Fecondazione eterologa: tutti contro la Toscana

Chiamparino, presidente della Conferenza Stato-Regioni, dichiara che “non c’è necessità di accelerazioni” e che si attenderà un quadro normativo nazionale. Anche i giuristi contro la “fuga in avanti” della Toscana

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Fecondazione eterologa. La prospettiva di un far west giuridico si arresta ai piedi delle Alpi. Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte, risponde oggi al suo collega e compagno di partito (democratico) toscano Enrico Rossi, il quale aveva dichiarato che le strutture della sua regione avrebbero iniziato a procedere con la fecondazione eterologa – accessibile pagando un ticket di 500 euro – senza aspettare una decisione del Governo in merito.

“Non c’è fretta – ha invece detto Chiamparino – non c’è necessità di accelerazioni. Sono convinto che sia necessario un quadro normativo nazionale”. Quadro normativo verso cui si muove la scelta del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, di archiviare l’ipotesi di un decreto-legge per lasciare al Parlamento di decidere sul delicato tema.

Alle parole del presidente Chiamparino ha fatto eco l’assessore alla Sanità del Piemonte, Antonio Saitta. “Quello che non vogliamo – spiega Saitta – è che l’Italia conosca un federalismo a macchie, per cui qualche Regione agisce e altre non se ne occupano”. Saitta ha confermato inoltre quanto assicurato dalla ministra Lorenzin, ossia che a settembre vi sarà un confronto tra Ministero e Regioni. “Il presidente Chiamparino – annuncia l’assessore piemontese – solleciterà al governo e al Parlamento un’indicazione nazionale che consenta per prima cosa di tutelare i diritti della popolazione italiana tutta nel rispetto delle norme che dovranno essere applicate con correttezza ed uniformità”.

Chiamparino, che è inoltre presidente della Conferenza Stato-Regioni, ha aggiunto poi che entro inizio settembre convocherà “una riunione della Conferenza delle Regioni per definire l’orientamento comune”. Alla necessità di condividere un orientamento comune si richiama anche la Regione Lombardia, il cui assessorato alla Sanità definisce “indispensabile” una “legge che disciplini la materia” per “evitare il rischio che si verifichi un secondo ‘caso Stamina’”. Pertanto, la Regione Lombardia reputa “non condivisibili” le “fughe in avanti” come quella annunciata dal presidente toscano Rossi.

A non pensarla come Rossi è tuttavia lo stesso ufficio legale della Regione Toscana, il quale ha bocciato la delibera (malgrado sia stata pubblicata già sul Bollettino Ufficiale) perché “recepisce una direttiva europea che soltanto lo Stato centrale ha facoltà di recepire e convertire in legge”. La “fuga in avanti” della Toscana non viene accolta con favore nemmeno dai Giuristi per la Vita e dell’associazione Pro Vita, i quali impugneranno davanti al Tar la delibera annunciata da Rossi. “Solo una disposizione normativa emanata dal Governo nazionale – si spiega in una nota – può definire tutti i requisiti di sicurezza per il procedimento di procreazione medicalmente assistita di natura eterologa”.

In Toscana le due associazioni ritengono si stia assistendo al “prologo di un pericolosissimo caos che potrebbe investire migliaia di coppie alla ricerca di un figlio procreato con la fecondazione artificiale eterologa”. La Toscana crea dunque, si legge infine nel comunicato, “una situazione di imbarazzo e, soprattutto, di grave pericolo”.

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Federico Cenci

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