Formazione liturgica per il popolo di Dio

Riprende la rubrica «Spirito della Liturgia»

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

di don Mauro Gagliardi*

ROMA, mercoledì, 20 ottobre 2010 (ZENIT.org).- È stata pubblicata due giorni fa, lunedì 18 ottobre, la Lettera ai Seminaristi di Benedetto XVI, per la conclusione dell’Anno Sacerdotale. Al n. 1, il Papa esordisce ricordando che «chi vuole diventare sacerdote, dev’essere soprattutto un “uomo di Dio”» e questo in concreto significa che:

«il sacerdote non è l’amministratore di una qualsiasi associazione, di cui cerca di mantenere e aumentare il numero dei membri. È il messaggero di Dio tra gli uomini. Vuole condurre a Dio e così far crescere anche la vera comunione degli uomini tra di loro. Per questo, cari amici, è tanto importante che impariate a vivere in contatto costante con Dio» (n. 1).

Nell’insegnamento di papa Benedetto, la preghiera è «luogo» privilegiato di apprendimento dello stile di vita cristiano. Ad esempio, nell’enclica Spe Salvi, il Santo Padre aveva presentato la preghiera come uno dei principali «luoghi» di apprendimento e di esercizio della speranza cristiana (cf. nn. 32-34). Anche nella Lettera ai Seminaristi, essa è considerata il modo concreto in cui il candidato al sacerdozio impara a stare in intima e continua comunione con il Signore:

«Quando il Signore dice: “Pregate in ogni momento”, naturalmente non ci chiede di dire continuamente parole di preghiera, ma di non perdere mai il contatto interiore con Dio. Esercitarsi in questo contatto è il senso della nostra preghiera. Perciò è importante che il giorno incominci e si concluda con la preghiera. Che ascoltiamo Dio nella lettura della Scrittura. Che gli diciamo i nostri desideri e le nostre speranze, le nostre gioie e sofferenze, i nostri errori e il nostro ringraziamento per ogni cosa bella e buona, e che in questo modo Lo abbiamo sempre davanti ai nostri occhi come punto di riferimento della nostra vita» (n. 1).

Con un ulteriore passaggio, Benedetto XVI ricorda che la preghiera allo stato perfetto è il culto pubblico della Chiesa, ossia la sacra liturgia, e in modo privilegiato la Santa Messa, a riguardo della quale il Papa precisa:

«Per la retta celebrazione eucaristica è necessario anche che impariamo a conoscere, capire e amare la liturgia della Chiesa nella sua forma concreta. Nella liturgia preghiamo con i fedeli di tutti i secoli – passato, presente e futuro si congiungono in un unico grande coro di preghiera. Come posso affermare per il mio cammino personale, è una cosa entusiasmante imparare a capire man mano come tutto ciò sia cresciuto, quanta esperienza di fede ci sia nella struttura della liturgia della Messa, quante generazioni l’abbiano formata pregando» (n. 2).

La liturgia si comprende davvero solo innestandosi nella Tradizione vivente della Chiesa, dalla quale la riceviamo come dono da preservare e vivere a nostra volta in spirito di fede e di preghiera. È infatti questo l’unico spirito giusto per celebrare e partecipare alla liturgia. Non si tratta di produrre emozioni superficiali e passeggere, attraverso invenzioni particolari da innestare nel rito, perché il vero «spirito della liturgia» è lo spirito di preghiera adorante, di chi sta «davanti a Dio per servirlo» (cf. Messale Romano [Paolo VI], «Preghiera Eucaristica II»).

È entusiasmante – dice il Santo Padre in base alla sua esperienza personale – imparare a capire la liturgia con questo senso ecclesiale e dinamico della vera Tradizione. Per questo è necessaria la formazione liturgica, che rischiara le tenebre dell’ignoranza e abbatte i bastioni dell’ideologia, aiutando a comprendere il senso sacro del culto divino e il suo legame con l’intera storia della fede, che la Chiesa custodisce e professa nei propri figli: capi e membra, pastori e gregge. Formazione liturgica non è però – né può essere – una rinnovata forma di iniziazione «gnostica», un sapere riservato a pochi titolati. La formazione liturgica, seppure fondata sulla serietà di uno studio scientifico che non è per tutti, deve tradursi in forme accessibili ai fedeli a cui è rivolta.

Tra le tante, lodevoli iniziative, a livello universale e locale, volte a curare la formazione liturgica del popolo di Dio, si inscrive anche la nostra rubrica «Spirito della Liturgia», che comincia oggi la sua terza annata di pubblicazione. Accogliendo diverse richieste, abbiamo deciso di sperimentare da quest’anno un taglio ancora più divulgativo, come si noterà dalla maggiore brevità degli articoli e dal numero ulteriormente ridotto dei rimandi e delle note. Questa scelta sacrifica, da un lato, il giusto desiderio degli articolisti di fornire più dettagli e riferimenti sui temi trattati; ma speriamo che possa favorire, dall’altro, una diffusione più ampia delle nostre riflessioni, sì da poter raggiungere un numero più elevato di lettori. Ad essi va sin d’ora la gratitudine degli autori di «Spirito della Liturgia», per la fedeltà ed attenzione con cui ci hanno seguito nei due anni precedenti e con le quali confidiamo vogliano continuare a leggerci.

———–

*Don Mauro Gagliardi, dottore in teologia ed in filosofia, è ordinario di teologia dogmatica presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma e consultore dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione