Femminicidio e violenze sulle donne: ora "basta!"

Tante le iniziative partite oggi in ogni regione d’Italia in occasione della “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne” indetta dall’Onu. Dal 2010 al 2012, uccise 2.220 donne

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Le donne di tutto il mondo urlano “basta” alla violenza e al femminicidio. Sono tante le iniziative partite oggi in ogni angolo del globo in occasione della “Giornata internazionale contro le violenze sulle donne” indetta dall’Onu. In Italia, in prima linea ci sono Cgil e l’associazione “Se non ora quando” che hanno promosso uno sciopero simbolico in tutti i luoghi di lavoro. Si tratta di “una pausa di riflessione collettiva” – come spiegano le organizzatrici – di durata variabile: dai pochi minuti ad un’ora, in cui una lavoratrice ha letto qualunque pagina in cui si parli di femminicidio. Nei negozi è stata coinvolta anche la clientela.

A Firenze, la Flc Ateneo ha proposto invece uno stop mattutino da qualsiasi attività per una riflessione sulla violenza attraverso poesie e canzoni. Mentre sulla facciata del rettorato, in piazza San Marco, sventolava uno striscione rosso, nella piazza tutti indossavano un capo d’abbigliamento dello stesso colore: un guanto, una maglia, un foulard, una borsa. Rosse erano anche le scarpe “abbandonate” in piazza Santa Croce, sulla scalinata della basilica, in ricordo delle donne uccise che non possono più indossarle, i cui nomi verranno declamati in serata.

Anche Roma ha risposto all’appello contro la violenza femminile, e in piazza del Campidoglio sono state lasciate a terra intere file di scarpe rosse. Delle Trampoliere hanno poi “legato la piazza” con fili rossi, come a voler “intessere una rete sinergica tra la società civile, le operatrici e gli operatori, le istituzioni”. Su questi fili, ognuno ha potuto attaccare un biglietto con una propria riflessione, un messaggio, un nome, per esprimere la propria rabbia, per ricordare, per riflettere. Il coro del circolo Bosio diretto da Sara Modigliani ha cantato “Se otto ore vi sembran poche…”, e, subito dopo, studentesse e studenti della scuola di Lagonegro hanno indossato una maschera bianca e un cartello al collo sul quale era scritto il nome di ogni donna uccisa.

Sempre in occasione della “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne”, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha conferito l’Onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana a Lucia Annibali, l’avvocatessa di Pesaro sfregiata con l’acido da due sicari assoldati dal suo ex fidanzato. Come riferisce una nota del Quirinale, la nota dell’avvocatessa è motivata “per il coraggio, la determinazione, la dignità con cui ha reagito alle gravi conseguenze fisiche dell’ignobile aggressione subita”. “Il comportamento di Lucia Annibali – si legge nel comunicato – costituisce un fermo invito a reagire e a guardare al futuro rivolto a tutte le donne vittime della violenza maschile”. Nella stessa occasione il Presidente ha assegnato la sua Targa di rappresentanza alla campagna NoiNo.org, promossa da un gruppo di uomini al fine di sensibilizzare gli altri uomini sulla necessità di isolare, condannare e rigettare ogni forma di violenza maschile sulle donne.

Secondo sondaggi e studi recenti, il fenomeno del femminicidio continua ad aumentare. Lo dimostra il fatto che nei primi sei mesi del 2013 sono aumentate del 10% le richieste di aiuto di donne vittime di stalking al numero del Telefono Rosa. Spesso le violenze si consumano tra le mura domestiche, o comunque, “in ambito affettivo e familiare”. Nel 48% dei casi, infatti, il responsabile della violenza è il marito; nel 12% il convivente; nel 23%, l’ex o il partner.

Uno studio dell’Associazione europea disturbi da attacchi di panico afferma poi che il 70% degli uomini interpellati condanna la violenza sulle donne, ma allo stesso tempo si dice “indeciso” su quanta responsabilità possa avere la vittima nello scatenare quella violenza. In altre parole, sette uomini su dieci, pur aborrendo le aggressioni, rilevano che potrebbe essere stata la donna “ad aver provocato una reazione violenta nell’uomo”. Intanto, in base ai dati del rapporto Eures, sono circa 2.220 le donne assassinate in Italia, tra il 2000 e il 2012. A queste si aggiungono le altre 128 donne uccise dall’inizio del 2013.

(A cura di Salvatore Cernuzio)

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ZENIT Staff

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