Filippine, il dialogo inter-religioso come veicolo di pace

Un convegno di Sant’Egidio raccoglie società civile, capi religiosi e istituzioni locali, per implementare il trattato di pace firmato il 27 marzo 2014 a Manila

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Dopo la storica firma degli accordi di Manila del 27 marzo 2014, prende il via a Cotabato, la capitale della nuova entità autonoma del Bangsamoro, un grande incontro per la pace e la riconciliazione organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio col cardinale Orlando Quevedo, arcivescovo di Cotabato, in collaborazione con l’associazione islamica indonesiana Muhammadiyah.

Due giornate intense di dibattito, dialogo e confronto che vedono per la prima volta coinvolte tutte le componenti della società civile della regione del Bangsamoro e la partecipazione di leader religiosi, esponenti della società politica locale, esponenti del governo delle Filippine, di organizzazioni non governative e dei movimenti di liberazione, per l’attuazione del trattato di pace.

Il conflitto per Mindanao si calcola che dagli anni ’70 abbia causato circa 150.000 vittime. L’accordo di pace (“Comprehensive Agreement on Bangsamoro”) firmato a Manila il 27 marzo, ha concluso una lunga trattativa fra il MILF (Moro Islamic Liberation Front) e il governo filippino. Il buon esito della trattativa è stato facilitato dal Gruppo di Contatto di cui hanno fatto parte quattro organizzazioni internazionali, fra le quali la Comunità di Sant’Egidio, che si sono fatte interpreti delle ragioni della società civile nel negoziato.

L’accordo di marzo prevede che il parlamento del Bangsamoro sia composto da musulmani, cristiani, indigeni e personalità indipendenti, a significare che la regione non è una entità autonoma islamica, ma un luogo di coabitazione tra differenti gruppi etnici e religiosi.

Proprio in questa prospettiva, l’incontro di Cotabato, rappresenta un primo importante passo perché l’accordo firmato a Manila trovi concreta attuazione con il coinvolgimento di tutte le componenti della società civile, laica e religiosa, della regione per l’implementazione degli accordi e l’estensione dei benefici della pace a tutti i gruppi religiosi e sociali, per costruire insieme un futuro di convivenza pacifica.

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ZENIT Staff

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