Fecondazione in vitro: una definizione in tre punti

Per il Glossario di Bioetica, le tecniche atte a provocare l’inseminazione extracorporea; è il compimento di un desiderio di una coppia, ma ne possono derivare embrioni in sovrannumero che non verranno impiantati in utero

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Tecniche atte a provocare l’inseminazione extracorporea; è il compimento di un desiderio di una coppia, ma ne possono derivare embrioni che essendo in sovranumero non verrranno impiantati in utero e può determinare conseguenze per la salute materna e del bambino. 

Realismo

Si tratta di un insieme di tecniche che, dopo aver ottenuto dai due partner una certa quantità di ovociti e di spermatozoi, li uniscono in laboratorio e ottengono un certo numero di embrioni. In alcuni casi tutti gli embrioni così formati sono inseriti nell’utero, in altri casi solo una parte, gli altri vengono congelati. In certi casi oociti e spermatozoi sono di una coppia sposata, in altri di conviventi, in altri casi infine, provengono da donatori che possono essere o non essere anonimi. Per ottenere gli ovociti serve somministrare un certo quantitativo di ormoni alla donna; per ottenere gli spermatozoi si ricorre alla masturbazione o in certi casi al prelievo dai testicoli. Per ottenere l’embrione si può far entrare semplicemente in contatto ovocita e spermatozoo o in alcuni casi è necessario inserire con un microago lo spermatozoo nell’ovocita. Con questi sistemi, molte coppie che non riescono ad avere figli possono concepire. Ricorrono a questo sistema, dove la legge lo permette, anche coppie che possono concepire ma che hanno un rischio di avere un figlio con malattia genetica; in questo caso, vengono analizzati gli embrioni prodotti e scartati quelli malati.

La ragione

Cosa vale la pena sottolineare?  Le tecniche di fecondazione in vitro sono sempre più diffuse. Bisogna tenere presente che la loro efficacia è limitata ad un successo ogni 3-4 tentativi, e che in molti casi vengono scartati degli embrioni, impiantando solo quelli “migliori” o in modo casuale. L’ambiente ideale per il concepimento è il buio e il composto di ormoni e proteine della tuba uterina, ambiente che si cerca di ricostruire in laboratorio, ma con difficoltà varie. Questa differenza è stata messa in rapporto con l’apparire di alcune rarissime malattie dell’imprinting genomico. Infine ricorderemo che è possibile eseguire una diagnosi pre-impianto e scartare l’embrione malato, così come quello/a che non ha le caratteristiche (sesso, ad es) volute.

Da che substrato nasce la forte diffusione della fecondazione in vitro? Si tratta di una tecnica che viene vista come un toccasana per le coppie non fertili, e su cui vi è una forte pressione sociale per determinarne l’accettazione, tanto da aver dato il premio Nobel all’inventore di questi sistemi dopo 30 anni dalla scoperta. Ed è comprensibile, perché la serilità è una fatica per molte coppie. Quello che lascia perplessi è che non c’è invece altrettanta pressione massmediatica e politica per politiche che favoriscano la fertilità, tanto da arrivare al paradosso che le risorse sono impiegate per riparare, in maniera insufficiente, i danni fatti proprio dalla mancanza di prevenzione e informazione. Né c’è adeguata informazione sui rischi per la salute provocati da queste tecniche sia nei confronti della donna che viene sottoposta a forti stimolazioni ormonali, sia nei confronti del figlio, che ha un rischio di malformazioni e di danno cerebrale superiore alla media. I primi livelli di intervento per la fecondità umana dovrebbero essere in campo sociale, per favorire concepimenti ad un’età consona alla fertilità, e ambientale, per ripulire ambiente e cibo da sostanze che rovinano la fecondità umana. Il fatto che questi interventi non si facciano, rende perplessi sull’eticità delle tecniche fecondatorie, perché è come chiudere il cancello quando i buoi sono fuggiti: la sterilità in Occidente è in pauroso aumento. L’ingresso forte della medicina in questo ambito, quando sarebbe molto meglio non ricorrere a medicine e chirurgie, è indice di incapacità di prevenzione e anche di mancanza di volontà politica.

Il sentimento

Non si può parlare di fecondazione e fertilità senza avvertire la fatica delle coppie e senza riflettere sui diritti di chi viene concepito. La fatica di una coppia che non riesce ad aver figli dovrebbe muovere il legislatore verso una politica sociale e ambientale che favorisca la fecondità. La risposta tecnico-medica, per i rischi che comporta verso il figlio concepito, dovrebbe far riflettere.

Link esterni:

Link ad articoli esterni sulla FIV
Conseguenze della FIV sui bambini concepiti attraverso di essa

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Carlo Bellieni

Carlo Bellieni è neonatologo, dirigente medico presso l'Unità Operativa di Terapia Intensiva Neonatale Policlinico Universitario di Siena e consigliere nazionale Associazione Scienza & Vita

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione