Ferve il ritorno ai classici: gara di latino a Riccione

Si svolgerà il 6 ottobre prossimo la terza edizione del “Ludus Hadriaticus

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ROMA, giovedì, 11 gennaio 2007 (ZENIT.org).- Se da una parte si dibatte in Italia sulla necessità o meno dello studio delle lingue classiche, dall’altra moltiplicano iniziative, gare e concorsi di latino.

A Mondaino, una piccola località della Romagna, da 19 anni si svolge una gara di latino che vede ogni anno centinaia di giovani tra i 14 ed i 18 anni competere con entusiasmo.

Don Romano Nicolini, parroco alla Mater Admirabilis di Riccione, che è stato ideatore e animatore dell’iniziativa, ha deciso di riproporre questa esperienza anche a Riccione, dove si svolgerà il 6 ottobre prossimo, la terza edizione del “Ludus Hadriaticus”.

Si tratta di una gara di traduzione in italiano di un brano di latino classico rivolto ai giovani in età compresa tra i 18 ed i 28 anni, intitolata a monsignor Guglielmo Zannoni che per trenta anni è stato traduttore in Vaticano e considerato il miglior latinista del suo tempo.

Il premio consiste in una somma di 1.000 Euro per il primo, 500 per il secondo e 300 per il terzo classificato. Oltre ai premi in denaro saranno disponibili anche altri premi accessori quali per esempio dei soggiorni gratuiti.

Intervistato da ZENIT don Nicolini ha spiegato che “Il nome Ludus rimanda al Latinus Ludus di Mondaino (Rimini) che riceve ogni anno circa 500 ragazzi, in età compresa fra i 14 e i 18 anni, per una gara equivalente. Questo Ludus fu iniziato da me mentre ero parroco nel comune di Mondaino 19 anni fa”.

“Da allora, in maniera del tutto inattesa, folle e folle di giovani hanno assediato il piccolo comune dell’entroterra riminese. Per dare un seguito al Latinus Ludus abbiamo inventato il Ludus Hadriaticus, per giovani dai 18 ai 28 anni. Alla prima edizione del 2005 hanno partecipato circa 60 ragazzi”.

Rispondendo a coloro che considerano il latino una lingua morta, don Nicolini ha affermato che in realtà “il latino non è morto ma ‘dorme’. Nella nostra cultura classica si è quasi costretti a ‘scontrarsi’ con il latino: monumenti, pittura, scultura, musica …….. sono spessissimo in latino”.

“Per tale motivo lo studio della lingua riceverà ridimensionamenti ma non funerali. E non solo perché la lingua latina è ‘la mamma’ della nostra cultura, o perché è quella stessa che, attraverso il lento scorrere dei secoli, ha trasformato, erudito traghettato l’uomo fino al nostro tempo, o perché la maggior parte dei vocaboli che utilizziamo, noi del XXI secolo, derivano dal latino. Ma anche perché è bella, elegante, erudita, armoniosa, musicale…difficile forse ma affascinante”.

Alcuni giorni fa, il Financial Times, rispondendo alla lettera di un liceale di Roma che chiedeva perché nel nostro Paese i programmi scolastici continuano a insistere sullo studio del latino, sosteneva che si tratta di “tempo sprecato” e che è meglio “studiare il cinese”.

Don Nicolini ha commentato che “bisogna studiare il latino, perché è come la ginnastica per chi gioca a scacchi: sembra incredibile che uno scacchista debba fare ogni giorno molta ginnastica ma se non la fa, prima o poi perde”.

“Così è il latino per noi italiani ed anche per gli inglesi. Forse un pò di meno per gli americani: ma anche loro, se intendono sopravvivere, dovranno rivedere le proprie idee”, ha concluso.

[Per ogni informazione è possibile scrivere o mettersi in contatto con don Romano Nicolini: Viale Gramsci, 39 – 47838 Riccione (Rn); Tel. 0541 606577, 339 8412017; rcnico@tin.it]

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ZENIT Staff

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