Francescani e ortodossi russi riprendono un dialogo comune: quello della spiritualità

MOSCA, lunedì, 27 marzo 2006 (ZENIT.org).- Il dialogo ecumenico più che sulla carta “deve arrivare al cuore”. Lo ha affermato il Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori, fr. José Rodríguez Carballo, che venerdì scorso ha concluso una visita di tre giorni nella capitale russa per rafforzare il dialogo di spiritualità tra ortodossi e francescani.

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Accompagnato da una piccola delegazione, il Ministro Generale dei francescani ha incontrato il Patriarca ortodosso di Mosca e di tutte le Russie, Alessio II, e il capo di Dipartimento per gli Affari esteri del Patriarcato di Mosca, il Metropolita Kirill. Il tema principale è stato riprendere e promuovere il dialogo della spiritualità.

“Questo dialogo tra l’ordine francescano e i monaci ortodossi russi è iniziato nel 1973” e, “anche se se ha subito un’interruzione, con la mia visita voglio ora rilanciarlo e potenziarlo ancor di più”, ha affermato fr. José Rodríguez.

“Concretamente, un tema che trattiamo sempre in questi incontri è la regola che professano i monaci ortodossi e la nostra regola. Una fonte questa di grande arricchimento. E per tale ragione vogliamo continuare a promuovere e a lavorare in questa direzione di dialogo”.

Tra le azioni che sono state ricordate, c’è il “mantenimento del contatto attraverso persone concrete per programmare attività di collaborazione e di scambio tra le delegazioni”, ha aggiunto il Ministro Generale.

In una conversazione con ZENIT nel Monastero di San Daniele, centro spirituale e amministrativo del Patriarcato di Mosca, fr. José Rodríguez Carballo ha commentato che nella storia di questo dialogo “gli ortodossi hanno inviato una delegazione in Italia per visitare i luoghi francescani”, e i francescani a loro volta “hanno inviato due delegazioni a Mosca per visitare i luoghi significativi per la Chiesa ortodossa e intavolare un dialogo della spiritualità”.

A suo avviso, la spiritualità dei francescani e quella degli ortodossi sono molto vicine, soprattutto nell’esempio di Santi come San Francesco e San Sergio.

“I due Santi hanno molti punti in comune: l’amore per la natura, l’amore per gli animali e da lì il salto dalla creazione al Creatore, la creazione come segno e sacramento del Creatore, che è un aspetto molto importante”, ha affermato.

“Abbiamo in comune anche la dimensione contemplativa che caratterizza la nostra vita francescana e che è propria della spritualità monastica ortodossa, così come la vita comunitaria che, sicuramente con accenti diversi, e a volte direi molto diversi, ha tuttavia molte cose in comune”.

“E’ curioso come, ad esempio, ciò che ha più colpito le monache ortodosse che hanno visitato l’Italia sia stato il contatto con le nostre clarisse. Per loro si trattava di un mondo completamente sconosciuto. Hanno visto che le nostre clarisse pregano come loro e vivono una vita di intensa comunione con il Signore. Questo ci ha avvicinati molto”.

Quanto alla missione dell’ordine francescano in Russia, il Ministro Generale ha osservato che il suo compito fondamentale è assistere le comunità cattoliche.

“Noi abbiamo un modo molto concreto di andare incontro all’altro – ha constatato fr. José –. San Francesco nel 1221 ha scritto in una delle sue regole sul modo di stare con quanti non professano la nostra stessa fede. Ci ha parlato di andare ‘tra’ in un’epoca in cui si parlava di andare ‘contro’”.

“San Francesco ci dice che dobbiamo comportarci come cristiani, manifestare sempre la nostra fede e la nostra adesione a Gesù Cristo e alla Chiesa e, quando sembri opportuno al Signore, anche predicare. Il nostro apostolato fondamentale, quindi, è quello della presenza. E’ l’essere al servizio di ogni ‘humana criatura’, come direbbe San Francesco, e questo è ciò che vogliamo fare”.

“Qui in Russia – ha proseguito –, oltre ad assistere le parrocchie che la Chiesa cattolica ci affida, abbiamo espresso in ogni momento la nostra piena comunione con la gerarchia cattolica del Paese. Abbiamo attività comuni, mense per i poveri, alle quali partecipano anche alcuni ortodossi e alcune scuole”.

Quando gli è stato chiesto se l’operato dell’ordine francescano in Russia potrebbe essere visto come un atto di proselitismo – uno dei punti più delicati del rapporto tra cattolici e ortodossi – il Ministro Generale dell’O.F.M. ha risposto che la questione è stata affrontata nei dialoghi sia con il Patriarca che con il Metropolita.

“Credo che in questo momento, visto che c’è una commissione mista che analizza caso per caso, si possano evitare accuse globali e risolvere situazioni concrete che si possono venire a creare senza malafede e, a volte, semplicemente per mancanza di conoscenza”, ha spiegato.

“Come ho detto, sono venuto a potenziare il dialogo tra la spiritualità ortodossa e la spiritualità francescana. Non ho altro ruolo, nessuno mi ha dato un altro ruolo, se non quello di rafforzare questa relazione fraterna tra le due comunità”, ha ribadito fr. José.

Il Ministro Generale dei Francescani ha incontrato inoltre il Vescovo dell’Arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca, monsignor Tadeusz Kondrusiewicz, e l’Arcivescovo Antonio Mennini, rappresentante della Santa Sede presso la Federazione Russa.

“Il mio viaggio qui è noto alle autorità del Vaticano, concretamente al Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Il Cardinal Kasper è al corrente di tutto. Per questo ho voluto che la mia prima visita fosse al Vescovo diocesano e al Nunzio, per manifestare la mia piena comunione con le direttrici della Chiesa, le direttrici di Papa Benedetto XVI e ovviamente con il Vaticano II sul dialogo ecumenico”.

Per il Ministro Generale dell’O.F.M. si tratta del primo viaggio in Russia, della quale conserva un’impressione molto piacevole.

“Mi sembra che sia un popolo che ha sofferto molto per mantenere la propria identità religiosa e questo merita tutto il rispetto. Vado via molto contento vedendo che la Chiesa risorge dalle sue ceneri, perché mi porta a pensare che le difficoltà possono oscurare la presenza cristiana in un determinato momento, ma prima o poi la luce brillerà di nuovo e, come dice Gesù nel Vangelo, la verità vi farà liberi. Nessuna potenza del male potrà impedire che la fede e la dimensione religiosa dell’uomo possano scomparire”.

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ZENIT Staff

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