Felice di essere padre di un sacerdote

Il racconto di una famiglia cristiana

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di Eugenio Marrone

CITTA’ DEL VATICANO, sabato, 16 giugno 2012 (ZENIT.org).- Un torrente in piena di grazia e benedizioni ha travolto la nostra famiglia in questi primi venti giorni di maggio, una cosa inenarrabile, travolgente, bellissima! Provo a delinearne i contorni, conscio che si tratti di una impresa difficile.

Il primo maggio la prima Comunione di Camilla: una bellissima festa, ricca di ricordi e di gratitudine a Dio. Se penso a come Camilla è giunta nella nostra casa, prima figlia adottata, dono di Dio, a com’era, a cosa ci avevano detto di lei, veramente vederla come un angioletto ricevere per la prima volta il corpo di Cristo, ci ha riempito di commozione.

Il 5 maggio, giorno della mia ordinazione diaconale! Il Signore aveva esaudito, per il tramite di Santa Teresina, un desiderio che avevo nel cuore da anni, desiderio di poter servire la sua Chiesa come suo ministro ordinato e di poter essere ordinato diacono permanente prima che Francesco, nostro primogenito, fosse ordinato presbitero. Il miracolo era avvenuto e con un anno di anticipo il Vescovo mi consacrava diacono in una cerimonia bellissima, intensa, partecipata, dove ho veramente sentito la grazia di Dio, il suo Amore, avvolgermi completamente, una Chiesa vicina e madre, un’Assemblea raccolta e orante, senza alcuna divisione o limite, una pace e una serenità devastanti.

Nei lunghissimi momenti delle litanie, prostrato davanti al Signore, mi sono sentito svuotare completamente di me stesso, mentre presentavo a Dio tutte le intenzioni e le preghiere per quanti me lo avevano chiesto, uno svuotamento che annullava completamente il mio io per poter accogliere totalmente la grazia di Dio che piano piano, con l’imposizione delle mani del Vescovo e la preghiera consacratoria dello stesso, mi rendeva diacono per sempre, ministro ordinato, per servire Dio nei fratelli e nella sua Chiesa. Dicevo che sono cose difficili da raccontare, ma chi c’era o ha visto la trasmissione in diretta di Tele Pace, senz’altro non ha potuto non constatare.

Ma poi la vestizione degli abiti sacri da parte del Parroco e di mia moglie, l’accoglienza nel collegio diaconale, l’abbraccio con il Vescovo e i presbiteri concelebranti, l’abbraccio con tutti i presenti…veramente un angolo di cielo in quel momento si è aperto per me! Poi l’agape e i festeggiamenti e il concerto d’organo del maestro Finotti offertomi dall’amico Alfonsino, hanno sigillato una giornata memorabile che non scorderò mai! Signore, chi sono io per meritare tanto Amore da te!

Il giorno dopo nella Parrocchia di Beccacivetta e poi in Basilica la prima Messa solenne da Diacono, tra i miei amici, e la prima benedizione impartita a due coppie cristiane che festeggiavano il 50simo di matrimonio… veramente una gioia senza fine!

Il dieci maggio siamo tutti partiti per Toronto, Canada, assieme ad un gruppo di fratelli nella fede, a mio cognato e al Parroco con Padre Angelo, parroco precedente con il quale avevo avviato il mio desiderio diaconale, perché il sabato seguente, 12 maggio, sarebbe stato ordinato presbitero il nostro Francesco, primogenito. Cerco di evidenziare le cose salienti, conscio che molte altre sarebbero da raccontare ma non ce n’è spazio.

Già la preparazione nell’immensa cattedrale di Toronto, il giorno prima, mi aveva impressionato: sarei stato, diacono all’altare, al fianco del Cardinale Collins che avrebbe presieduto la cerimonia! Il gran giorno arrivò e ci riempì di gioia indescrivibile e di gratitudine al Signore per quanto stava compiendo. Francesco veniva ordinato sacerdote e le sue mani unte per poter trasformare il pane ed il vino in Corpo e Sangue di Cristo. Una cosa enorme, inaudita!

La commozione era tantissima, la partecipazione intensa, la gioia incontenibile e l’immensa folla dei presenti non poteva alla fine non inneggiare con giubilo a questo Dio che compie meraviglie! Pensate che alla fine della celebrazione il Cardinale si è inginocchiato davanti a Padre Francesco per riceverne la benedizione, e dopo di lui i vescovi, i presbiteri concelebranti, i diaconi, tutti i presenti….una cosa molto commovente che ci diceva che prima dell’uomo viene Dio con ciò che conferisce a ciascuno di noi. Non vi dico quando ha benedetto me, Paola, i suoi nove fratelli, tutti inginocchiati ai suoi piedi! Il tempo sembrava l’eternità, avremmo desiderato si fermasse, un attimo di gioia paradisiaca. La festa era grandissima e tutti i presenti, entusiasti, acclamavano al Signore e alla sua potenza.

