Cardinal Maradiaga with pope Francis

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Francesco in Messico. La "spending review" nella geografia bergogliana

Il 12 febbraio 2016, il Papa si recherà nel paese latinoamericano. Accordo tra Nunziatura e Santa Sede di organizzare il viaggio con il minimo dei costi

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A pochi giorni dal viaggio internazionale che Papa Francesco si appresta a realizzare in Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana, cresce l’interesse anche per i prossimi appuntamenti segnati sull’agenda del Pontefice. È notizia di queste settimane che il Papa, il 12 febbraio 2016, si recherà per la quarta volta in America Latina per visitare il Messico e incontrare un popolo che quotidianamente affronta problematiche sociali come l’immigrazione, il femminicidio e la criminalità organizzata.

In queste ore mons. Fabio Martinez Castilla, arcivescovo di Tuxtla Gutiérrez, ha comunicato che la capitale del Chiapas, lo Stato più meridionale del Messico, si prepara per ricevere la visita del Santo Padre, il quale sarà ricevuto nello Stadio Vìctor Manuel Reyna per risparmiare sui costi. Spending review e linee pastorali contrassegneranno, dunque, ancora una volta il cammino di Bergoglio.

Sembrerebbe poi che il Papa, incontrando i rappresentanti della Chiesa messicana del Chiapas e l’intero popolo, le cui origini risalgono alla cultura maya, affronterà tematiche molto delicate, per accompagnare, illuminare i cattolici messicani e ribadire i valori della famiglia, soprattutto durante un incontro a cui prenderanno parte più di centomila fedeli, tra i quali vi sarà anche la gerarchia ecclesiastica e politica del Messico. A San Cristobal de las Casas invece il Papa si soffermerà sulla questione indigena e confermerà nella fede, i valori cristiani della carità e dell’amore tra gli uomini, e tra i popoli, per incoraggiare la speranza davanti a tanta sofferenza e per esortare le parti a riporre le armi nel segno della riconciliazione. 

Il vescovo della diocesi di San Cristobal de las Casas, mons. Felipe Arizmendi Esquivel, ha inoltre spiegato alla testata El Universal che Francesco desidera recarsi in questa regione messicana “non per caso, ma perché vuole essere vicino alle periferie, principalmente quelle popolate dalle popolazioni indigene, che sono le aree di un paese sempre più dimenticate perché poste ai margini della vita sociale e della crescita stessa dell’economia nazionale”.

Prosegue in tal senso il pontificato itinerante del Papa chiamato dalla fine del mondo per riformare la Chiesa e riportare entro il “recinto” tutti i figli appartenenti alla grande famiglia cristiana. La riforma bergogliana in tal senso dovrebbe essere interpretata e ampliata coscientemente nei termini di questa specifica e mirata geografia petrina che affonda le sue radici nell’invito che Gesù rivolse ai suoi Apostoli, e cioè di andare a evangelizzare il mondo. Proprio questa è la missione di cui Papa Francesco oggi si fa carico recandosi per la quarta volta in America Latina, nello specifico in Messico, la seconda nazione con il maggior numero di cattolici dopo il Brasile, già visitata cinque volte da San Giovanni Paolo II e una volta da Benedetto XVI.

Tra martedì 24 novembre e mercoledì 25, i rappresentanti politici e i vertici della Conferenza Episcopale messicana si incontreranno a San Cristobal de las Casas per mettere a punto il programma della visita della visita del Santo Padre, che sarà poi comunicato ufficialmente il 12 dicembre prossimo, giorno in cui il popolo messicano celebra l’ultima apparizione di Nostra Signora del Guadalupe, a cui è molto devoto lo stesso Francesco.

Sempre l’arcivescovo di Tuxtla ha inoltre specificato che il Paese si organizzerà in modo da garantire la maggiore sicurezza per il Papa, mettendo a disposizione luoghi spaziosi e sicuri, cercando di essere molto prudenti nei costi e nello sperpero di denaro. Sembrerebbe infatti che questo undicesimo viaggio internazionale di Francesco in America Latina sarà organizzato con il minimo dei costi: uno degli accordi stretti tra il Vaticano e la Nunziatura apostolica avrebbe infatti interessato proprio l’aspetto economico, affinché sia la Chiesa che il governo non debbano investire esose risorse per un’occasione che per sua natura deve essere religiosa, e non “mondana”.

Non è un caso che tra i luoghi presi in considerazione dagli organizzatori di questa tappa di un’ora e un quarto a Tuxtla Gutiérrez, ci sia lo Stadio Victor Manuel Reyna, che consentirebbe a un numero considerevole di persone di prendere parte all’evento, godendo di un buon sistema di diffusione acustica e dell’utilizzo di maxischermi.

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Alessandro Notarnicola

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