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Expo: cristiani, ebrei, musulmani "a tavola con Dio"

Domani, filosofi, teologi cattolici e ortodossi e studiosi di diverse confessioni a confronto con esperti di varie discipline sul rapporto ricco, e talvolta problematico, tra uomo e cibo

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Da sempre il “cibo” occupa nella vita degli uomini un posto fondamentale e rappresenta più di un semplice bisogno del corpo. Non a caso “alimentare”, secondo l’etimologia del verbo, significa nutrire in “materia e spirito”, quindi anche educare. E’ per questo che le religioni nel corso dei secoli hanno elaborato una moltitudine di simboli, prescrizioni e spiritualità per interpretare la duplice natura – materiale e simbolica – del cibo.

Indagare il rapporto dialettico tra “uomo e cibo”, come pure esplorare altri aspetti del “convivio” sono i presupposti su cui si fonda il convegno A tavola con Dio e con gli uomini: il cibo tra antropologia e religione, promosso nelle giornate del 7, 8 e 9 ottobredal Dipartimento di Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Filosofi, teologi cattolici e ortodossi e studiosi esponenti delle comunità ebraiche e islamiche si confronteranno con esperti provenienti da altre discipline – tra cui la psicologia e il diritto – sul rapporto ricco, complesso, e talvolta problematico, tra “uomo e cibo”.

L’evento – realizzato in collaborazione con il Progetto “Filosofia ed esperienza religiosa” del Dipartimento di Filosofia dell’Università Cattolica, il Servizio Nazionale per il Progetto Culturale della Cei e il Laboratorio da UCSC ExpoLAB – rientra fra le iniziative della Santa Sede per EXPO 2015.

Il convegno si aprirà il 7 ottobre 2015 alle ore 16 nel sito dell’Esposizione Internazionale, al Conference Centre. Dopo i saluti istituzionali del Rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli, dell’assistente ecclesiastico generale dell’Ateneo Claudio Giuliodori, del vicecommissario del Padiglione della Santa Sede a Expo Milano 2015 mons. Pasquale Iacobone, e del professore Giuseppe Colombo, coordinatore scientifico del Progetto “Filosofia ed Esperienza Religiosa”, seguirà l’intervento di mons. Silvano M. Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a Ginevra. Nelle giornate dell’8 e 9 ottobre i lavori proseguiranno nell’Aula Pio XI dell’Università Cattolica.

Con l’intento di fornire una chiave di lettura filosofico-teologica aperta ad apporti interdisciplinari, il convegno si svilupperà attorno a due nuclei centrali. In primo luogo, si metterà a tema il contributo della dimensione religiosa nel dare forma e significato all’esperienza umana del cibo. “Il consumo del cibo non è distruzione ma offerta reciproca di Dio all’uomo e dell’uomo all’uomo – spiega il professor Giuseppe Colombo, tra i coordinatori delle tre giornate insieme con il prorettore dell’Università Cattolica, Francesco Botturi –. Giustizia e misericordia del dono fanno comunità e danno senso al faticoso tempo della vita, trasformando il cronologico in liturgico e legando il feriale quotidiano al compimento escatologico della festa”.

Da questo punto di vista sono esemplari, in modi diversi, la Pasqua ebraica, la Pasqua cristiana e la ritualità islamica del prendere e dell’astenersi dagli alimenti, ove il consumo non è distruzione ma offerta reciproca di Dio all’uomo e dell’uomo all’uomo: giustizia e misericordia del dono creano senso di comunità e danno senso al faticoso tempo della vita, legando il tempo feriale e quotidiano al compimento escatologico della festa.

In secondo luogo, si esploreranno le critiche della ragione alle religioni, ponendo attenzione: 1) alle differenze tra la demitizzazione cristiana e quella secolarizzata (nichilista) di puro e impuro, dei tabù alimentari, del tempo; 2) al consumo del cibo come sua semplice distruzione o comunque come impotente ad armonizzare l’amor di sé, l’amor di Dio e del prossimo: ne sono segni le nuove ritualità secolari, i nuovi tabù e i disturbi alimentari. Si indagheranno, poi, le problematiche connesse al prendere cibo quando esso diventa mera consumazione, alimentazione spersonalizzata, asettica, solitaria, incapace di armonizzare l’amore di sé, l’amore di Dio e l’amore del prossimo. In tal senso, sarà dedicato particolare interesse alle nuove ritualità secolari, ai nuovi tabù e al significato sociale dei disturbi alimentari.

La sera di giovedì 8 ottobre, inoltre, al teatro San Lorenzo alle Colonne di Milano si terrà una rappresentazione teatrale delle Baccanti di Euripide ad opera dell’Associazione Kerkis Teatro Antico in Scena, presieduta dalla professoressa Elisabetta Matelli, dell’Università Cattolica. La serata, aperta al pubblico, sarà un’occasione preziosa per rievocare e celebrare la grande eredità artistica, filosofica e religiosa lasciata dalla cultura classica intorno al tema del convivio.

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ZENIT Staff

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