Florence

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Francesco a Firenze. Nel Battistero, pochi istanti di fronte alla "Crocifissione bianca" di Chagall

Bagno di folla per l’arrivo del Papa nella città della bellezza. Numerosi i doni consegnati da diocesi, comune e Regione Toscana, insieme al meteorite donato da Prato 

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Sono da poco trascorse le 9.30 a Firenze, quando l’elicottero con a bordo Francesco atterra allo Stadio di atletica “Luigi Ridolfi”. Papa Bergoglio – accolto dalle autorità civili – è già attivo dalle prime luci dell’alba per la sua visita a Prato. Con lui è attiva anche la immensa folla di fedeli fiorentini (alcuni hanno trascorso lì parte della notte, come ci raccontano) riuniti nella celebre piazza San Giovanni, dove si erge la magnificente cattedrale di Santa Maria del Fiore e il Battistero intitolato a San Giovanni, patrono cittadino.

L’aria è frizzantina e bandiere bianche e gialle, striscioni e stemmi del giglio, simbolo di Firenze, sventolano in attesa del Papa, venuto nella ‘città della bellezza’ in occasione del V Convegno nazionale della Chiesa Italiana, sul tema: “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. Il Santo Padre arriva in una golf volkswagen di colore blu e poi in jeep scoperta negli ultimi metri, compiendo il consueto tour di saluti. Accolto dal card. Giuseppe Betori – insieme a mons. Giancarlo Corti, proposto del Capitolo della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, e gli otto Membri del Consiglio dell’Opera di Santa Maria del Fiore – Francesco entra prima nel Battistero, uno degli edifici più antichi di Firenze, scrigno prezioso di arte, storia e architettura, dove fu battezzato anche Dante Alighieri. 

Celebre per la sua forma ottagonale, tipica dei Battisteri di ispirazione bizantina, quello di San Giovanni è soprattutto noto per la Porta del Paradiso – quella che si affaccia ad est – di Lorenzo Ghiberti, nei cui bassorilievi sono raffigurate scene bibliche. Lì Bergoglio si ferma per pochi istanti, accolto dal Gonfalone della città con le “chiarine” storiche che gli danno il benvenuto. Poi, entrando, fermo nel chiaroscuro, osserva il mosaico su sfondo dorato che decora la Cupola. Sulla talare bianca si riflettono quindi le suggestive immagini ritratte nelle diverse volte: il Giudizio universale, dominato dalla figura di Cristo, la Vergine Maria, i patriarchi, la schiere angeliche e i diavoli nell’inferno. 

Nel Battistero, i fiorentini hanno voluto fare una sorpresa al Pontefice presentandogli il suo quadro preferito: la “Crocifissione bianca” di Marc Chagall, opera del 1938 attualmente esposta nella mostra «Bellezza divina», allestita a Palazzo Strozzi. Papa Francesco contempla il dipinto, ispirato alla persecuzione degli ebrei nell’Europa centrale e orientale, mentre gli viene illustrato in tutte le sue sfumature da alcuni storici del’arte.

Intanto la folla all’esterno grida “W il Papa” e attende il passaggio del Santo Padre nel breve corridoio verso l’attigua Cattedrale per rubare un saluto, una foto, un abbraccio. Sul sagrato di Santa Maria del Fiore, Papa Francesco saluta con affetto il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il card. Angelo Bagnasco, che ieri a TV2000 dichiarava a nome dell’episcopato nostrano, alla luce dei recenti scandali: “Il Papa non è assolutamente solo, gli vogliamo bene”. Abbraccia poi mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e presidente del Comitato preparatorio del Convegno Ecclesiale e stringe la mano al segretario Generale della Cei, mons. Nunzio Galantino. 

Quindi attraversa la navata centrale – anche qui un bagno di folla con i 2.500 partecipanti al Convegno – e giunge al presbiterio, sotto l’affresco del Giudizio Universale iniziato dal Vasari. Proprio quelle immagini affascinanti offrono a Bergoglio lo spunto per il fortissimo discorso che pronuncia ai rappresentanti della Chiesa italiana, in cui tratteggia quel nuovo umanesimo a cui l’evento ecclesiale nazionale aspira per costruire “un’Italia migliore”.

Numerosi sono i doni che il Papa ha ricevuto dalla diocesi e dal comune di Firenze e dalla Regione Toscana: una riproduzione anastatica della cosiddetta Bibbia di Marco Polo, conservato nella Biblioteca Medicea Laurenziana; una copia illustrata della Divina Commedia; l’edizione critica del Codice Rustici che testimonia l’immagine della Firenze del primo ‘400; un tondo in porcellana della Sacra Famiglia con San Giovannino e una statua in cotto di San Francesco. Ancora: pissidi, crocifissi, manufatti artigianali e pure un profumo. Tutti da portare a Roma insieme all’originalissimo e inedito regalo della città di Prato: un meteorite proveniente da Marte.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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