Family Day in Rome

Manif Pour Tous Italia

Family Day: vescovi in prima linea

D’Ercole (Ascoli): “Andare controcorrente e annunciare il Vangelo della famiglia”. Montenegro (Agrigento): “Positiva la presenza di immigrati in piazza”. Bregantini (Campobasso): “Potrei venire al Circo Massimo”

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Si moltiplicano, probabilmente a conseguenza della ‘benedizione’ del cardinale Bagnasco, le adesioni dei vescovi italiani al Family Day del prossimo 30 gennaio.
Esplicito “appoggio” alla manifestazione è arrivato dal vescovo di Ascoli Piceno, monsignor Giovanni D’Ercole, che accoglie l’iniziativa come un “contributo indispensabile al dialogo necessario, in democrazia, fra varie componenti della società”.
Con riferimento alla stepchild adoption e alle unioni civili, monsignor D’Ercole ricorda come “la famiglia non può essere considerata un fatto ideologico, ma umano, antropologico e per questo non sembra giusto equiparare realtà diverse”.
La manifestazione al Circo Massimo, dunque, può aiutare a mettere in guardia da “un pericoloso principio che cioè i legislatori, grazie a maggioranze parlamentari, possono definire e stabilire la verità, e i valori della vita”, producendo, così, “un pericoloso oscuramento della ragione che può fatalmente condurre ad aberrazioni umane che la storia anche di recente ha già tristemente sperimentato”.
Il vescovo di Ascoli Piceno esorta quindi le famiglie italiane a non “rimanere al balcone” e a “vigilare su che cosa a scuola viene insegnato circa l’educazione all’affettività”. Non si tratta, in definitiva, di “difendere opinioni personali e posizioni di potere, ma di tutelare la dignità della persona e il bene comune”, pertanto i laici sono tenuti ad “annunciare, anche controcorrente, il vangelo della vita e della famiglia con grande serenità e fiducia, e pregare con fede, certi che, comunque vadano le cose, a guidare le sorti dell’umanità è la Provvidenza di Dio, come la storia dimostra ampiamente”, conclude poi il presule.
Dopo aver aderito entusiasticamente alla prima manifestazione, svoltasi a piazza San Giovanni lo scorso 20 giugno, ha confermato il suo endorsement, l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, monsignor Luigi Negri, secondo il quale, anche questa volta, scendere in piazza è importante, poiché, per un cattolico non è ammissibile alcun “dualismo fra l’esperienza della fede ridotta a impegno della coscienza personale privata, caratterizzata da espressioni di autentica spiritualità e l’impegno culturale, sociale e politico che non si collega strutturalmente alla fede, ma risponde ad una logica mondana che ha una sua consistenza, una sua dignità”.
È quindi “la stessa logica di fede e di missione che caratterizza la vita di carità personale, che impone a una minoranza come quella cattolica, priva ormai di effettive rappresentanze parlamentari, se non in numero ridotto, di farsi presente attraverso uno strumento – la manifestazione pubblica – che la vita sociale e politica attuale considera una autentica e correttissima forma di pressione”, aggiunge monsignor Negri.
Da parte sua, il cardinale arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, interpellato stamattina da ZENIT, durante la conferenza stampa di presentazione del Messaggio di papa Francesco per la Quaresima 2016, ha salutato con favore la partecipazione di alcune comunità di immigrati musulmani al prossimo Family Day.
“Il discorso sulla famiglia è centrale ed importante e può mettere d’accordo persone che vengono da altre terre diverse”, ha detto il porporato, sottolineando come la difesa della famiglia sia una realtà che permette a culture lontane di “incontrarsi”. Infatti, ha osservato Montenegro, lungi dall’essere un “luogo di scontro”, la famiglia deve continuare ad essere un “luogo dove è possibile l’amore”.
La scorsa settimana avevano aderito o manifestato favore per il Family Day altri presuli, come monsignor Cesare Nosiglia. L’arcivescovo di Torino ha “calorosamente” raccomandato un’“ampia partecipazione” all’evento romano, riconoscendo la “grande importanza e la delicatezza di questo tema che deve essere affrontato e dibattuto, ma non pervenendo a compromessi politici, frutto di equilibrismi tra poteri, che porterebbero a conseguenze negative a tutti i livelli, sociali e culturali, per le famiglie stesse”.
Pur affermando che “anche le unioni omosessuali, come tutte le unioni affettive di fatto, richiedono una regolamentazione chiara di diritti e di doveri, espressa con saggezza”, Nosiglia ha ribadito che “tutte le unioni di coppie, comprese quelle omosessuali, non possono essere equiparate al matrimonio e alla famiglia”.
Intervistato dall’ANSA, l’arcivescovo di Campobasso-Boiano, monsignor Giancarlo Bregantini ha riferito la possibilità e la speranza di essere personalmente presente al Circo Massimo sabato prossimo: “sarei favorevole ad esserci”, ha dichiarato.
Commentando le manifestazioni di “Svegliati Italia” a favore delle unioni civili, il presule ha osservato che gli obiettivi dei loro sostenitori “vanno ben al di là dei problemi specifici della Cirinnà”, pertanto “si comincia a irrobustire un argine che è necessario alzare, ma non in senso polemico”.
È importante, dunque, ha aggiunto monsignor Bregantini, non cercare alcuno “scontro” ma mostrare alla società italiana una “dialettica delle diverse voci”.
In merito alla sua possibile partecipazione al Family Day, l’arcivescovo di Campobasso-Boiano ha precisato che “un vescovo che partecipa non va a fare show, non va a gridare ma a sostenere dei valori e prega anche per questo”, pertanto, in queste occasioni, la presenza di un pastore accanto ai suoi fedeli non deve in alcun modo rendere la manifestazione “clericalizzata”.
 
 

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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