Fecondazione eterologa: "serve una legge per tutelare i i figli"

Lo dichiara Carlo Casini, presidente del MvP, il quale aggiunge: “Qualcosa andrà fatto per evitare lo smantellamento della legge 40”

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“È dolorosamente stupefacente che la Corte Costituzionale nel legittimare la fecondazione eterologa abbia dimenticato le regole stabilite dai trattati internazionali”, afferma Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita. “Per questi documenti  – spiega – gli Stati devono dare ai bambini il meglio di se stessi (Dich. Diritti fanciullo, 1959), in ogni decisione che riguardi contemporaneamente adulti e minori è doveroso avere prioritario riguardo per gli interessi dei minori (Conv, diritti fanciullo, 1989)”. Carlo Casini prosegue citando il Parlamento europeo, che ha affermato in una sua delibera che “il diritto all’identità è un diritto di ogni uomo che comprende anche il diritto ad avere un padre ed una madre veri e certi sotto ogni profilo: genetico, sociale e giuridico” (1989).

Il presidente del MpV si dispiace che “le decisioni costituzionali non possono essere corrette. Neppure da una legge ordinaria”. Eppure – prosegue – “qualcosa andrà fatto per evitare lo smantellamento della legge 40 voluta dal Parlamento e confermato dalla volontà popolare”. Aggiunge però che “non sarebbe sufficiente il solo ricorso a linee guida scarsamente cogenti, prive di sanzioni in caso di violazione e facilmente mutabili nel tempo”.

Casini avalla dunque l’ipotesi di una legge. “Il governo ed il Parlamento – afferma – qualcosa possono fare per impedire una applicazione dissennata della procreazione eterologa. Una legge infatti può e deve salvaguardare il diritto del figlio a conoscere i suoi genitori biologici. Per quanto si tratti di un rimedio parziale e debole, tuttavia per una volta verrebbe contrastata la mentalità che tiene conto solo dei desideri degli adulti e non di chi non ha potere e voce”.

“E per conservare nel massimo grado possibile la logica dell’articolo 1 della legge 40 che fissa il diritto del figlio – conclude Casini – si potrebbe prevedere l’utilizzo degli embrioni abbandonati e conservati nell’azoto liquido già ora inseriti nell’apposito registro nazionale”.

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ZENIT Staff

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