"Evangelicità, ecclesialità, missionarietà": le tre vie per il cammino delle Confraternite

Migliaia di ombrelli, stendardi e bandiere oggi in piazza San Pietro per la Messa di Papa Francesco con le Confraternite di tutto il mondo. Al Regina Coeli un pensiero per i bambini vittime di abusi

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Evangelicità, ecclesialità, missionarietà: tre punti cardine su cui le Confraternite devono basare la propria vita e il proprio operato. Così Papa Francesco si è rivolto stamane alle migliaia di membri delle diverse Confraternite, radunati per la Messa in piazza San Pietro.

Nonostante la pioggia estenuante, alla celebrazione sono davvero numerosi. Venuti da tutto il mondo, i fedeli riempiono l’intera piazza del Bernini e buona parte di via della Conciliazione, dando luogo ad un caleidoscopico spettacolo di ombrelli, stendardi, vessilli che impressiona lo stesso Pontefice che dice: “In questa Piazza, vedo una grande varietà prima di ombrelli, di colori e di segni. Così è la Chiesa: una grande ricchezza e varietà di espressioni in cui tutto è ricondotto all’unità, la varietà ricondotta all’unità e l’unità è all’incontro con Cristo”.

Il Papa accoglie le Confraternite con bonarietà: “La Chiesa vi vuole bene! Siate una presenza attiva nella comunità come cellule vive, pietre viventi”. Nell’omelia loda il loro ‘lavoro’: “La pietà popolare, di cui voi siete un’importante manifestazione, è un tesoro che la Chiesa e che i Vescovi latinoamericani hanno definito come una spiritualità che è uno «spazio di incontro con Gesù Cristo»”. Ricorda i frutti del passato: “Nei secoli, le Confraternite sono state fucine di santità di tanta gente che ha vissuto con semplicità un rapporto intenso con il Signore”. E indica la via per il futuro: “Camminate con decisione verso la santità; non accontentatevi di una vita cristiana mediocre, ma la vostra appartenenza sia di stimolo, anzitutto per voi, ad amare di più Gesù Cristo”.

Con la celebrazione di oggi, il Pontefice arricchisce di una nuova tappa il cammino dell’Anno della Fede iniziato e voluto dal predecessore Benedetto XVI. Proprio dalle parole del Papa emerito, Francesco prende le mosse per sviluppare la riflessione sul brano evangelico giovanneo che riporta il “testamento spirituale” di Gesù nell’ultima Cena. “Benedetto XVI rivolgendosi a voi, ha usato questa parola: evangelicità” ricorda il Santo Padre; “qui – aggiunge – ci è indicato il centro da cui tutto deve partire e a cui tutto deve condurre: amare Dio, essere discepoli di Cristo vivendo il Vangelo”.

Riflettendo sulla lettura degli Atti, il Papa ricorda il primo concilio della Chiesa nascente dove “ci fu subito bisogno di discernere ciò che era essenziale per essere cristiani”, ovvero “credere in Gesù Cristo morto e risorto per i nostri peccati, e amarsi come Lui ci ha amati”. “Ma notate – sottolinea – le difficoltà furono superate non al di fuori, ma nella Chiesa”. Il discorso si sposta quindi sull’ecclesialità e il Santo Padre esorta: “Amate la Chiesa! Lasciatevi guidare da essa! Nelle parrocchie, nelle diocesi, siate un vero polmone di fede e di vita cristiana. Un’aria fresca…”.

Infine, una terza parola: la missionarietà. “Voi avete una missione specifica e importante che è quella di tenere vivo il rapporto tra la fede e le culture dei popoli a cui appartenete, e lo fate attraverso la pietà popolare” afferma il Papa. Così – spiega – il portare in processione il Crocifisso non è “un semplice atto esteriore”, ma indica “la centralità del Mistero Pasquale del Signore”. Allo stesso modo, “quando manifestate la profonda devozione per la Vergine Maria, indicate la più alta realizzazione dell’esistenza cristiana”.

La fede “che nasce dall’ascolto della Parola di Dio”, le Confraternite la manifestano “in forme che coinvolgono i sensi, gli affetti, i simboli delle diverse culture”. Così facendo – prosegue il Santo Padre – “aiutate a trasmetterla alla gente, e specialmente alle persone semplici, a coloro che nel Vangelo Gesù chiama i piccoli”. Ritornano le parole del Documento di Aparecida, e Papa Francesco dice: “Quando voi andate ai santuari, quando portare la famiglia, i vostri figli, state facendo proprio un’azione di evangelizzazione. Bisogna andare avanti così! Siate anche voi veri evangelizzatori! Le vostre iniziative siano dei ‘ponti’, delle vie per portare a Cristo, per camminare con Lui”.

“In questo spirito – ammonisce – siate sempre attenti alla carità”, specialmente “verso chi si trova in difficoltà”. Infine, un accorato invito: “Siate missionari dell’amore e della tenerezza di Dio! Siate missionari della Misericordia di Dio, che sempre ci perdona, sempre ci aspetta… Ci ama tanto!”.

Prima del Regina Cæli, Papa Francesco ha parlato ancora di Maria: “L’amore per la Madonna – ha detto – è una delle caratteristiche della pietà popolare, che chiede di essere valorizzata e ben orientata”. Per questo, il Santo Padre ha invitato a meditare sull’ultimo capitolo della Lumen gentium, “che parla proprio di Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa”. Un saluto speciale è andato poi alle Chiese d’Oriente che seguono il Calendario Giuliano e celebrano la festa di Pasqua: “Cristo è risorto! – ha detto loro il Papa – Raccolti in preghiera intorno a Maria invochiamo da Dio il dono dello Spirito Santo, il Paraclito, perché consoli e conforti tutti i cristiani, specialmente quanti celebrano la Pasqua tra prove e sofferenze, e li guidi sulla via della riconciliazione e della pace”.

Il Pontefice ha ricordato anche la beatificazione avvenuta ieri in Brasile di Francisca de Paula De Jesus, detta NháChica, una “luminosa discepola” che dedicò la sua vita semplice a Dio e alla carità, tanto da essere chiamata “madre dei poveri”. Dopo i saluti alle Confraternite e alla parata di bande musicali e associazioni degli Schützen della Germania, il Pontefice si è rivolto all’Associazione “Meter“, nella Giornata dei bambini vittime della violenza, cogliendo l’occasione per rivolgere un pensiero “a quanti hanno sofferto e soffrono a causa di abusi”. “Vorrei assicurare loro che sono presenti nella mia preghiera – ha detto il Papa – ma vorrei anche dire con forza che tutti dobbiamo impegnarci con chiarezza e coraggio affinché ogni persona umana, specialmente i bambini, che sono tra le categorie più vulnerabili, sia sempre difesa e tutelata”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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