per il dialogo ecumenico”. “La sua presenza – afferma il capo di Stato – recherà un atteso messaggio di pace e solidarietà per l’intera regione del Caucaso, alla quale l’Italia guarda con particolare attenzione, oltre che di incoraggiamento alla comunità cristiana armena”.
In Armenia, intanto, cresce l’attesa per l’arrivo del Papa. La stampa locale – citata da Il Sismografo – sottolinea in queste ore con insistenza due fatti piuttosto inediti: il primo avverrà sabato 25, quando il velivolo dell’Alitalia trasporterà – andata e ritorno, Yerevan-Gyumri-Yerevan – Papa Francesco e il Catholicos Karekin II insieme, “due leader religiosi importanti che viaggiano sullo stesso aereo”.  “È la prima volta che succede” affermano i media, evidenziando che “in diversi momenti del programma della visita del Papa, nel suo corteo ufficiale, ci saranno anche le automobili del Capo supremo degli Apostolici armeni e del suo Seguito”.
Come riferiscono alcuni giornalisti presenti sul volo, Papa Francesco ha parlato durante il viaggio di alcuni argomenti di stretta attualità: Brexit e accordo di pace raggiunto a Cuba tra il governo colombiano e la guerriglia della Farc.
“È stata la volontà espressa dal popolo – il commento Francesco su Brexit – e questo chiede a tutti noi una grande responsabilità per garantire il bene del popolo del Regno Unito e anche il bene e la convivenza di tutto il continente europeo”.
Venendo all’accordo di pace per la Colombia, il Vescovo di Roma ha detto di aver ricevuto ieri la notizia e di essere felice. “Più di cinquant’anni di guerra, di guerriglia, tanto sangue versato – la sua riflessione -. È stata una bella notizia, mi auguro che i Paesi che hanno lavorato per fare la pace siano garanti, diano la garanzia che questo vada avanti”.

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ZENIT Staff

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