Agricoltura / Pixabay CC0 - Lebenslotse, Public Domain

FAO: “Valorizzare l’agricoltura”

L’osservatore permanente della Santa Sede presso l’organismo ONU, mons. Fernando Chica Arellano, riassume la 40esima Conferenza generale

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“Valorizzare l’agricoltura”. Questo è stato questo il “leitmotiv” della 40esima Conferenza generale della “Food and Agriculture Organization” (FAO) delle Nazioni Unite. Lo scrive mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso l’organismo ONU che si occupa dello sviluppo agricolo, della sicurezza alimentare e della lotta contro la fame nel mondo.
In un articolo pubblicato su “L’Osservatore Romano” di giovedì 13 luglio 2017, il prelato spagnolo offre un resoconto della conferenza svoltasi dal 3 all’8 luglio a Roma.
“Valorizzare l’agricoltura significa agire anche senza attendere che i conflitti siano conclusi, anzi forse può essere una opportunità per dare spazio alle azioni di pace”, anzi “può essere lo strumento per una transizione pacifica nel post-conflitto”, ricorda mons. Chica.
La conferenza — scrive il sacerdote spagnolo — “ha individuato diciannove paesi più colpiti a causa di crisi che si prolungano da anni, nelle quali confluiscono sanguinosi conflitti, instabilità politiche, cambiamenti climatici e quindi siccità o improvvise inondazioni” e dove “risiede circa il 60 per cento degli affamati”.
Per aiutare le popolazioni colpite serve “una vera solidarietà tra i paesi e nei paesi”, la quale “si concretizza nella salvaguardia dell’ambiente agricolo, ittico e forestale, nel giusto possesso delle terre, in salari agricoli adeguati e nell’accesso al mercato”, sottolinea mons. Chica.
Nel suo testo, il rappresentante della Santa Sede segnala anche una serie di fenomeni che minacciano questa vera solidarietà, in particolare “una preoccupante crescita del protezionismo, la messa al bando unilaterale delle esportazioni, gli accaparramenti delle terre e accordi esclusivi che soddisfano solo le esigenze egoistiche di alcuni paesi e certamente non quelle dei poveri”.
Occorre inoltre anche combattere il fenomeno degli sprechi alimentari. “Non agire — avverte l’autore — significa far prevalere motivi egoistici o di parte che condannano gli indifesi a morire di fame o a un alto rischio di malnutrizione”.
Come risposta a quella che è stata definita “la peggiore crisi alimentare determinatasi dopo la seconda guerra mondiale”, i partecipanti alla conferenza hanno “indicato alcune priorità per la promozione di un’agricoltura sostenibile, la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico, la riduzione della povertà, la scarsità idrica, la migrazione e il sostegno alle popolazioni rurali colpite da conflitti armati, oltre a tutto il lavoro in atto sull’alimentazione, la pesca, la silvicoltura e la resistenza antimicrobica”, spiega mons. Chica.
Tra le sfide maggiori spicca oggi “quella del cambiamento climatico”, prosegue il rappresentante vaticano. Si tratta di un fenomeno che “investe direttamente l’agricoltura in termini di attività da praticare, colture che scompariranno in certe aree, perdita di biodiversità, diminuzione dei redditi”, ricorda il prelato spagnolo, il quale osserva che “le pratiche sostenibili per migliorare la capacità di risposta (resilienza) ai cambiamenti climatici e ridurre le emissioni di gas serra non trovano ancora larga diffusione”.
Alla fine della sua riflessione, il diplomatico vaticano invita tutti a “programmare una forma sostenibile di produzione agricola accompagnata dalla capacità di elaborare e mettere in atto delle risposte adeguate non solo in relazione all’uso dei terreni, alle risorse agricole, forestali, ittiche, dell’acqua o alla loro produzione e commercializzazione, ma alla continuità di vita delle persone e di intere comunità”.

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Paul De Maeyer

Schoten, Belgio (1958). Laurea in Storia antica / Baccalaureato in Filosofia / Baccalaureato in Storia e Letteratura di Bisanzio e delle Chiese Orientali.

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