Evoluzionismo e religione, la parola al professor Mariano Artigas

PAMPLONA, mercoledì, 29 settembre 2004 (ZENIT.org).- Mariano Artigas ha recentemente pubblicato un libro sull’evoluzionismo e la sua relazione con la filosofia e la religione, intitolato “Las fronteras del evolucionismo” (Eunsa) nel quale constata che vi sono questioni che la scienza non può risolvere.

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Artigas (Zaragoza, 1938) è membro dell’Accademia internazionale di filosofia delle scienze di Bruxelles e della Pontificia Accademia di San Tommaso d’Aquino del Vaticano.

È dottore in scienze fisiche e in filosofia ed è professore ordinario di filosofia della natura e delle scienze presso l’Università di Navarra.

La scienza è “uno dei successi più importanti della storia umana”, afferma in questa intervista rilasciata a ZENIT, ma mette in guardia dall’ “imperialismo scientifico che pretende di giudicare tutto mediante la scienza: questo non è più scienza, ma una filosofia distorta denominata scientismo”.

Il titolo “Le frontiere dell’evoluzionismo” indica che vi sono questioni che si pongono al di fuori della competenza della scienza?

Mariano Artigas: Risponderò con le parole di Stephen Jay Gould, uno degli evoluzionisti più importanti del secolo XX. È stato professore presso l’Università di Harvard per quasi tutta la sua vita accademica e autore, insieme a Niles Eldredge, della teoria del “equilibrio puntuale”, che figura in tutti i trattati sull’evoluzione. Morto di cancro nel 2002 all’età di 60 anni, era un agnostico.

Nei suoi ultimi anni ha pubblicato due libri sulle relazioni tra scienza, umanesimo e religione, sostenendo che la scienza e la religione sono “due magisteri che non si sovrappongono”, in quanto la scienza studia la struttura e il funzionamento del mondo naturale, mentre la religione tratta delle questioni spirituali e morali.

Gould riteneva che non ha senso cercare risposte alle domande sul senso della vita nella scienza naturale.

Un altro evoluzionista rinomato, Richard Dawkins, professore presso l’Università di Oxford, è ateo e ostile alla religione, ma riconosce che lo studio dell’evoluzione non può fornire risposte ai problemi morali.

È interessante la sua visione sull’evoluzione e la creazione: “L’evoluzione può avvenire solo se esiste qualcosa in grado di evolversi: una evoluzione a partire dal nulla è un controsenso. Per questo, le teorie evoluzioniste non possono essere utilizzate per affermare o negare la creazione”. Può chiarire ulteriormente questa affermazione?

Mariano Artigas: L’idea cristiana della creazione si basa sul fatto che tutto ciò che esiste dipende nel suo essere da Dio.

L’evoluzione, invece, si riferisce al modo in cui gli esseri del mondo creato si trasformano in altri esseri, attraverso un’eredità che subisce delle modifiche. Sono due piani diversi.

Questo fu già riconosciuto da non pochi cristiani nel secolo XIX ed è già da tempo generalmente accettato da quasi tutti i cristiani, ad eccezione di alcuni gruppi fondamentalisti protestanti che rappresentano una minoranza negli Stati Uniti ma che fanno molto rumore.

Il punto è che non è facile prefigurarsi il funzionamento dell’azione di Dio, perché non disponiamo di altri esempi analoghi.

Lei non ritiene di criticare le teorie scientifiche dell’evoluzione, ma vi sono alcuni cristiani che lo fanno. Cosa pensa di loro?

Mariano Artigas: Che hanno il diritto di farlo. Chiunque può criticare le teorie scientifiche che vengono formulate pubblicamente e che si fondano su argomenti conosciuti.

Ma tali critiche, per essere serie, devono basarsi su argomentazioni ben fondate. I “creazionisti scientifici” nordamericani hanno utilizzato argomenti alquanto poco convincenti, facendo uso della Bibbia come se fosse un trattato scientifico, traendone dottrine che vanno al di là del senso dei libri sacri.

Ma cosa dobbiamo fare con il Libro della Genesi?

Mariano Artigas: Estrarvi le dottrine religiose in esso contenute, che sono molto importanti e che sono quelle che vengono sottolineate dalla Chiesa nel corso dei secoli: ad esempio, che Dio è il creatore di tutto ciò che esiste, che usa una provvidenza speciale con l’essere umano, che nelle sue origini l’essere umano si è allontanato da Dio, che Dio ha un piano di salvezza per il genere umano attuato attraverso la storia.

Secoli fa, in Occidente, la Chiesa si occupava di quasi tutta la cultura; lo sviluppo della scienza moderna ha contribuito a rendere più chiaro l’ambito delle verità religiose e a distinguerle dal rivestimento nel quale esse venivano presentate (i sei giorni, la mela, il serpente).

Sebbene non ci dovrebbero essere problemi a coniugare l’evoluzione con Dio, di fatto, vi è un conflitto. Come è possibile risolverlo?

Mariano Artigas: Studiando ed evitando pregiudizi. Pensando a ciò che significa che Dio è la causa principale dell’essenza di tutto ciò che esiste e che le creature sono cause secondarie, che dipendono completamente da Dio, anche se Dio rispetta le capacità che egli stesso ha loro conferito.

Affermando che la scienza è uno dei successi più importanti della storia umana, ma evitando l’imperialismo scientifico che pretende di giudicare tutto mediante la scienza: questo non è più scienza, ma una filosofia distorta denominata scientismo.

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ZENIT Staff

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