Fissare lo sguardo su Gesù

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio / Festa liturgica di Sant’Agata

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Lettura

Ancora l’epistola agli Ebrei ci pone davanti agli occhi una «moltitudine di testimoni», che ci aiuta a tenere sempre ben bene aperti gli occhi e a vivere il dinamismo fondamentale della vita «corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento».

Meditazione

Teniamo fisso lo sguardo su Gesù che è ritornato sulla riva del lago abituale, al suo ministero. Due, in successione, sono le persone che si fanno incontro a lui. Giairo, capo della sinagoga, che ha la «figlioletta» morente; una donna «che aveva perdite di sangue da dodici anni». Il racconto è attento e conquidente. Nella nostra meditazione evidenziamo le due espressioni constatative e sollecitanti di Gesù. Alla donna: «Figlia, la tua parola ti ha salvata»; a Giairo: «Non temere, soltanto abbi fede!». Notiamo che tutti e due i personaggi vivono in contesti di contrasto; di «paura e di tremore», di «trambusto» e di «derisione». Da un lato la donna che aveva “perdite di sangue” deve superare il disagio e perfino la vergogna della folla: la curiosità non buona, non ha limiti. Così pure la scontata sicurezza diagnostica dei discepoli («la folla ti stringe da tutte le parti») non mette a proprio agio la donna. Essa si attesta «impaurita e tremante». Dall’altra parte il contesto della bambina morta è dato dai consigli espressi al capo della sinagoga («perché disturbi ancora il maestro?»); dal trambusto e dalla gente che piange e urla forte. Sottolineiamo più marcatamente; dalla derisione alla parola di Gesù: «La bambina non è morta, ma vive». La presenza e l’azione di Gesù è suscitatrice di fede che spera, quindi di sanazione e di richiamo in vita. A questo siamo sollecitati a credere con fratelli e sorelle oggi e ad ogni nuova alba. 

Preghiera

Signore Gesù, il nostro pregare, prende viva coscienza dell’insegnamento tuo (Vangelo) e del profeta: hai preso le nostre infermità e ti sei caricato della nostra malattia. Abilitaci a saper costantemente cercarti e lodarti, cioè ricordarci vicendevolmente che sei Signore e operi in ognuno di noi, nella nostra famiglia, misericordia e meraviglie. 

Agire

Il nostro ricorrere al Signore, nelle nostre esigenze e nei nostri bisogni, a volte gravi e molto seri, sempre il più delle volte legate al nostro quotidiano, sia sempre con crescente fiducia e abbandono lieto. 

Meditazione del giorno a cura di monsignor Luciano Pacomio, vescovo di Mondovì, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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