Statue of Our lady of Fatima in the Portugal sanctuary

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Fatima, Epifania dell’amore

Introdursi nel centenario delle apparizioni significa ripartire da Cristo Gesù, rieducare il cuore alla vera carità

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Tre famosi episodi evangelici, proposti dalla Chiesa all’inizio di un nuovo anno, concorrono a definire i contorni della manifestazione di Dio nel mondo; ma suggeriscono -al tempo stesso- nuove vie di riflessione, utili per la nostra vita e per il nostro impegno.
I Magi, venuti dal lontano e misterioso Oriente, attestano che il credente è sempre in cammino: intraprende ogni giorno la sua strada, per incontrare il Signore; non si stanca di ripartire, non si avvilisce per le sue cadute, non si scoraggia perché la meta sembra ancora tanto lontana. Il percorso stesso, infatti, è già una grazia, perché egli lo affronta insieme a Dio, che lo accompagna sempre e non lo priva mai di una “Stella” (la sua Parola; lo Spirito Santo; l’esempio di tante anime buone; una guida spirituale…) che indichi fedelmente la direzione. Non lo spaventa la fatica, perché il dono è infinitamente più grande di ogni pena e di ogni attesa. L’oro, l’incenso e la mirra dei Magi -pur preziosi- sono ben poca cosa rispetto a quello che essi riceveranno: la rivelazione stessa del Figlio di Dio, nella sua umanità. L’umiltà infinita di Dio si manifesta nella disarmante innocenza di un bimbo.
Il Battesimo di Gesù indica, invece, la “via sacramentale”, introdotta dal Cielo per dialogare con l’uomo. I Sacramenti sono un espressivo e incisivo “linguaggio di Dio”, segni efficaci della sua Grazia, ma essi non agiscono “magicamente”: necessitano della nostra adesione, sollecitano la nostra risposta all’amore che ci è dato. I sacramenti sono segni da comprendere, da meditare, da vivere: ci rammentano che il credente è sempre al lavoro su se stesso, per togliere ogni ostacolo e ogni intralcio che rallentino o impediscano l’opera della Grazia.
Gesù compie il primo miracolo a Cana, nel quadro di una festa di Nozze, là dove si celebra la bellezza e la fecondità dell’amore, nella sua manifestazione più tipicamente umana: l’incontro di un uomo e di una donna, che si giurano fedeltà reciproca e iniziano a camminare insieme. Il credente è sempre “abilitato” ad amare: riceve nel Battesimo e nella Confermazione questo mandato -il comandamento dell’amore- che investe tutta la sua vita. Ogni cosa ha senso, nella nostra quotidianità, solo nella prospettiva dell’amore: di Dio e del prossimo. Se viviamo per noi stessi, se ci dimentichiamo facilmente di Dio e dei fratelli, stiamo semplicemente sprecando la vita, consacrandola sull’altare del nulla.
Il Vangelo è una grande educazione ad amare, attraverso la conformazione del nostro cuore a quello di Cristo; ma l’amore ha esigenze ineludibili: la purezza, il rispetto di sé e dell’altro; la fedeltà alla parola data; l’ascolto; la comune preghiera. La presenza di Maria a Cana – dove Ella intercede, per ottenere da Gesù il primo miracolo – non è né casuale né “accidentale”. Maria è sempre lì, dove si celebra l’amore vero; dove si serve in silenzio; dove si propiziano le grazie dal Cielo, per sé e per i propri cari.
Tutta la Storia della Chiesa sarà attraversata dal costante, materno e provvidente sguardo di Maria: in luoghi e tempi diversi Ella è sempre apparsa, per consolare ed esortare i suoi figli e per metterli in guardia e preservarli dalle terribili conseguenze del peccato. Ai Pastorelli di Fatima, cento anni fa, la Vergine riconsegnò il mandato, sempre nuovo e sempre antico, di rievangelizzare il mondo, riportandolo alle sorgenti stesse del Vangelo, attraverso il loro sacrificio, il loro spirito di riparazione, la loro fervida preghiera.
In perfetta sintonia con le “Epifanie” celesti dell’Antico e del Nuovo Testamento, la rivelazione mariana della Cova da Iria manifesta la predilezione di Dio per i piccoli, i semplici, gli “ultimi”; rinnova la “economia sacramentale”, collocando al centro l’Eucaristia; indica nell’amore la sola forza in grado di resistere al male e di debellarlo definitivamente dal nostro spirito.
Introdursi nel centenario di Fatima significa ripartire da Cristo Gesù, rieducare il cuore all’amore vero, decidersi finalmente per il Bene e affidarsi al Cuore Immacolato di una Madre, che ripete sempre e assiduamente le parole pronunciate un giorno ai servi, con una fede ineguagliabile, a Cana di Galilea: Fate quello che vi dirà.

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Mario Piatti

Padre Mario Piatti, I.C.M.S., è direttore del mensile Maria di Fatima

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