I giorni seguenti furono una festa continua: dovunque ci recavamo, gioia, allegria, gratitudine al Signore. Nonostante le quattro lingue diverse con cui parlavano le persone che incontravamo, c’era una comunione, un afflato, una compartecipazione veramente commovente. Difficile non commuoversi almeno una volta! L’Eucaristia della sera nella Comunità spagnola, un tripudio di gioia, dove per la prima volta mi inchinavo davanti a Francesco, Presidente dell’Assemblea, per chiedere la benedizione per poter proclamare il Santo Vangelo da diacono! Pensate, io, il padre, che mi inchino e chiedo a Francesco, mio figlio, di benedirmi! Ma Signore, quanto grande sei! Bellissimo, in quel momento, e nei momenti successivi, ho sentito proprio l’esigenza di servire, al di là della posizione che si occupa nella Chiesa, con tutta umiltà.

Il giorno dopo prima Messa nella Parrocchia della Madonna di Guadalupe, chiesa gremita all’inverosimile, e alla fine tutti i nostri figli davanti a me e a Paola, per ricevere la nostra benedizione. Una preghiera fatta da me, con una commozione che mi stringeva il cuore, per il dono della nostra famiglia e poi la benedizione a tutti, come genitori. Davanti a Francesco ho chiesto io la sua benedizione e siamo giunti ad un compromesso: ci siamo inginocchiati l’uno davanti all’altro e uno ha benedetto l’altro….una cosa indescrivibile e commovente!

Poi altra Eucaristia nella Chiesa dei Martiri Canadesi, a nord di Toronto, nel Maryland, Quebec, dove chiaramente c’è stata la chiamata alla donazione totale, fino al martirio, come quei primi cristiani dal sangue dei quali è scaturita la fede prima in Quebec e poi in tutto il Canada. Rivisitare i luoghi dove loro vivevano e pensare alla loro vita austera e al loro martirio, ci ha edificati e rinforzati nella fede. Abbiamo anche visitato una Parrocchia del Quebec toccando con mano la difficoltà e i problemi dell’evangelizzazione in quei posti e vedendo proprio come ci sia un sostegno da parte di Dio per i presbiteri e seminaristi ivi impegnati che non si scoraggiano di fronte all’insuccesso e alle prove. Abbiamo promesso un gemellaggio spirituale di preghiera con loro, per sostenerli nel loro arduo compito.

Nel Seminario di Francesco poi mi è stato chiesto di proclamare il Vangelo cantato, in una emozione unica in un contesto veramente angelico, carico di fede, di serietà cristiana, di amore per la Chiesa. Vedere dove nostro figlio è stato preparato e dove ha coltivato la sua vocazione e incontrare i suoi formatori, è stato motivo di vera gioia.

Ciliegina sulla torta, la visita alla Chiesa carmelitana a Niagara con l’Eucaristia celebrata in un luogo a noi molto caro, il Carmelo con i suoi Santi, in particolare Santa Teresina (che comunque abbiamo incontrato in ogni Chiesa) che abbiamo ringraziato profondamente riconoscenti per le grazie che ha riversato sulla nostra famiglia. Le cascate del Niagara, una meraviglia, uno splendore….come non innalzare il pensiero al nostro Creatore in questi momenti e in tutti i momenti che abbiamo vissuto? Senza parlare del calore e della fraternità che si è creata con i fratelli canadesi che ci hanno ospitato e servito gratuitamente per tutto il tempo, e a tutti coloro che abbiamo incontrato, in un clima di vero ecumenismo, dove abbiamo sperimentato la comunione che non viene da noi ma solo da Dio, dallo stesso Dio che regna in Italia e in Canada e in tutto il mondo.

Al ritorno all’
aeroporto, come sempre tutti i giorni, fiumi di lacrime di commozione, di gioia, di gratitudine…in ogni avvenimento mi sembrava che il cuore dovesse scoppiare di emozione! Francesco ha donato a mamma Paola, in un cofanetto speciale, il purificatoio con il quale si è asciugato l’olio del crisma con il quale erano state unte le sue mani dal Cardinale nella sua ordinazione, come ringraziamento per il dono dell’accoglienza della sua vita e come gratitudine per averlo condotto fin qui. “Mamma – le disse – questo purificatoio te lo dono come grazie a te per avermi accolto: lo porterai con te per sempre, e quando un giorno il Signore ti chiamerà a sé, qualcuno lo riporrà nella tua bara, a testimonianza della tua gratitudine a Dio”. Difficile non piangere di gioia!

Ricordo che a volte nella distribuzione dell’Eucaristia, venivano a me persone con le mani incrociate, che per qualche motivo non potevano ricevere Gesù Eucaristico ed io meravigliato non sapevo cosa fare: chiedevano la benedizione, non potendo cibarsi del Pane di Vita, come pure tutti i bambini che mi venivano portati e che segnavo con la croce sulla fronte…Signore, veramente sei GRANDE, immenso, degno di lode, non guardi al nostro niente ma riempi la nostra vita della tua gioia e del tuo Amore, gratis, solo per grazia, solo perché…. CI AMI SMISURATAMENTE. Grazie, Dio mio, per tutto quello che mi hai fatto vivere con i fratelli, con mia moglie, con la nostra famiglia, grazie veramente di cuore, non lo dimenticheremo MAI!!!

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ZENIT Staff

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